DOPO LO SCIOPERO PROSEGUE LA MOBILITAZIONE – confederazioni – manovra 13/12/11

Dopo lo sciopero i sindacati non si fermano. Cgil, Cisl e Uil parlano di un "successo pieno" per la mobilitazione unitaria e pensano già a nuove iniziative. Se lo sciopero di oggi doveva essere una prova generale di ripresa della mobilitazione unitaria si può dire che la prova sia stata superata, tanto che Cgil, Cisl e Uil stanno già pensando alle prossime mosse. I sindacati parlano infatti di una "piena riuscita" dello sciopero, con adesioni anche molto significative alla protesta indetta contro la manovra del Governo Monti, giudicata iniqua e priva di qualsiasi elemento che possa favorire la ripresa economica e la crescita dell’occupazione. E allora, si studiano già nuove iniziative da mettere in campo, non escludendo nuovi scioperi, anche a strettissimo giro. I presidi unitari continueranno per tutto il tempo della discussione parlamentare della manovra. Martedì 13 si replica a Roma, in piazza della Rotonda al Pantheon dove parlerà di nuovo anche il segretario della Cisl.

Per quanto riguarda gli scioperi, martedì 13 si concretizzerà quello dei poligrafici della stampa quotidiana e tutti i principali giornali non saranno in edicola il 16 sarà la volta dei bancari e assicurativi, mentre per lunedì 19 è previsto lo sciopero dei dipendenti pubblici di otto ore. Sempre il 19 sciopero di tre ore delle Poste italiane. Il 15 sciopero dei servizi extraurbani di trasporto pubblico locale. Dalle 21 di giovedì 15 alle 21 di venerdì16 sciopero del trasporto ferroviario. Venerdì 16 sciopero di bus, metro, ferrovie concesse urbane.

Tornando alla giornata di mobilitazione, nonostante la pioggia battente che la ha carAtterizzata da Nord a Sud, decine di presidi e manifestazioni si sono svolte sotto le prefetture in tutta Italia. Particolarmente partecipata quella di Cagliari dove oltre seimila persone si sono ritrovate in piazza del Carmine per la manifestazione organizzata dai sindacati, mentre altri cinque presidi si sono svolti a Sassari, Nuoro, Olbia, Oristano e Tortolì.

 

A Milano piazza della Scala si è riempita per il presidio organizzato dalla Cgil. Gran parte dei metalmeccanici, prima del concentramento davanti a Palazzo Marino sono andati a manifestare davanti alla Jabil, un’azienda in crisi la cui lotta sta assumendo un forte valore simbolico. Forte, secondo quanto riferiscono i sindacati, è stata l’adesione allo sciopero generale unitario in tutta la Lombardia. Presidi unitari si sono svolti a Bergamo, Como, Ticino Olona, Mantova, Sondrio, Valcamonica e Varese.

 

La Cgil di Bologna parla di una buona riuscita dello sciopero di otto ore nelle fabbriche e negli uffici con adesioni fino oltre al 90%. Mentre qualche migliaio di pensionati e lavoratori ha partecipato al presidio in Piazza Roosevelt, pur sotto una pioggia battente.

Riuscita la mobilitazione anche nel Veneto. A Venezia, a Padova, a Vicenza, a Rovigo ed a Verona le delegazioni dei sindacati – informa la Cgil in una nota – si sono recate nelle prefetture facendo presenti le gravi ricadute sociali della manovra in una regione impoverita da tre anni di crisi. Particolarmente preoccupante la situazione di Porto Marghera, dove il susseguirsi di crisi in tutti i grandi gruppi sta minacciando lo stesso futuro industriale dell’area. Secondo il sindacato la regione si è fermata e le fabbriche si sono svuotate, mentre anche in molti centri commerciali e uffici l’astensione dal lavoro si è fatta sentire fino a far abbassare alcune serrande.

 

Lo striscione “Per la libertà del lavoro” con il logo Fiat ha aperto il corteo della Fiom nel centro di Torino al quale hanno preso parte migliaia di lavoratori metalmeccanici. Alte le adesioni secondo la Fiom, in tutte le fabbriche: 69% alle ex meccaniche di Mirafiori, oltre il 50% all’Iveco, 70% all’Avio di Rivalta, 90% all’Avio di Borgaretto, 95% alla Microtecnica, tra il 70 e il 90% nelle piccole aziende del Canavese e di Moncalieri.

 

In Toscana Cgil, Cisl e Uil parlano di un adesione superiore al 75%, con ben 15 iniziative (dieci capoluoghi di provincia più Empoli, Borgo san Lorenzo, Garfagnana, Versilia, Piombino), presidi sotto le prefetture, assemblee, e cortei a Firenze e Livorno.

Anche in Umbria i sindacati riferiscono di migliaia di persone nei due presidi di Perugia e Terni, così come nelle Marche, dove si sono svolte manifestazioni a Pesaro, Ancona, Fermo, Ascoli e Macerata.

 

Scendendo a Sud, in Sicilia si sono tenuti sit-in davanti a tutte le prefetture. In mattinata si sono svolte manifestazioni davanti alle prefetture di Caltanissetta, Agrigento, Messina, Enna e Trapani. Quindi a Ragusa, Palermo, Siracusa, Catania. Dappertutto si sono svolti incontri per rappresentare ai prefetti le ragioni della protesta e illustrare i documenti sindacali sull’argomento.

 

Da segnalare poi la "grande adesione dei lavoratori di call center". I sindacati riferiscono che il 70% dei lavoratori dei call center in outsourcing ha scioperato, ribadendo così l’importanza e la condivisione dei temi della mobilitazione.

 

A Roma, i sindacati hanno presidiato piazza Montecitorio e qui hanno parlato i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl, Raffaele Bonanni, mentre per una influenza che ha avuto conseguenze sulla voce non ha potuto parlare il segretario della Uil, Angeletti, sostituito dal segretario confederale Domenico Proietti.

 

La manovra correttiva “fa male al lavoro ma fa male anche al Paese”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Vediamo solo rigore, non vediamo equità né crescita. E anche il rigore non ci piace perché è solo sui redditi più bassi e non su chi non ha mai pagato. Chi ha di più dia di più e chi non ha mai dato cominci a pagare”. Secondo Camusso anche i Governi tecnici devono tenere in conto quando mettono in campo delle riforme del consenso sociale.

 

Per Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, la manovra così com’è istiga addirittura alla “ribellione”. “Ci siamo sentiti ripetere – ha detto – che c’è una crisi incredibile e che la manovra deve essere rigorosa. Siamo d’accordo ma deve essere anche equa. E noi di equità non ne troviamo in questo provvedimento”.

 

La manovra salva l’Italia? “Ma bisogna salvare anche gli italiani”. Questo il commento del segretario della Uil, Domenico Proietti, nel corso del presidio alla Camera. Angeletti osserva che gli italiani “hanno avuto qualche colpo invece di qualche prospettiva di salvezza”. Inoltre gli effetti saranno di "aumentare la disoccupazione e una nuova manovra”.

 

da rassegna.it 12-12- 11

 
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