FUORI DA QUESTO LIBERISMO – G.Rossi e G.Viale – globalmondo 17/8/11

Tra i tanti commenti segiti alla "manovra di Ferragosto" segnaliamo quello di Guido Rossi ( già senatore della Sinistra Indipendente, presidente della Consob) e quello di Guido Viale per la visione prospettica che offrono: il primo per la finanza, il secondo per l’economia. Traguardi a cui la politica ( con la P maiuscola) deve tendere. Rossi analizza l’assalto neo-liberista e speculativo partito dalla linea reagaian-tachteriana negli anni’80, illustra i guasti dovuti alla caduta dell’accordo di Bretton Wood ed all’esistenza di un mercato finanziario mondiale che vale oltre 8 volte il Pil mondiale, quindi un insieme di bolle speculative. Afferma che gli stati nazionali non hanno perso la loro sovranità come è comodo sostenere, ma che le classi politiche in generale, dono succubi delle ideologie economiche professate dai sacerdoti del capitalismo finanziario. Auspica, da parte dei leader occidentali, la creazione di una sorta di "Rule of Law globale": un accordo, appunto una nuova Bretton Woods, indirizzata ad eliminare le diseguaglianze, facendo tornare il diritto e la sovranità nelle mani della politica, e tra i primi obiettivi la creazione degli Eurobond da parte della BCE. 

Guido Viale, uno dei più attenti e propositivi studiosi per un’altra economia,  in un lungo articolo su Il Manifesto del 17 agosto, inizia con la premessa che " Gli alti e bassi, ma sostanzialmente bassi, dei cosiddetti mercati, ci fanno capire che nei prossimi anni, e per molto tempo ancora, non ci sarà alcune «crescita»: né in Italia (dove la manovra ha messo una pietra tombale su qualsiasi velleità di rilancio economico), né in Europa, Germania compresa: che sconterà presto il disastro a cui sta condannando metà dei suoi partner commerciali".  Sostiene ed argomenta che un’altra strada, e un pensiero politico fuori dal neoliberismo, esistono. E’ dai  movimenti dal basso si può auto formare una nuova classe dirigente.

Intanto, al termine del loro incontro a Parigi del 16 agosto, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy  Francia  hanno formulato la proposta  per un  «governo europeo di natura economica» che si «riunisca almeno una volta al mese». Per quanto riguardo il tempo non è ancora maturo. Gli eurobond «sono un’idea interessante» ma «non sono la soluzione ai problemi di oggi». È la posizione di Bruxelles espressa dal portavoce della Commissione Ue, in linea con le dichiarazioni rilasciate ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy. «Per la Commissione europea, lo abbiamo già detto più volte, gli eurobond sono un’idea promettente e che va nella direzione di una maggiore integrazione economica», ha ricordato Olivier Bailly, sottolineando che su questi «al momento non c’è consenso politico», aspetto che in ogni caso rende «non possibile» la loro realizzazione. Ma, ha sottolineato il portavoce Ue, «questo tipo di osservazioni», anche secondo quanto affermato da Francia e Germania che ugualmente si sono riferiti al fatto che non si tratti di una soluzione per il momento attuale ma non in generale, «non lasciano la porta chiusa per future considerazioni» sull’opportunità degli eurobond, su cui comunque Bruxelles si è già impegnata da tempo a condurre uno studio di fattibilità nei prossimi mesi

  • Una Bretton Woods per salvare il mondo di Guido Rossi- Il Sole   14-8-11
  • Un’altra politica fuori dal liberismo di Guido Viale  – Il Manifesto del 17-8-11

  In allegato

Allegato:
Una Bretton Woods per salvare il mondo_Rossi.doc
Fuori dal liberismo_Viale.doc

1 commento
  1. redazione-d84
    redazione-d84 dice:

    Sono molto in sintonia con le osservazioni di Viale. per crescere l’economia deve avere prodotti da costruire e vendere. cosa si può ancora costruire e vendere, auto? se ne fanno già troppe nel mondo e se una azienda vende di più significa soltanto che un’altra ne vende meno, case? in Italia qualcuno continua a teorizzarlo come volano per lo sviluppo ma anche di queste ce ne sono in abbondanza, elettrodomestici? mobili? computer? la capacità produttiva mondiale è al massimo è veramente incredibile l’ipotesi di una crescita importante per tutti i paesi.

    credo allora che sia utile, se si vuole salvaguardare l’occupazione nel mondo occidentale riprendere il tema della riduzione degli orari, del lavoro condiviso, anche non a parità di salario, ma con certezze di durata e di diritti. mi sembra questa l’unica possibilità lavorativa per i giovani. dove lavora un operaio, un impiegato, un’infermiera possono lavorarne due.
    chissà che il tempo liberato permetta a qualche persona in più di costruire dal basso, come scrive Viale, idee di sviluppo diverse, e politici nuovi.
    giovanni baratta
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