UN MAESTRO PER TANTI SINDACALISTI – A.Tridente – 26/10/11

Venerdì 21 ottobre è morto Vincenzo Saba, Direttore del Centro Studi della Cisl a Firenze per molti anni. La morte del Professor Saba lascia un grande vuoto e molto rimpianto a chi l’ha conosciuto apprezzandone rigore, severità; un educatore e grande maestro che seppe formare in quella fucina di formazione che è il Centro Studi Cisl di Firenze, centinaia di militanti e dirigenti sindacali delle diverse strutture sindacali della Cisl di tutta Italia.

Per me giovane autodidatta, lavoratore minorile durante la guerra, in fabbrica dall’autunno del 1945 in piccola azienda e fino al 1958 alle Fiat Ferriere, l’ammissione al “Corso Lungo” a Firenze e l’incontro con il prof. Saba, rappresentò l’uscita dal sottosuolo sociale. 

La formazione che precedette l’assunzione delle responsabilità del dirigente sindacale di molti giovani lavoratori deve molto alla spiccata figura di Maestro che Vincenzo Saba impersonò, con il  prof. Romani, e gli altri insegnanti di alto livello di cui il Centro Studi della Cisl si era dotata nel corso degli anni.

 

Difficile ricordarli tutti, ma i professori del livello di Gino Giugni, Guido Baglioni, Enzo Scotti, ed altri, rimangono scolpiti nella memoria di quei molti dirigenti sindacali là formati, che hanno fatto la storia della Cisl fin dalla sua fondazione.

 

La Cisl ebbe in Giulio Pastore oltre che il suo fondatore anche uno scopritore di talenti. Uomini come Vincenzo Saba e il prof. Mario Romani, sono stati alcuni di questi talenti che la Cisl seppe utilizzare in nuove strutture fin dal suo nascere, particolarmente il Centro Studi di Firenze. Una scuola di alto livello che formò quei dirigenti che nei decenni successivi cambiarono il sindacato e contribuirono a cambiare la condizione operaia nell’Italia del dopoguerra.

 

Gli allievi di quel centro di cultura non erano tuttavia sempre ben accetti nelle sedi sindacali dalle quali erano partiti. Diffidenza e, in taluni casi, ostilità, confessavano complessi di inferiorità nei confronti di un sapere diverso che proveniva dalla Scuola di Firenze. La formazione nel posto di lavoro, l’esperienza acquisita nel dirigere le lotte, la coraggiosa affermazione dell’autonomia della Cisl da parte di quei dirigenti certo importante e decisiva, ma la scuola di Firenze dava una marcia in più.

 

La qualità della formazione degli allievi del Centro Studi spazzò rapidamente le resistenze. In questo modo si affermò la Scuola di Firenze, e divenne norma investire risorse inviando giovani militanti al Centro Studi dove Saba e i suoi collaboratori li trasformavano in futuri dirigenti della Cisl. Era un privilegio per questi primi allievi frequentare il Centro Studi che nel tempo si generalizzò.

 

Saba lasciando il Centro Studi di Firenze per altri incarichi lasciò una forte impronta di formatore e, in quanti lo conobbero, lo stimarono e gli vollero bene, con orgoglio e dolore ne piangono ora la scomparsa.

Alberto Tridente
1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Ho frequentato anche io il Centro Studi Cisl di Firenze negli anni ’70, allora era direttore Marini (nulla a che vedere col futuro segretario generale) e sentivo parlare molto bene di Saba, come maestro molto serio. Mi associo a quanti esprimono il loro cordoglio per la sua scomparsa. Giovanni Di Nino (Sulmona-AQ).

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