Le cose non dette…

Pochi giorni dopo la puntata di Report “Gli insindacabili” erano già 820 i commenti  postati su facebook , tra questi la lettera di Toni Ferigo a Gianni Alioti e la sua risposta (vedi allegati). Ferigo sottolinea sia il merito sia le riserve sui fatti e sulla narrazione di Report, Alioti si sofferma sulle troppe carenze di quanto andato in onda e formula severe critiche sul servizio di Sgfrido Ranucci, estendendole al sito www.il9marzo e in misura diversa a www.sindacalmente.org di cui si dichiara attento lettore.

Foto al tempo del “cambio di guardia” – Il Messaggero –

Alioti ricorda i suoi giudizi sul commissariamento della Fai (primo atto repressivo della gestioneFurlan) sul quale espresse nella Fim il suo disaccordo e litigò per questo con Marco Bentivogli, definito da lui “bonnoniano di ferro”, poi prosegue con il  caso Scandola, il commissariamento della Funzione pubblica  e altro, che vi invitiamo a leggere.  

Conclude la sua risposta a Ferigo con questo giudizio su Report “…. L’ho visto insieme a mia moglie con sentimenti di tristezza e amarezza come i tuoi, ma anche con tanta rabbia… per come la trasmissione ricostruisce i fatti. Non c’è alcuna contestualizzazione, nessuna cronologia e correlazione tra i vari episodi narrati. Per chiunque si occupi di comunicazione appare evidente il proposito del servizio di Report d’attribuire ai dirigenti attuali anche le responsabilità di fatti denunciati relativi a oltre dieci anni fa. Come, ad esempio, quelli sollevati da Fausto Scandola (…). Mi sembra abbastanza chiaro, per com’è costruito il servizio stesso, che Sigfrido Ranucci e la sua troupe televisiva più che fare giornalismo d’inchiesta, in questo specifico caso, vogliano dimostrare un teorema. Lo scopo è mettere alla gogna la CISL e, soprattutto, quei dirigenti che hanno prima “fatto fuori i bonanniani” e poi si sono privati delle competenze del sindacalista 4.0, amico di Calenda, l’unico in grado di tutelare i lavoratori di Whirlpool e di Ilva (come scritto da Sigfrido Ranucci a giugno 2020 in un infamante tweet sull’account di Report). Se ci sono cose che mi sfuggono per capire quali interessi sono alla base di questo “teorema”, ho diversi elementi per pensare male. E non parliamo, per favore, di logiche complottistiche. Se come dici tu “i fatti parlano da soli” (e l’insieme della CISL farebbe bene a occuparsi di questi), anche il servizio di Report parla da solo. È questa, ovviamente, una mia narrazione “apocrifa” che, oltre a non avere alcuna ufficialità, non ha la pretesa della verità assoluta, perché come qualunque altra narrazione è di parte. Prendendo in prestito le parole di Fabrizio De André della canzone “Il bombarolo” penso (forse con una colpevole presunzione) che quanto ho scritto, “se non del tutto giusto” è “quasi niente sbagliato”. Gianni Alioti Genova, 20 dicembre 2020

Le lettere di Ferigo e Alioti hanno rilanciato il dibattito sulla Cisl, sulle cose non dette da Report (che probabilmente non poteva dire stante che su certi argomenti di democrazia interna alla Cisl pochissimi ancora parlano “fuori dalle riservate stanze”). Sono pervenute prime interessanti e-mail che pubblichiamo nei commenti: quella di Franco Aloia che inizia un suo racconto sulle “cose non dette” o non capite a suo tempo, quella di Gian Giacomo Migone che risponde a una sollecitazione di Claudio Chiarle, quella di Renato Bresciani e di Aldo Romagnolli. Altre certamente ne seguiranno.

Sul sito il9marzo.it, Giovanni Graziani – che stima Gianni Alioti – pubblica al link http://www.il9marzo.it/?p=13505 l’articolo “Gianni, il Var e la contestualizzaione” nel quale contesta in punta di fioretto – fatti e commenti – le aspre accuse contenute nella lettera di Alioti.

