IL NUOVO PREFETTO DI TORINO – F.Cravero – sicurezza 3/9/10

Il primo settembre si è insediato a Torino il nuovo Prefetto Alberto Di Pace. Ha affermatoche la sicurezza è la priorità e per sconseguirla servono integrazione e legalità. Sul problema dei Rom ha sottolineato che “Solo una minoranza di chi vive nei campi di Torino commette reati, mentre tutti vivono in condizioni di degrado e difficoltà; la sicurezza e il degrado sono due elementi distinti del problema, che non vanno confusi”.

Rafforzerà  l’impegno di polizia e carabinieri per contrastare i reati a prescindere dall’origine di chi li commette. Girerà nei quartieri da solo per rendermi conto della realtà.

Pubblichiamo l’articolo di FEDERICA CRAVERO su La Repubblica del 2 settembre.

Nomadi, profughi, sicurezza, Tav, vertenze sindacali, legalità. Alberto Di Pace, il nuovo prefetto di Torino, è da un giorno in città e ha già voluto andare al cuore delle questioni. Napoletano, 60 anni, il successore di Paolo Padoin ha raccolto il testimone anche come commissario straordinario per l’emergenza nomadi. E ha subito voluto precisare la sua posizione: “Solo una minoranza di chi vive nei campi di Torino commette reati, mentre tutti vivono in condizioni di degrado e difficoltà – ha detto ieri Alberto Di Pace, durante il discorso per il suo insediamento negli uffici di piazza Castello – La sicurezza e il degrado sono due elementi distinti del problema, che non vanno confusi”.

Il nuovo prefetto ha poi annunciato che Torino è in attesa di ulteriori finanziamenti, circa 4 milioni di euro, dopo che è già stanziato un milione. Nel pacchetto di interventi ci sono il trasferimento del campo di strada dell’Aeroporto e l’integrazione di chi vive nelle baracche abusive lungo lo Stura.

Di Pace ha affrontato tra le priorità il tema della sicurezza. “Presto convocheremo il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza – dice il prefetto – Sarà rafforzato progressivamente l’impegno delle forze dell’ordine per contrastare ogni attività delittuosa, a prescindere dalla zona in cui si compie e dall’etnia che la commette”. E non si è sottratto nemmeno a un commento sull’occupazione della palazzina corso Chieri da parte dei rifugiati somali: “Non credo che sia questo “il” problema della città – sottolinea – e non è detto che costituisca un problema di ordine pubblico. Certamente l’occupazione è un’azione illegale ma i tempi dell’intervento sono aspetti di natura tecnica”.

D’altra parte quello che Di Pace ha chiamato il suo “core business” è il rispetto dei diritti delle persone e il rispetto della legalità. “Da questo discende la strada verso la sicurezza – afferma – La mancanza di sicurezza è una delle più gravi forme di ingiustizia sociale perché colpisce maggiormente le classi più deboli”.

Arrivato domenica mattina a Caselle, poche ore dopo era già in giro per le strade di Torino. “Intendo muovermi spesso, come un qualunque cittadino, per rendermi conto della realtà che mi circonda – dice – Bisogna partire dal presupposto che quello che importa alla gente è la percezione della sicurezza, non la diminuzione dei reati. Sentirsi sicuri significa uscire, occupare in modo positivo il territorio: si innesca un circolo virtuoso”.

Un’idea, comunque, se l’è già fatta leggendo i giornali torinesi in questo ultimo mese, dopo la nomina. “La prima cosa che mi ha colpito di Torino è l’assoluta propensione alla legalità, che in qualche modo, apparentemente, sembra contrastare con le statistiche sul numero di reati. Questo significa che i reati ci sono, ma c’è anche una forte attitudine degli abitanti a sporgere denuncia. Quello di Torino è un contesto sociale molto sano e si rispecchia nella compattezza e nella collaborazione delle istituzioni che ho già constatato”.

Ma l’impegno del prefetto sarà rivolto anche alla mediazione dei conflitti sociali, dalle vertenze sindacali alla Tav. “Credo che l’ordine pubblico sia una questione soprattutto di prevenzione”, è il motto di Di Pace.

Oggi ( martedì 2 settembre) il nuovo prefetto incontrerà Mario Virano e i rappresentanti dell’Osservatorio sulla Tav. “Darò massima disponibilità al dialogo: non c’è nessuno degli attori coinvolti che debba stare fuori dal confronto e dal dialogo”.
1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Ho piacere di invitarti alla presentazione del libro "Arianna e il Minotauro", ambientato sulla chat. La storia di una donna e della ricerca di se. "Non è un libro facile, nemmeno etichettabile, sfugge alle catalogazioni standard per diventare un’icona della mutevolezza, ma quale mutevolezza?credi di afferrarne i contenuti e subito dopo ti sfugge…non basta leggerlo una volta ma quando lo rileggi alimenti altri dubbi ancora…. chi è l’autrice? perchè è qui? bruciante come la lava, indecifrabile come il ghiaccio, sicuramente fragile ad onta del suo modo di proporsi, certamente ansiosa di dire e fare, di comunicare…non ho mai letto libri come il tuo…libri così pregni di energia personale, così affrontanti sulla soglia di quei mille dubbi che avanzano nel crepuscolo della vita….". (recensione del Professor Francesco Pira) Ti aspettiamo il 25/11, ore 17.30, Bibl. Bonhoeffer, Corso Corsica 55, Torino da MA del torchio coordinatrice della presentazione del libro in torino e dintorni

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