LA BOCCIOFILA E IL DIRITTO – il9marzo.it – espulsione illegale, imputazioni non vere –

La bocciofila e il diritto – Redazione il9marzo.it – L’espulsione di Bruno Della Calce (Funzione pubblica Cisl) sancita da un collegio sciolto in seguito al commissariamento, per imputazioni ridicole (l’invito a dimettersi dagli incarichi, come aveva fatto lui, spacciato per invito a dimettersi dalla Cisl, cosa che lui per primo non aveva fatto) e con motivazioni rivelatrici di un costume incompatibile con la democrazia (come aver propagandato le sue idee e strumenti di divulgazione come questo sito), oltre che nel dispregio delle garanzie difensive è l’ultimo episodio di una lunga serie.

Negli ultimi tre anni si contano infatti tantissimi casi in cui gli strumenti giuridici sono stati usati come strumenti di potere invece che di garanzia del diritto e dei diritti.

Alcune di queste vicende sono state portate alla magistratura ordinaria, che però finora si è sempre scaricata di ogni responsabilità con decisioni che nulla hanno deciso nel merito (ci riferiamo in particolare all’impugnazione del commissariamento della Fai ed all’espulsione di Fausto Scandola).

Altre vicende devono essere esaminate in Tribunale (il commissariamento d’urgenza della Fp con motivazioni fragili e senza il rispetto della garanzia del contraddittorio), ed altre potrebbero essere portate davanti ai giudici. Mentre siamo ancora in attesa di capire cosa accadrà a Napoli, dove fra denunce e controdenunce è la procura della Repubblica che si sta occupando della Cisl ed ha ascoltato, oltre a Lina Lucci, anche il segretario generale in carica e il suo predecessore. Senza dimenticare il licenziamento di Giampiero Bianchi dalla Fai ad opera del dottor Sbarra dell’Anas, lo ripetiamo per dar fastidio a chi non vuole che si dica, al quale era stato contestato come illecito disciplinare aver esultato ad alta voce alla notizia delle dimissioni di Raffaele Bonanni.

Tutto questa perversione degli strumenti giuridici non è senza significato: vuol dire che nella Cisl si è persa ogni connessione con l’idea di un diritto che sia garanzia dei soggetti e delle persone, e si è affermata la concezione del diritto come ulteriore strumento in mano al potere. Un’arma della maggioranza invece che una garanzia delle minoranze, dei dissenzienti e dei singoli.

Di solito si dice che queste cose dimostrano l’insufficienza di un inquadramento giuridico dei sindacati fra le associazioni non riconosciute, “come una bocciofila”. Ma la verità è che neanche una bocciofila deve poter essere amministrata attraverso strumenti che sono la negazione stessa dell’idea di un diritto uguale per tutti.

Evidentemente c’è bisogno di una riflessione su cosa voglia dire libertà di associazione sindacale, intesa come libertà delle persone che si associano e non come arbitrio di chi ha il potere nell’organizzazione, tanto poi i giudici non intervengono con l’alibi che “queste sono organizzazioni non riconosciute, come una bocciofila”. Una riflessione seria, non strumentale a sostenere questa o quella posizione di potere, ma a ridefinire il significato di parole come associazione, democrazia, rappresentanza, diritto come limite del potere. Se la Cisl non ha alcun interesse a queste cose, forse toccherà a noi trovare il modo di tornare a porre il problema della posizione giuridica del sindacato e dei soggetti, persone e federazioni, dentro alle confederazioni sindacali.

Intanto seguiamo con vivo interesse le vicende dell’impugnazione del commissariamento Fp, che sarà discusso in tribunale a partire dall’autunno, e di quel che deciderà di fare Bruno Della Calce per contestare la sua espulsione. Perché, prima o poi, ci sarà un giudice a rendersi conto che certe cose non sono ammissibili neanche in una bocciofila.

admin 23 luglio 2017 5 Commenti       http://www.il9marzo.it/?p=9809

 

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