LA CORRUZIONE IN ITALIA – virgolettati e titoli forzati – Renzi, Davigo, Cantone, Gratteri, Grosso –

Lo scontro tra governo e magistratura è voluto da Renzi e/o da Davigo? Oppure è un franco confronto che, media interessati, vogliono ingigantire? Si utilizza anche in questo caso l’infelice metodo “del commentare un altro commento” tralasciando il fatto, il merito del problema, le parole effettivamente pronunciate? I titoli e sottotitoli “virgolettati” dei quotidiani forzano le parole e lo spirito dei protagonisti? La Corte dei conti esercita le funzione assegnate dalla Costituzione (art.100). Nelle relazioni annuali da tempo sottolinea che «taluni indicatori indiretti collimano nel segnalare come, nel confronto internazionale, l’Italia presenti un grado elevato di corruzione». Fino ad oggi il costo aggiuntivo annuo per l’economia, imputato alla corruzione è stimato in 60 miliardi.

Su La Stampa del 24 Aprile, Carlo Federico Grosso scrive (vedi allegato) Che i politici (non tutti ovviamente, ma una parte di essi) non abbiano mai smesso di rubare e che i politici corrotti oggi abbiano addirittura smesso di vergognarsene mi sembra pacifico…oggi i rinviati a giudizio e condannati continuano tranquillamente ad operare nei luoghi della politica. Che la corruzione, anziché diminuire, dal 1992 sia aumentata, e sia peggiorata la sua qualità, mi sembra una realtà altrettanto incontestabile: nel 1992 una parte rilevante di coloro che avevano percepito tangenti lo aveva fatto per il partito, mentre oggi la tangente è di regola accettata in chiave di guadagno personale. Se Piercamillo Davigo, nella sua intervista dell’altro ieri, ha inteso, come mi sembra, esprimere questi concetti, ha enunciato cose delle quali una parte consistente degli italiani è assolutamente convinta..”.

Matteo Renzi, al Senato replicando alle mozioni di sfiducia, ha detto testualmente: «Io sono per la giustizia, ma non giustizialista. Per i tribunali, non per i tribuni. Rispetto le sentenze, non le veline che violano il segreto istruttorio. Ci sono stati dei giudici eroi, ma anche pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo, vite di persone perbene distrutte mentre i veri delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista». Per vent’anni, ha scandito a Palazzo Madama il presidente del Consiglio, «l’avviso di garanzia è stato l’equivalente di una condanna», adesso si cambia. Le sentenze «sono solo quelle che arrivano in giudicato, come vuole la Costituzione». http://www.lastampa.it/2016/04/20/italia/politica/renzi-nuovo-attacco-alle-toghe-no-alla-barbarie-giustizialista

Il Fatto Quotidiano ha scritto un titolo diverso “Renzi come Berlusconi: 25 anni di barbarie giustizialista”.http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/19/in-edicola-sul-fatto-quotidiano-del-20-aprile-renzi-come-b-venticinque-anni-di-barbarie-giustizialista/2653600/

Piercamillo Davigo, presidente Anm (Associazione nazionale magistrati), nell’intervista (allegata)  pubblicata dal Corriere della Sera del 22 Aprile, dopo aver ricordato come si concluse Mani Pulite, risponde alla domanda di Aldo CazzulloE ora?” così: Non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: “Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare”. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti». Il titolo a quella intervista aggiunge una parolina che ha l’effetto di un parolone, e diventa “I politici continuano a rubare…”. Il titolo virgolettato che Corsera ha scelto generalizza, le parole effettivamente dette da Davigo,no. Una svista, casuale?

Sul rapporto governo-politica-magistratura ha rilasciato sempre a Aldo Cazzullo, Corriere della Sera del 23 aprile, un’intervista (allegata) Raffaele Cantone. Il Presidente della Anac (Agenzia nazionale anti corruzione), si differenzia da alcune affermazioni di Renzi e di Davigo, tra queste:

«Barbarie giustizialista è un’espressione esagerata. C’è stato un periodo in cui non tanto la magistratura, quanto l’interpretazione dei provvedimenti della magistratura ha creato eccessi: bastava essere indagato per venire messo alla gogna».

«Non si risolve tutto con le manette La magistratura ha le sue colpe….Dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione».

Sul rapporto politica e giustizia, sulla necessità di norme per rendere più rapida e più efficace l’attività dei magistrati Nicola Gratteri, nuovo procuratore capo di Catanzaro, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha dichiarato: "Piercamillo Davigo ha sbagliato a generalizzare, ma sulla giustizia Matteo Renzi poteva fare di più…Davigo è una persona intelligente, preparata e brillante ma penso che abbia sbagliato a generalizzare, bisogna sempre entrare nello specifico. Se si dice che 'sono tutti ladri', facciamo il gioco dei ladri". "Non penso che Renzi abbia intenzione di attaccare i magistrati o di rallentare il lavoro della magistratura – ha aggiunto Gratteri in merito al botta e risposta del premier con le toghe -, non ho avuto questa percezione. Pero' mi sarei aspettato di più (sulla riforma della Giustizia, ndr)".  La Commissione Grattieri, costituita dal Governo Renzi, ha formulato da tempo "riforme" a costo zero, per ora tralasciate da governo. (vedi articoli tratti dal web) http://www.huffingtonpost.it/2016/04/22/gratteri-davigo-renzi-_n_9760172.html

Per maggior informazione e dettagli aprire gli allegati con i testi completi delle interviste a Piercamillo Davigo e Raffaele Cantone, articoli sulla Commissione Gratteri, l'articolo di Carlo Federico Grosso su La Stampa del 24 Aprile.

 

 

Allegato:
continuano_a_rubare_davigo_cazzullo.doc
non_si_risolve_tutto_con_le_manette_cantone_cazzullo.doc
commissione_gratteri_1.doc
corruzione_lanm_eviti_ricette_morali_federico_grosso.doc

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