Populismo sindacale?

Le tre confederazioni hanno aggiornato le loro tradizionali richieste sulla previdenza riassunte in 10 titoli (vedi allegato) che esaminati uno a uno appaiono convincenti ma seri dubbi insorgono se pensiamo alle dinamiche demografiche in atto da anni e alle proiezioni nel futuro.

La popolazione è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino a 47,7 mln nel 2070. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2021, a circa uno a uno nel 2050. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà. Più notizie con questo link https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=107460

immagine welfare giovani e anziani

Meno giovani e più anziani e tra questi più non autosufficienti che, per vivere la loro vecchiaia con dignità, necessitano di assistenza e cure sanitarie che comportano ingenti risorse. E poi, non dimentichiamo che le nuove tecnologie, per la maggioranza dei casi, per come oggi sono implementate nei processi produttivi e nei servizi, determinano un’organizzazione del lavoro che richiede meno lavoratori (quindi meno contributi previdenziali, meno tasse per il bilancio dello stato).

Le richieste contenute nei 10 titoli per essere sostenibili non solo socialmente ma finanziariamente debbo essere accompagnate, o precedute, dalla riforma delle riforme ovvero quella fiscale della quale ben poco si dice. Senza di essa il grande rischio è quello di ricadere – anche all’insaputa – in un populismo sindacale!

Senza una grande riforma fiscale progressiva sul reddito e sui patrimoni, sui super profitti, la sommatoria delle richieste avanzate non potranno avere successo ma serviranno solo per un’illusoria e effimera identità delle tre confederazioni che in esse si rispecchiano senza possedere una reale strategia unitaria, ovvero come il perseguirle.

Poniamoci alcuni impegnativi interrogati. Serve incentivare PER TUTTI la pensione anticipata? Oppure può servire di più una riduzione dell’orario di lavoro per tutto l’arco della vita lavorativa? E’ certamente urgente mettere in campo una strategia per garantire a TUTTI la tutela del bene primario con un efficiente Servizio Sanitario Nazionale e in particolare A CHI STA PEGGIO, ai pensionati poveri e a non autosufficienti! Discutiamone apertamente avendo grande attenzione alle ragioni degli uni e degli altri tenendo ben fermo il principio che mancano strategie di reale SOLIDARIETA’. Come reperire le risorse finanziarie, a quali ceti sociali richiedere più progressività delle tasse versata al bilancio dello stato, deve fare parte dettagliata di una piattaforma degna di tale nome e per fare pagare meno chi ha meno risorse e patrimoni.

Le proposte sindacali per una riforma previdenziale sono state aggiornate il 19 gennaio 2023, presentate al governo con questo documento unitario.

< Nell’attuale complesso contesto economico e sociale, le pensioni rimangono uno dei temi prioritari da affrontare per rispondere ai bisogni dei lavoratori e dei pensionati. Dopo i primi positivi interventi di modifica alla legge Monti-Fornero introdotti negli ultimi anni grazie all’iniziativa sindacale, occorre continuare a cambiare il sistema previdenziale, fra i più restrittivi d’Europa, al fine di eliminarne gli aspetti più iniqui e raggiungere risultati concreti in linea con le richieste indicate da tempo nella piattaforma unitaria di CGIL, CISL e UIL che rimane il punto di riferimento per una riforma organica del sistema previdenziale del nostro Paese.

Non condividiamo che le pensioni continuino ad essere considerate solo come un fattore di spesa, senza tenere conto della necessità, non più procrastinabile, di recuperare la sostenibilità sociale dell’attuale modello. La legge di bilancio 2023 è intervenuta sul tema con misure che non rappresentano una risposta alle necessità di milioni di lavoratrici e lavoratori. Per questo, CGIL CISL e UIL ritengono necessario riavviare al più presto un tavolo di confronto con il Governo per affrontare i diversi punti contenuti nella Piattaforma sindacale considerato che le misure intervenute negli ultimi anni hanno determinato risparmi rilevanti per effetto del minor numero di prestazioni liquidate rispetto a quanto previsto.

20-1-23 Tavole rotonde, consultazioni o negoziati?

Il confronto dovrà essere anche l’occasione per valutare il perdurare delle ricadute economiche e sociali della crisi pandemica a cui nell’ultimo anno si sono aggiunte le conseguenze della guerra in corso, con l’innalzamento straordinario dei costi dell’energia, dell’inflazione e dei prezzi dei beni di consumo che hanno impattato sull’occupazione e sul versante previdenziale.Ricadute economiche che producono effetti negativi anche sulle pensionate e i pensionati il cui potere d’acquisto, già indebolito da un decennio di interventi sulla perequazione, è stato fortemente depotenziato dai rincari dei costi. (…) Il documento (4 cartelle) prosegue con questi titoli.

  • Flessibilità in uscita
  • Contratti espansione e isopensione
  • Sostegno alle categorie più deboli (disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi e usuranti)
  • Il lavoro di cura e delle donne
  • La tutela dei giovani, del lavoro povero e del lavoro discontinuo: la pensione contributiva di garanzia
  • La previdenza complementare
  • La tutela dei redditi da pensione
  • Tfr, Tfs e prescrizione delle contribuzioni per i pubblici dipendenti
  • Separazione spesa previdenziale/spesa assistenziale
  • Interventi nel sistema contributivo

Per più informazione aprire l’allegato.

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