Informiamo i nostri lettori che Sabato 19 dicembre Il coordinamento di “Prender parola”, riunito on line , in considerazione delle numerose sollecitazioni pervenute dai nostri simpatizzanti dopo la puntata su Gli intoccabili, accelera i tempi annunciando che si pone l’obiettivo di svolgere la  prima sezione del Seminario La democrazia dei corpi intermedi , del sindacato e della Cisl” già nel mese di gennaio, probabilmente in modalità on line stante il perdurare della pandemia, con il sostegno dei siti www.il9marzo.it e www.sindacalmente.org

In questi giorni abbiamo anche diffuso notizie su quanto percepiva Savino Pezzotta come segretario generale della Cisl: la sua retribuzione era di 3.340 euro lordi, da Regolamento, più il pagamento dell’alloggio a Roma. ( vedi link http://www.il9marzo.it/?p=13491)

Ricordiamo infine quel dettaglio importante, spesso dimenticato: Savino Pezzotta venne “spintonato” alle dimissioni nel 2006 dalla cordata guidata da Bonanni-Bonfanti che includeva anche quanto rimaneva degli esponenti che si dichiaravano “carnitiani”, allo rappresentati nella segretaria confederale da Pier Paolo Baretta. Di questo e dei mutamenti successivi si conosce poco oltre all’area, più o meno vasta, dei “pretoriani di turno” che si forma attorno a chi assume la guida (o meglio dire il comando) della Cisl.

Per più informazione aprire gli allegati e leggere i commenti

7 commenti
  1. redazione
    redazione dice:

    Come iniziò la “deviazione” di Franco Aloia – Carissimi, la lettera di Alioti, aldilà del giudizio sul servizio di Report che non ha alcuna rilevanza sulla storia della Cisl, ha il grande merito di entrare a piedi giunti nel punto preciso in cui avviene “la deviazione” dai comportamenti e dai valori della Organizzazione : le dimissioni di Savino Pezzotta e l’elezione di Raffaele Bonanni. Io per primo non colsi questo cambiamento radicale e la giudicai una normale rotazione fra bravi dirigenti. Lo dico per rilevare come all’origine di tutto vi fu una colpevole e generalizzata sottovalutazione di quanto stava avvenendo. Solo successivamente si venne a sapere di una precisa strategia messa in atto da un gruppo di dirigenti che si raggruppamento intorno a Bonanni. Nella segreteria da lui guidata presero quota progressivamente sia Bonfanti che Furlani. Quando Bonanni “aggiustò” la sua retribuzione e la sua futura pensione non lo fece solo per se, ma per tutti i segretari confederali. Ciò non avvenne a loro insaputa ma con il loro consenso (formale o informale?).
    Tutta la segreteria confederale era ” bonanniana” e tutti concordarono con la proposta di Bonanni di individuare nella Furlan la sua futura candidata alla segreteria generale. Quando scoppio lo scandalo della pensione d’oro di Bonanni, i bonanniani restarono raccolti intorno alla Furlan che dava continuità alla gestione (ahimè) precedente. Scaricarono tutte le responsabilità su Bonanni e tacerono dell’aver goduto al pari di lui delle sue decisioni. In Cisl si formo’ intanto un altro gruppo di dirigenti che si proponevano di prendere la maggioranza nell’organizzazione ed erano segretari generali di federazioni nazionali, tra cui Faverin della funzione pubblica e altri. Quando Scandola, in modo riservato e corretto, si rivolse alla Furlan per avere risposta sugli stipendi e le pensioni dei segretari confederali gratificati dalle decisioni di Bonanni, prima ebbe il silenzio e poi l’espulsione.
    A chi chiedeva spiegazioni sulle mancate risposte a Scandola si rispose che Scandola agiva per conto di Faverin e che il merito non riguardava quindi retribuzioni e pensioni quanto il tentativo di Faverin di utilizzare lo scandalo per indebolire la Furlan e sostituire il vertice della Confederazione con nuovi dirigenti. Scandola fu espulso. Faverin fu commissariato. Tutto questo va scritto su Sindacalmente e, se possibile sui siti Cisl, perché anche con altri contributi possa essere ricostruita la verità storica sulla “deviazione” dei dirigenti che, all’insaputa degli oltre quattro milioni di iscritti, hanno agito per se stessi e non per la Cisl. Franco Aloia

