FIAT, AMERICA, MARCHIONNE – storia e attualità – globalmondo

Prosegue la doccia scozzese di Sergio Marchionne: ora l'annuncio sulla necessità di chiudere uno stabilimento auto in Italia è più esplicito di prima. A pochi giorni da quello della ciusura di cinque stabilimenti Iveco in Europa. Dove andrà la Fiat? Dove la porterà il suo amministratore delegato? Marchionne conquisterà l’America o ne sarà inghiottito? Gli ultimi dodici anni del Lingotto e la fuga della fabbrica automobilistica torinese sono temi che si ritrovano nel nuovo libro “La Fiat di Marchionne” di Paolo Griseri che nella pagina finale dei ringraziamenti rendere omaggio al suo antico maestro Loris Campetti, che lo recensisce con un lungo articolo su Il Manifesto. Così inizia “Curiosità, passione e libertà sono le condizioni essenziali per fare del buon giornalismo. In qualche caso un pizzico di accanimento non guasta. La neutralità, invece, non è una dote ma uno scudo di cartone dietro cui nascondersi se non si è liberi, o curiosi, o appassionati, anche perché la neutralità non esiste. Essere liberi può voler dire avere il coraggio di mettere nero su bianco le contraddizioni della parte che si sente più vicina nel racconto di un conflitto, diversamente si fa soltanto propaganda. Con questa cassetta degli attrezzi Paolo Griseri è riuscito a passare da un giornale di parte come il manifesto a un altro giornale di parte come Repubblica senza rinunciare alle sue convinzioni e, soprattutto, alla sua passione: la Fiat, un mondo a sé in cui si muovono attori diversi e cangianti ciclicamente in conflitto tra di loro..”.

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Il conductor che ha bucato le quattro ruote made Italy di  Loris Campetti Il Manifesto  27-6-12

Alleghiamo anche l'articolo "Un'industria già orfana di Fiat" di Salvatore Tropea, altro maestro giornalistico che Grisieri ringrazia, che così inizia "Torino non ama sentirsi dire che vive ripiegata sul suo passato e facendosi contagiare dal narcisismo di chi è convinto di saper sempre inventare qualcosa di nuovo ogni tanto finisce col perdere la rotta e si smarrisce per derive che mostrano impietosamente i limiti di chi non ha fatto bene i conti col mutare dei tempi, delle abitudini, dei protagonisti in campo…"

Allegato:
il_conductor_che_ha_bucato_le_quattroruote_made_in_italy_campetti.doc
unindustria_gia_orfana_di_fiat_tropea.doc

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