L’EUROPA DELLE NAZIONI – redazione – immigrazione 12/4/11

I Tunisi che giungono in Italia sono liberi di muoversi in Europa, con il permesso temporaneo rilasciato dall’Italia, se dimostrano di possedere documenti e soldi. E’ quanto ha precisato il ministro degli Esteri francesi Claude Guéant: “48 euro per ogni giorno che intendono trascorrere nel Paese, altrimenti il Paese di accoglienza può procedere alla riammissione”. Da Lussemburgo alcuni commenti.“La linea che è uscita” dal consiglio straordinario dei ministri dell’Interno dell’Unione europea sull’immigrazione “è che l’Italia deve fare da sola”, ha detto Roberto Maroni, minacciando un’uscita dal club europeo. “Noi abbiamo espresso solidarietà quando c’è stata la crisi economica nei confronti della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda”, ha spiegato Maroni. “Di fronte alla crisi sociale e geopolitica” degli sbarchi dalla Tunisia, “la risposta dei governi (europei) è: ‘Cara Italia sono affari tuoi e devi fare da sola’. Mi chiedo – ha detto Maroni – se davvero abbia un senso continuare a far parte dell’Ue, un’istituzione che si attiva subito per salvare le banche, per dichiarare guerra, ma quando c’è da esprimere solidarietà concretamente a un paese in difficoltà, come oggi è l’Italia, si nasconde”. Nonostante la richiesta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di non scherzare con l’Ue, per il ministro dell’Interno “se la risposta dell’Europa è questa, francamente meglio soli che male accompagnati”.

Né la Commissione né la presidenza ungherese del Consiglio Ue hanno voluto commentare le parole di Maroni. “Mi spiace che Maroni sia deluso. L’Italia è un grande paese, un patrimonio per l’Ue, ma abbiamo fatto molto”, si è limitata a dire la commissaria Cecilia Malmström, che il ministro dell’Interno ha lodato per la collaborazione su Lampedusa. L’esecutivo comunitario ha fatto quel che ha potuto, fornendo assistenza tecnica, una missione Frontex e aiuti finanziari. Tra i diplomatici europei l’escalation di Maroni, così come lo scontro italo-francese della scorsa settimana, è letta come “comunicazione interna. Si è rivolto alla sua opinione pubblica”, dice al Foglio uno di loro. Per gli altri paesi europei, i numeri degli sbarchi non giustificano né l’emergenza né la richiesta di solidarietà europea. “L’Italia è un grande paese”, ha detto il ministro dell’Interno, Hans-Peter Friedrich: “Ventitremila profughi non sono un problema rispetto alla popolazione totale del paese (…). La solidarietà in Europa deve essere condivisa solo quando un paese è realmente colpito da un problema di immigrazione di massa. Questo non è il caso dell’Italia”. Per contro Berlino – seguita da altre capitali europee – ha deciso di essere solidale con Malta, accogliendo 100 migranti sbarcati sull’isola di 400 mila abitanti, dove sono arrivati più di mille dalla Tunisia. L’operazione pilota per ricollocare i migranti in altri paesi Ue sarà coordinata dalla Commissione. “Malta è un piccolo paese, le capacità di accoglienza sono limitate, occorre prestare soccorso”, ha spiegato Malmström. Ma la commissaria svedese ritiene “prematura” la richiesta di Italia e Malta di attivare la direttiva sulla protezione temporanea, prevista per fronteggiare flussi di sfollati massicci, perché il numero di migranti non lo giustifica.

Maroni è stato duramente criticato per la concessione di permessi di soggiorno temporanei ai più di 26 mila migranti arrivati dalla Tunisia. Se è vero che le regole europee sono state rispettate, l’Italia viola “lo spirito di Schengen”, è l’accusa corale di Francia e Germania. “Questa cosa non si doveva fare” perché manda in frantumi l’Europa senza frontiere, hanno insistito Austria, Belgio, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Regno Unito. Il Trattato di Schengen, che regola la libera circolazione delle persone nello spazio intra-europeo, “è questione di bona fide”, spiega al Foglio un diplomatico. Se il governo italiano cerca di porre fine alla sua emergenza spingendo surrettiziamente i tunisini verso altri paesi, tutto il sistema va in crisi. Non è “nell’interesse dell’Europa essere costretti a introdurre nuovi controlli alle frontiere”, ha detto il tedesco Friedrich. Nonostante Schengen vieti “controlli sistematici”, il francese Cluade Guéant ha annunciato “una stretta” alle frontiere e altri respingimenti verso l’Italia. “Ho deciso di inviare sul posto una compagnia repubblicana di sicurezza (le forze antisommossa, ndr) per spalleggiare la polizia e la gendarmeria locale”. Mentre Maroni pensa di abbandonare l’Ue, Parigi e Berlino spingono per “reintrodurre le frontiere” e fanno circolare “l’idea di un emendamento a Schengen”, dice il diplomatico. “La riforma di Schengen è ancor più necessaria per i flussi migratori”, ha confermato ieri Guéant.

Da Il Foglio del 12 aprile

In allegato Il ritorno dell’Europa delle Nazioni di BORIS BIANCHERI   La Stampa 12/4/2011

Allegato:
Il ritorno all’Europa delle Nazioni.doc

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