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  2. redazione
    redazione dice:

    Gian Giacomo Migone ha risposto come segue a Claudio Chiarle, già seg.gen. Fim Cisl Torinese per otto anni, che ha auspicato la pubblicazione su Sindacalmente.org della lettera di Gianni Alioti inviata a Toni Ferigo, entrambe pubblicate su fecebook.
    Caro Claudio,
    sono favorevole alla pubblicazione dell’intervento di Gianni Alioti su “Sindacalmente”. Nello stesso tempo ti chiedo di prendere posizione perchè, in questa ed in altre occasioni, la nostra voce sia accolta, come parte di un legittimo confronto, su tutte le pubblicazioni della Cisl. Ti sollecito anche a chiedere alla Fondazione Nocentini di fare quanto sarebbe stato suo elementare dovere e che finora non ha fatto: promuovere dibattiti sulla storia e la politica della nostra comune organizzazione di cui noi siamo partecipi; raccogliere, attraverso un programma di storia orale, le nostre testimonianze riguardo ad un passato comune nella e per la Cisl, a servizio di lavoratrici e lavoratori. Quanto al merito dell’intervento di Alioti, osservo che Bonanni ha quanto meno, come premessa alla trasmissione di Report, avuto l’elementare buon senso di autocriticarsi, ammettendo il fatto di una gestione amministrativa estranea all’organizzazione che lo ha favorito in maniera indecente. Gli attuali dirigenti interpellati sono scappati, non solo di fronte ai giornalisti, ma da tutti coloro che, all’interno della Cisl, hanno chiesto loro conto di scelte da essi operate e di cui hanno beneficiato e che con ogni mezzo, giudiziario e amministrativo, invece, hanno perseguito con espulsioni, querele, commissariamenti. In tal modo hanno ferito la stessa storia ed identità della Cisl a cui molti di noi hanno aderito, non perchè ragazzi delle parocchie, o anticomunisti, ma in quanto desiderosi di libertà e democrazia che gli altri sindacati allora garantivano in misura minore. Seguendo l’esempio di persone quali Cesare Delpiano, Alberto Tridente, i fratelli Gheddo, Pippo Morelli, Sandro Antoniazzi, Pierre Carniti, Idolo Marcone e tanti altri di quella generazione.
    Cosa ne pensi, caro Claudio? Come disse, concludendo un congresso nazionale della Cisl, l’allora segretario Generale della Cisl, Gigi Macario: “Amicus Plato, sed magis amica veritas”.
    Gian Giacomo Migone Iscritto alla Cisl da 50 anni

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    • Carmelo Inì
      Carmelo Inì dice:

