REDDITO O RICCHEZZA PATRIMONIALE ? – dì qualcosa di sinistra – risorse –

Reddito o ricchezza patrimoniale? dì qualcosa di sinistra o da buon ex-democristiano. Abbassare le tasse per rilanciare i consumi interni, tagliare l’Irap e la bolletta energia per dare ossigeno alle imprese, allentare la stretta creditizia per sostenere investimenti e crediti alle famiglie. Citiamo le priorità tra le priorità della tante cose necessarie per rimettere in marcia il nostro paese. Dove prendere le risorse? Subito! Non quelle che deriveranno da una efficace lotta all’evasione.

Su questo punto hanno sbattuto secco i due ultimi governi (Monti e Letta), proposti e sostenuti prima dal Presidente Napolitano e poi dal Parlamento. Quei governi non hanno avuto il coraggio di scegliere la patrimoniale, una giusta tassa di perequazione delle grandi diseguaglianze strutturali del nostro paese.

Lo farà il nuovo governo Renzi? Con l’alleanza di cui dispone sarebbe una bella impresa!

Ma qualcosa di serio si può fare fin d'ora. Proponiamo una riflessione tratta dalla nostra storia repubblicana in uno dei periodi più difficili, nel 1976 quando l’inflazione viaggiava sul 18-20% e le riserve si assottigliavano.

Il Governo di allora, monocolore DC guidato da Giulio Andreotti con la «non sfiducia» di quattro  partiti (Pci, Psi, Psdi,Pri), varò molti provvedimenti per portare fuori dalla bufera l’Italia, durò in carica circa due anni. Ad ottobre del 1976, anche con il tacito consenso delle tre Confederazioni Sindacali, finanziò un fondo per le piccole e grandi imprese con la liquidità conseguente agli scatti di scala mobile corrisposti erogando Bot anziché denaro contante. Un risparmio “forzoso” per gli impiegati del 5 livello, per i quadri e funzionari apicali, finalizzato agli investimenti. Vedi nota 1 a fondo pagina.

Allora il rapporto tra quanto percepiva un operaio medio ed un manager oscillava tra 1 a 10, al massimo 1 a 15. Nel millennio del liberalismo e della globalizzazione senza regole questo rapporto è esploso a 1 a 200 ed anche in taluni settori 1 a 400.

Numerosi economisti, anche di scuola liberale, ammoniscono che tutto ciò non solo è immorale ma anche antieconomico.  ( vedi su questo sito articoli di Romano Prodi e di Alberto Martinelli).

Si può allora dire”qualcosa di sinistra” o se vogliamo  “ da serio e buon democristiano di un tempo”  che oltre un certo livello di guadagni non si tratta più di reddito ma di ricchezza patrimoniale?

Certo si romperebbe un bel tabù, anzi un totem dell'attuale ideologia del guadagno senza fine. In questi trent'anni di ingiustizie sociali sono state infrante delle garanzie per gli operai chiamandole tabù!

Nel 1976 Il riferimento per il prestito "forzoso" fu la soglia 6-8 milioni annui di lire, quando lo stipendio medio operaio era di 1,8-2 milioni  lire annui ( 150.000 lire mensili).

Quale dovrebbe essere oggi quella soglia? L’introduzione dell’euro in Italia, con un controllo nullo su prezzi e tariffe, ha svalutato il potere d’acquisto dei salari, quasi dimezzandolo per alcune tipologie di beni.

Comunque sia, prendiamo per esempio per l’oggi la soglia di 150  mila euro annui, tenendo conto che lo stipendio medio netto di un lavoratore è di 1.300 € mensili.

Applicando la logica che seguì quel governo monocolore Dc delle “astensioni” la differenza superiore ai 150.000 €  verrebbe “pagata” (come allora) in Bot o titoli simili, in modo da avere liquidità per investimenti con progetti che creino occupazione, a partire da quelli pubblici, e per ridurre le tasse. Una norma valida per il settore privato, per quello pubblico, per le professioni del lavoro autonomo, per i calciatori, gli show-man della Tv e dintorni.

Sono pochi o tanti coloro che guadagnano oggi oltre i 150.000 € tra stipendio base, premi obiettivo e altro?

Possiamo avere una prima idea leggendo due degli ultimi articoli in merito pubblicati su L’Espresso da Corrado Giustiniani "200mila poltrone" e sul sito la voce.info da Renato Perotti che riguardano il solo settore del pubblico impiego.

Nei prossimi giorni indicheremo altri articoli.

Nota 1 –  Dal verbale della seduta Camera dei Deputati del 12 ottobre 1976 – Relatore il ministro del Tesoro Stammati. “ Nel frattempo, il CIP ha varato o si accinge a varare i noti aumenti di prezzi amministrati e di tariffe pubbliche; l’imposta di fabbricazione sulla benzina è stata inasprita, con alcuni compensi, però, a favore dei consumatori più modesti, mediante moderazioni della tassa di circolazione sulle auto. Con effetto dal 10 ottobre, gli incrementi derivanti dall’applicazione della scala mobile, sui redditi eccedenti, rispettivamente, i 6 e gli 8 milioni annui, verranno corrisposti con le modalità  previste dal decreto-legge emanato ed in parte demandato al CIPE ed al Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, d’intesa con il ministro per il lavoro in obbligazioni, mentre i corrispondenti ammontari verranno destinati al finanziamento delle medie e piccole industrie “

Allegato:
200mila_poltrone.pdf
perotti_dirigenti_pa_tabella1.pdf
stipendi_e_beni_di_consumo_storiografia.doc

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