IL PRIMO ANNO DELL’ANGOLO OTTUSO – M.Dellacqua – cultura – 12/4/10

IL PRIMO ANNO DELLA FONDAZIONE ORSO. Venerdì 2 aprile all’Angolo Ottuso di via Roma 11 la Fondazione Orso ha consegnato un contributo di solidarietà ad un gruppo di lavoratori della Streglio di None indicati dalle rappresentanze sindacali tra i più colpiti dalla crisi di un’azienda tuttora a rischio di fallimento. Non percependo salario né cassa integrazione da tre mesi, alcune famiglie sono del tutto prive di reddito.

Ciascun lavoratore ha ricevuto una somma di 500 euro che potrà restituire senza interessi non appena la condizione economica della sua famiglia potrà migliorare, secondo tempi e scadenze determinati dalla sua responsabilità. In tal modo, dicono alla Fondazione Orso, si potrà ricostituire un fondo che permetterà di intervenire al fianco di altre famiglie di lavoratori private di ogni reddito con il possibile aggravarsi della crisi economica. In tal modo, si rispettano le volontà testamentarie di “Orso” Bruno Redoglia che ha lasciato tutti i suoi beni per opere di solidarietà a favore dell’uguaglianza sociale, dell’emancipazione e dell’istruzione dei lavoratori, della cooperazione con i popoli oppressi dalla fame e dalle guerre.

 

Gli animatori della Fondazione Orso chiariscono che la scelta a favore dei lavoratori della Streglio è stata attuata a elezioni regionali già svolte: ciò per allontanare con rigore ogni minimo sospetto su una possibile gestione clientelare dei fondi. Ogni nuovo apporto di solidarietà sarà ben accetto ed anzi è sollecitato se compiuto in spirito di libertà, gratuità e volontarietà. A raccogliere per primi il messaggio di Orso sono stati i giovani della None Pro Loco che la scorsa estate hanno versato una somma di 440 euro dopo una partita di calcio organizzata con i ragazzi dell’Oratorio per sostenere i lavoratori minacciati dalla disoccupazione.

 

Orso era un operaio elettricista all’Indesit di None scomparso a 72 anni il 28 maggio 2008. Anarchico in gioventù, amava definirsi apprendista comunista. Il suo messaggio di solidarietà si è concretizzato finora, all’angolo di via Roma 11 a None, con l’avvio di corsi gratuiti di italiano per stranieri, con l’istituzione del fondo di solidarietà, con l’attivazione di gruppi di acquisto equosolidale.

 

All’angolo di via Roma 11, sulla porta una scritta dice: “Qui si entra senza bussare”. Le riunioni del martedì e del mercoledì sera sono aperte a tutti e hanno finora visto il ritrovo del circolo rifondarolo, del gruppo NonUnoMaNoi, del Comitato “Energia Ambiente Territorio” che contrasta l’insediamento della centrale a biomasse. Si può avere la tessera di un partito. O anche di un altro partito. O anche di nessun partito (la maggioranza dei casi). Proiezioni, convegni, serate musicali e culturali hanno già favorito l’incontro con eventi o personalità che hanno segnato la storia del Novecento come Enrico Berlinguer, i fratelli Cervi, Peppino Impastato, Don Primo Mazzolari, Don Lorenzo Milani, Guido Rossa, Bruno Trentin, il 1956 ungherese, la Resistenza, il giorno della memoria.

 

“Non sempre ci riusciamo, ma ci sforziamo – si dice all’angolo – di essere sereni e circolari, non gerarchici e non competitivi. In una parola non ottusi”. Pare che, da quelle parti, la profondità delle riflessioni sia stata aiutata dalla partecipazione (in modica quantità) di Arneis, Barbera, Barolo, Berlucchi, Bonarda, Cabernet, Chianti, Cortese, Corvo novello, Dolcetto, Grappa di Bruno, Montepulciano, Moscato, Nebbiolo, Nero di Avola, Riesling, Soave, Verdicchio. Ancora assenti, tra gli altri, Aglianico e Grignolino. Frequenti, a seconda delle stagioni, gli interventi di acciughe al verde, amaretti, caffè, castagne, cioccolatini, crostate, formaggi, olive, panettoni, pasta e ceci, pesciolini piccanti, prosciutto crudo, salami, soppressate calabresi, the, torroni, torte dolci e salate, tronchetti di crema.

 

In tutto, 44 lezioni di italiano, 145 incontri e 950 passaggi, compresi quelli per celebrare la pensione di Giovanna (dall’asino tra gli olivi al sindacato tra gli elettrodomestici) e per incrociare infanzia con maturità grazie alle fiabe di Paola Lenarduzzi e Alberto Tridente.

 

E ora avanti. Col tempo, dal basso, con gli altri.
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