      dalle parole di GianGiacomo:” In tal modo hanno ferito la stessa storia ed identità della Cisl a cui molti di noi hanno aderito, non perchè ragazzi delle parocchie, o anticomunisti, ma in quanto desiderosi di libertà e democrazia che gli altri sindacati allora garantivano in misura minore. Seguendo l’esempio di persone quali Cesare Delpiano, Alberto Tridente, i fratelli Gheddo, Pippo Morelli, Sandro Antoniazzi, Pierre Carniti, Idolo Marcone e tanti altri di quella generazione.”
      Io sono forse della generazione successiva a quella di GianGiacomo e mi sono iscritto alla Cisl perchè oltre ai nomi citati da GianGiacomo nel mio reparto della Fiat Velivoli erano iscritti alla Cisl due persone delle tre su trecento che facevano sciopero da soli ed uno era un cattolico di base e l’altro era iscritto al PCI ed entrambi mi hanno detto che erano iscritti alla fim-cisl perchè potevano dire quello che pensavano in libertà senza preoccupazione di essere anche solo rimproverati se non erano daccordo con il gruppo dirigente. Ho messo insieme queste due diversità(nessuna esperienza politica a 20anni e venendo dal profondo sud) ed ho deciso di iscrivermi alla fim-cisl in cui sono rimasto fino a gennaio 1984. Non conosco nel merito queste vicende e mi affido a chi le conosce più di me come Tony Ferigo e altri. Mi preme dire che, più che vedere e leggere o prendere posizioni su questi fatti che direi incresciosi per il mio vissuto, occorrerebbe riprendere quel concetto che diceva Giangiacomo e cioè che in Fim e in Cisl era possibile esprimere democrazia e libertà più che in altre organizzazioni. Riflettere e agire su ciò aiuterebbe a far riprendere il sogno che era di tanti giovani e meno giovani mezzo secolo fa. Cosa e come di tanti piccoli fatti avvenuti nel tempo ha favorito il piano inclinato che inizia molto prima e direi verso la fine degli anni 70′ a cui si riferiscono i fatti descritti da Report. Così potremo ridare una speranza e un sogno a chi vuole stare in un ambiente dove si può esprimere democrazia e libertà maggiore che in altri ambienti e questo lo dobbiamo a noi stessi per la nostra storia individuale come obiettivo prima che alla cisl e………..

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  3. redazione
    redazione dice:

    Ringrazio di cuore per tutti gli ultimi interventi, anche se non ho ancora letto quello di Claudio Alioti.
    Ringrazio Franco, Claudio e Giangiacomo. Credo sia quanto mai opportuno un allargamento della discussione, così si possono conoscere tante cose delle dinamiche interne alla Cisl non note. Quanto alla Nocentini, avendo anche a volte cercato di collaborare, se non altro per meriti di lunga memoria storica, credo che sia da criticare, caro Giangiacomo, per le sue insufficienze e limiti, innanzitutto anche di risorse, senza dimenticare che l’occuparsi e quanto di storia sindacale é un problema un po’ più generale e complesso da approfondire. Ad es. non é secondario anche il fatto che da decenni anche all’Università non ci sono più programmi di storia sindacale …
    Proseguiamo con onestà e coraggio Saluti e auguri a tutti da Renato Bresciani

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  4. redazione
    redazione dice:

    Aldo Romagnolli – Cari amici ,andrò poi a leggere l’intervento di Alioti ,intanto mi preme pero’ unirmi a voi sia per attivare di più la fondazione Nocentini, che intanto va ricordato qualcosa ha già avviato con la partecipazione alla pubblicazione delle mie memorie che dovrebbe essere messo in commercio nei prossimi giorni,se non lo ha già fatto,,, ma sopratutto per rilanciare una iniziativa che ridia Scandola il giusto riconoscimento.
    Io non amo i programmi di REPORT però aver riportato con chiarezza le dichiarazioni di Bonanni ci permette, di più ,ci impone di riprendere con più forza una battaglia che faccia giustizia e demolisca il gruppo immorale che oggi sta a capo della cisl.
    Vorrei ancora dire che mi stupisce la passività ,di costoro,dopo le dichiarazioni di Bonanni .li facevo più intelligenti e per certi versi anche opportunisti e invece intelligenti non sono e sono molto peggio di tutte le possibili immaginazioni sino al punto di essere pericolosi per se e ancor di più per la storia della CISL
    PENSIAMOCI e dopo le feste vediamo di riprodurre idee sul cosa fare cercando anche di affiancare di più il lavoro colossale di Serafino.
    Vi faccio auguri anche se ho la tristezza nel cuore per la morte di uno dei miei fratelli Sergio, che si è spento questa mattina. Aldo Romagnolli

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  5. Carlo Daghino
    Carlo Daghino dice:

