IL NUOVO REDDITOMETRO – N.Pini – tasse & evasione 26/10/11

Redditometro. Strumento evocato nei mesi scorsi come il "grimaldello" per la lotta all’evasione. Raffaele Bonanni l’ha dato addirittura come operante tempo fa, grazie -disse-  all’incisività dell’iniziativa della Cisl. Inizierà la sua sperimentazione a febbraio 2012. Non è diventato uno strumento di accertamento diretto del Fisco ma di orientamento per compilare le dichiarazioni dei redditi e per controllarle. Un pò diverso dalla propaganda fatta. Gli organici e gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate non sono stati potenziati. Alleghiamo il sintetico e chiaro articolo de L’Avvenire a cura di Nicola Pini. Buona lettura.

Ecco il nuovo redditometro stana-evasori

​Cento voci di spesa per disegnare l’identikit del contribuente e valutare la coerenza tra il reddito dichiarato e il tenore di vita. Dalla barca alla palestra, dalla pay-tv ai cavalli, dalla casa al mare alla colf. Ma anche l’abbonamento al circolo e l’iscrizione del figlio alla scuola privata. Il fisco italiano aguzza gli occhi per smascherare gli evasori e spingerli a una maggiore correttezza.

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ieri il nuovo redditometro, che entra nella fase della sperimentazione, ad associazioni di categoria, ordini professionali e sindacati. Sarà uno strumento di controllo ma soprattutto di compliance, spiegano dall’amministrazione, volto cioè a incoraggiare il contribuente a fare il proprio dovere con il fisco. La presentazione arriva proprio mentre si parla di una nuova tornata di condoni fiscali in arrivo con il decreto sviluppo. Ma ieri il direttore dell’Agenzia Attilia Befera ha frenato: «A me non risultano, ho letto che sono stati smentiti».

Da febbraio il redditometro sarà operativo e tutti potranno avvalersene per calibrare la propria dichiarazione, a partire dai redditi del 2011. Mentre il fisco potrà utilizzarlo anche per monitorare gli anni precedenti (dal 2009). Lo strumento, rilanciato dalla manovra del luglio 2010, si avvia a diventare ora uno dei principali mezzi per calcolare induttivamente la capacità contributiva delle famiglie. Non uno strumento di accertamento diretto ma un supporto che permetterà al Fisco di orientarsi e selezionare le dichiarazioni potenzialmente più infedeli. Ma certo, ha spiegato Luigi Magistro , direttore centrale dell’accertamento, «non impiegheremo risorse inutilmente scocciando chi non merita di essere scocciato». In parole povere, non si punta ai bersagli troppo piccoli.

Ma ancor prima il redditometro costituirà un modo per il contribuente (o il commercialista) di presentare una dichiarazione «coerente».  È un aspetto su cui l’Agenzia punta molto. Un software  permetterà a tutti di calcolare la rispondenza tra il tenore di vita e il reddito. Sapendo che in caso di uno scostamento rilevante tra la ricchezza presumibile e quella dichiarata, il contribuente potrà essere interrogato dall’amministrazione. In assenza di chiarimenti scatterà l’accertamento.

I parametri previsti per l’individuazione della coerenza tra spese e reddito, prendono in considerazione undici tipi diversi di famiglie, in base all’età, alla presenza e al numero dei figli, compresi quelli con genitore unico e single. I contribuenti sono quindi suddivisi tra cinque aree geografiche di residenza (nordest, nordovest, centro, sud e isole) per un totale di 55 gruppi omogenei.

Per valutare concretamente gli «elementi indicativi di capacità contributiva» di questi gruppi, l’agenzia ha individuato sette categorie di spesa (abitazioni, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative, investimenti, altre spese) e cento singole voci «rappresentative di tutti gli aspetti della vita quotidiana» (esclusi alimentari e abbigliamento: c’è la casa di abitazione ma anche i pezzi di arredamento acquistati, i viaggi e il telefonino, gli oggetti d’arte, la parcella del veterinario e le donazioni alle onlus.

Ovviamente «punteremo alle situazioni di maggior livello di spesa», ha precisato Befera. L’Agenzia può contare anche sul fatto che dal luglio scorso tutti gli acquisti oltre i 3.600 euro devono essere tracciabili. Dalle prime reazioni delle categorie, emerge disponibilità alla sperimentazione dello strumento ma anche qualche timore. E Confesercenti chiede un «redditometro degli sprechi pubblici».

 

Nicola Pini   su L’Avvenire del 26 ottobre 2011
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