LE PRIME VITTIME – A.Tridente – globalmondo 18/6/10

Save the Children denuncia che i bambini uccisi nel 2009 in Afganistan sono mille, 200 mila quelli con ferite permanenti e ben 610  gli attacchi alle scuole: questo è il pesantissimo impatto della guerra nel disgraziato paese dell’infinito conflitto. Come nel conflitto mediorientale i bambini sono le prime e più numerose vittime.

Non fa eccezione l’orribile saldo delle vittime dell’infanzia dell’anno scorso in Afganistan, che le corrispondenze delle agenzie giornalistiche trascurano di trasmettere, mentre Save the Children denuncia nel suo recente rapporto  all’opinione pubblica mondiale.

Come se non bastasse, il terremoto di Haiti e la crisi finanziaria (termine asettico per indicare una delle più gravi crisi mondiali che ha già prodotto più di 100 milioni di nuovi poveri , frutto di una speculazione senza limiti che continuerà a produrre altre distruzioni ed impoverire altre realtà più esposte agli effetti della globalizzazione) si aggiungono a rendere più vergognoso l’insieme dei comportamenti che i poteri politici ed economici dominanti infliggono alla maggioranza della popolazione mondiale.

Non mancano comportamenti nobili: Messico e Spagna finanzieranno per 23 mesi una mensa scolastica nel comune di Carrefour ad Haiti, una struttura nei pressi del campo di sfollati che accoglie ogni giorno 5 mila bambini.

Ma l’impatto dei conflitti armati che scaricano sui più indifesi la cieca violenza della morte e la speculazione che impoverisce i già poveri ed arricchisce ancor più i già molto ricchi, richiedono ben altri comportamenti che responsabilità, piccole e grandi, possono iniziare ad assumere.

Studiosi delle sviluppo affermano che sarebbero sufficienti 25 centesimi di dollaro al giorno da parte di ciascuno di noi per mettere fine al silenzioso tsunami della fame nel mondo.

Questo è vero: credo che i 40 milioni di cani e gatti (su una popolazione di 60 milioni) presenti sul territorio italiano, costino di più di 25 centesimi al giorno per i proprietari.

La umanizzazione degli animali e l’indifferenza nei confronti delle condizioni degli umani (non è sempre così ma indica una tendenza che andrebbe osservata con maggiore attenzione) sono sotto gli occhi di tutti: aumentano infatti gli spazi alimentari per animali nei supermercati e le prestazioni dei veterinari.

Si tratta certo ddella nostra moderna antroplogia, un fatto culturale che va tenuto in considerazione e che appare in aumento.

Occorre evitare che inavvertitamente si cada nella cinica indifferenza nei confronti di comportamenti che investono anche le responsabilità dei singoli: sommati essi costituiscono società e paesi con comportamenti non virtuosi.

Basti considerare che l’Italia ha praticamente azzerato l’aiuto allo sviluppo (0,2% del Pil, mentre  ha aumentato la spesa militare all’1,50% del Pil ( oltre 22 miliardi di euro, dati del 2008).         

Questa indifferenza è anche passività nei confronti delle decisioni delle istituzioni.

Le responsabilità hanno gerarchie diverse: quelle minori sono solo apparentemente marginali ed insignificanti.
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