    Dopo le due trasmissioni di Report sono restato con un grande amaro in bocca ed un “emergenza bile” dovuta ai fatti emersi nell’inchiesta. Devo dire che non mi piace il metodo giornalistico di Report perché fa sembrare grigi tutti i gatti che si vedono all’imbrunire. La stessa sensazione l’avevo provata anni fa (conduceva ancora la Gabanelli) in occasione di una inchiesta sulla cooperazione internazionale. Anche lì erano stati sollevati comportamenti discutibili e forse anche scandalosi, ma la sensazione finale era che tutti quelli che operavano in quel campo fossero degli approfittatori. L’inchiostro messo nel ventilatore macchiava tutti allo stesso modo. E questa è la stessa osservazione che faccio alle inchieste sulla CISL.
    Tuttavia io penso che bisogna guardare “la luna” molto più del “dito” che la indica. Il dito può essere un po’ storto, ma indica a sufficienza la direzione a cui rivolgere lo sguardo.
    Non entro nel merito di quanto descrive Gianni Alioti quando dice che bisogna contestualizzare (dimissionamento spintaneo di Pezzotta, epoca “bonanniana”, epoca “furlaniana” ecc) poiché la mia lontananza dalle stanze Cisl risale a ben prima di queste vicende e quindi io le scopro ora. Il mio sguardo è dunque molto esterno assimilabile a quello di un cittadino qualunque salvo l’aver dedicato la parte centrale della propria vita all’impegno sindacale in Cisl.
    Ebbene a me pare che al netto delle miserie morali emerse con Report (segretari regionali Fim che si denunciano a vicenda, strutture FNP che vengono sanzionate per essersi ridotti i compensi, uso politico dei commissariamenti, ecc) in Cisl ci sia un problema politico-etico grosso come una casa ma di cui si discute assai poco o forse nulla: l’assenza di un ragionevole rapporto fra il salario/stipendio dei lavoratori rappresentati e lo stipendio/compensi dei dirigenti specie ai più alti livelli. E questa era la parte più significativa della denuncia di Scandola.
    Se ho ben capito il nuovo regolamento di furlaniana fattura ha assorbito tutte le “anomalie” di bonanniana memoria alzando a tutti i compensi. Questa soluzione mi ha ricordato la trovata dell’allora ministro Carlo Donat Cattin quando, negli anni ‘60 del secolo scorso, emerse il problema dell’inquinamento delle risaie che era risultato superiore ai limiti di legge: alzare i limiti! L’inquinamento rimase, ma le risaie tornarono in regola con le legge grazie ad un tratto di penna ed in piena trasparenza. Le conseguenze di questa logica le abbiamo pagate e le stiamo ancora pagando adesso. La Cisl vuole seguire la stessa strada? E ai livelli periferici, dove non si vuole essere macchiati dall’inchiostro, proprio non c’è nulla da dire?

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  6. Aldo Celestino
    Aldo Celestino dice:

    Allioti nella sua lettera sostiene che la CISL farebbe bene a ricostruire la narrazione collettiva e condivisa di quella stagione trovando la forza di riconoscere qualche errore e fare in modo affinché non possa ripetersi. Ricordo a Gianni Allioti, che ringrazio per una serie di informazioni, che la storia la scrivono gli storici e non le organizzazioni su sè stesse perché ciò avviene solo nei regimi autoritari. Mentre condivido il fatto che la CISL debba fare autocritica soprattutto per evitare che gli errori possano ripetersi. E questo non è affatto avvenuto. Tanto è vero che gli errori continuano a ripetersi. Tra la segreteria di Bonanni a quella della Furlan c’è continuità e sono pochi i cambiamenti nella direzione giusta. Tra questi certamente c’è il rientro delle diverse società nei servizi all’interno della confederazione nazionale.
    Se Report usa un linguaggio non condivisibile, se non contestualizza, se è probabile che ci sia un suggeritore, che non vuole apparire . Posso condividere tutto ciò. Ma Report ha il merito di aver scoperchiato un sistema di malaffare, una gestione poco trasparente, in poche parole ha evidenziato una caduta di etica sindacale nella CISL che va avanti da Bonanni e prosegue tutt’ora. Il sistema del malaffare era sicuramente conosciuta tra gli addetti al lavoro, ed in molti casi praticata o peggio tollerata ad altri livelli, di qui il discorso dei due pesi e delle due misure. “Tu puoi rubare o avere una amministrazione opaca ma se sei della mia cordata allora va bene. Invece se tu non sei della mia cordata (o peggio ti permetti di criticarmi) ti mando una mia ispezione confederale e ti faccio le pulci, poi ti deferisco ai miei probiviri e poi posso anche commissariarti ed infine ti espello dall’organizzazione”. Sarebbe il caso di approfondire i vari commissariamenti che ci sono stati operati sotto la direzione Furlan/ Sbarra. Cito per brevità solo i titoli, dal commissariamento della FAI nazionale a quello della FP nazionale, da quello della FP di Torino a quello della FNP di Padova Rovigo, infine quello della FNP del Piemonte Orientale. Ditemi cosa c’è di democratico e di trasparente in tutto questo ?A te che non sei in linea col vertice non rimane altro che rivolgerti alla magistratura ordinaria , che sappiamo bene come funziona. Della denuncia dello scandalo dei mega stipendi di Bonanni , ma anche di tutta la segreteria CISL e di diverse categorie, bisogna ringraziare in primo luogo Fausto Scandola , altrimenti tutto continuava come prima, nella più totale informalità, come dichiara con una dose di faccia tosta lo stesso Bonanni. Poi se Scandola ha usato mezzi poco ortodossi o peggio se lo stesso aveva posizioni fascistoide a me sembra secondario. Resta il fatto che per aver denunciato il malaffare del vertice della CISL anziché premiarlo invece è stato condannato ingiustamente ed espulso. E solo in pochi nella CISL hanno preso posizione contro questo provvedimento. La CISL poteva riabilitare Scandola ma non l’ha mai fatto.
    Se Bonanni dopo aver sporcato tutta la Cisl, non fu cacciato nel 2014 è la dimostrazione della continuità di direzione della CISL tanto è vero che fu proposto alla direzione del Centro Studi e ad un importante incarico a livello internazionale. Un paradosso dal momento che la CISL aveva da anni azzerato la sua azione internazionale ed europea. Su questo tuttavia non è che la CISL di Furlan abbia rimediato. Ricordo che il 14 e 15 settembre 2015 ho partecipato per la CISL, ero insieme a Gianni Allioti e Giuseppe D’ercole, al summit dei sindacati organizzato dal CSI (Confederazione Sindacale Internazionale) per discutere delle proposte sindacali da portare alla COP 21 di Parigi. In quell’occasione un dirigente della CES mi riferiva che erano anni che la CISL non versava le quote di adesione alla CES, oltre ad aver smantellato l’Ufficio internazionale.
    Per correggere gli errori della gestione Bonanni poco è stato fatto. Tutto ciò che venne approvato nell’assemblea organizzativa dal codice etico agli stipendi lo spiega bene Daghino quando usa la metafora di Donat Cattin di alzare il livello di legge e tuttavia mantenere l’inquinamento. Ancora oggi come sono ampiamente praticati stipendi e posizioni anomale. Dalla Furlan alla Ventura a Sbarra, che percepiscono doppio stipendio quello della CISL, innalzato col nuovo regolamento e quello della struttura di provenienza, rispettivamente dalle Poste, dal Comune di Torino e dall’ANAS. Per questo ultimo addirittura senza avervi mai lavorato. I dati su Sbarra dicono che nel 2014 percepiva al lordo dalla CISL uno stipendio di € 109.520 e dall’ANAS 34.692 per un totale di € 144.212 mentre il regolamento della CISL prevedeva una retribuzione lorda di € 85.714,02.
    Se il sistema del malaffare continua tutt’ora e c’è una colpevole continuità in CISL. Penso che gli attuali dirigenti per certi veri siano anche peggiori. Infatti a differenza di Bonanni sono scappati di fronte ai giornalisti ma anche di fronte alle richieste di spiegazione. Infine mi chiedo tutto questo può ancora lasciare indifferente i livelli periferici?

    Aldo Celestino

    Torino, 29 dicembre 2020

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