Disubbedienti a Sbarra

Luigi Sbarra esprime ottimismo ad ogni incontro e vuole “stare incollato ai tavoli governativi”. Niente distrazioni con manifestazioni aperte a soggetti sociali e Associazioni che non sempre sposano al 100% le piattaforme del sindacato. Vede sempre passi importanti ad ogni incontro, ha la vista lunga per individuare consistenti future convergenze con le scelte governative. Eppure non è certamente così tra i tanti iscritti Cisl e tra i lavoratori che “stanno peggio” o sono empaticamente vicini a questi tanti milioni di persone. Di segno opposto è la valutazione di Maurizio Landini. Chi dei due vede meglio e chi è strabico? Chi è più in rapporto con il sentire le urgenze dei lavoratori e di “chi sta peggio”? Sbarra ha dichiarato che la leva fiscale è decisiva per difendere salari e pensioni dall’inflazione, ma non cita mai il recupero del fiscal drag. Questione solo di lessico? Per superare la precarietà la sua proposta di incentivare il tempo indeterminato e far pagare di più il contratto a tempo determinato è alquanto generica…. Il pensiero di Luigi Sbarra è ben presentato nell’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale del 23 giugno, che qui riproduciamo integralmente. Pur tenendo stretta la tessera Cisl, da decenni, ci permettiamo di essere disubbedienti (vedi allegati e link) con diverse affermazioni del segretario pro tempore della Cisl e degli ordini impartiti dall’alto per la non partecipazione alle manifestazioni popolari a difesa della sanità pubblica.

II leader Cisl: meno tasse sul lavoro «Primo passo da rendere strutturale» di Claudia Marin – Quotidiano Nazionale

<< II Decreto Lavoro ha ottenuto il via libera del Senato e arriverà blindato alla Camera: in primo piano il taglio del cuneo? «Abbiamo giudicato positivamente – risponde Luigi Sbarra, segretario generale Cisl – l’operazione sul cuneo contributivo, che recepisce nostre precise richieste, ma che ora va rafforzata, resa strutturale e collegata a una riforma complessiva del fisco che sia realmente redistributiva e a sostegno delle fasce medie e popolari del lavoro e delle pensioni. Anche sui fringe benefit l’aumento della soglia di detassazione è opportuno, ma va garantita una soglia anche per chi non ha carichi familiari».

Cuneo fiscale e confonto con altri paesi Eu

Il governo punta anche sulla detassazione delle tredicesime e delle parti premiali e variabili del salario, rinviando la flat tax sugli incrementi di stipendio. «Guardi, la leva fiscale è uno strumento decisivo per difendere salari e pensioni colpiti da un’inflazione pesantissima. Per questo apprezziamo che il governo abbia deciso di verificare con maggior attenzione alcuni contenuti della Delega fiscale. Va nella direzione giusta ridurre la tassazione, nel privato e anche nel pubblico, su straordinari e premi di produttività negoziati per i quali da sempre chiediamo l’azzeramento dell’Irpef. Ci aspettiamo anche una forte detassazione sulle tredicesime, anche prevedendo scaglioni di azzeramento, in modo da determinare un reale beneficio generale, pur mantenendo criteri di equità e progressività nella distribuzione degli sgravi».

E sulla flat tax? «Va bene prendere tempo per riflettere sull’applicazione della cosiddetta fiat tax incrementale, che reputiamo tendenzialmente iniqua, difficilmente applicabile e scarsamente significativa per la maggioranza dei lavoratori».

Gli ultimi dati del Pil dicono che andiamo meglio del previsto. Ci sono spazi per maggiori aumenti salariali? «Sono dati incoraggianti anche perché sono accompagnati da un significativo aumento dell’occupazione e dei contratti a tempo indeterminato. Ma è ancora presto per parlare di ripresa. Per agganciare una ripresa stabile, solida, ben distribuita, bisogna sostenere questo vento con la forza degli investimenti su infrastrutture e lavoro, coesione sociale e geografica, politiche industriali ed energetiche».

Come sostenere la ripresa del lavoro? «È necessario recuperare i ritardi accumulati negli anni per mancati investimenti sulle politiche attive, formazione e riqualificazione. Oggi la vera emergenza è la carenza dí competenze, che rischia di relegare alla marginalità o alla disoccupazione ampie fasce di giovani e donne, ma anche ultracinquantenni che hanno perso il lavoro. Dobbiamo riallineare domanda e offerta sui territori e connettere al mercato del lavoro una potente rete istituzionale e sussidiaria di politiche attive capace di garantire in ogni transizione scuola-lavoro e lavoro- lavoro formazione perpetua, sostegno al reddito e orientamento nel sistema produttivo».

Il decreto rivede i contratti a termine: l’opposizione parla di incentivo alla precarietà. E voi? «Giusto intervenire sulle causali dei contratti a termine, ma la precarietà si combatte agendo sul piano dei costi e non delle regole. Bisogna incentivare il tempo indeterminato, in particolare le forme ad alto valore formativo come l’apprendistato. La flessibilità deve essere negoziata e molto meglio pagata di come non lo sia ora. Dobbiamo fare in modo che i contratti a termine costino di più rispetto a quelli stabili. E quel di più deve alimentare un fondo di solidarietà nazionale per garantire pensioni dignitose ai giovani. Sbagliato l’Intervento sui voucher».

Domani la Cgil sarà in piazza sulla sanità insieme con movimenti e partiti di opposizione. Voi vi siete defilati: perché? «La grande mobilitazione di questi mesi ci ha fatto riconquistare il confronto sui più importanti dossier, tra cui la sanità. Il tavolo è partito, e pensiamo sia nostro preciso dovere stare incollati lì per portare a casa risultati. Arriverà il momento dei bilanci, e sapremo farli senza sconti anche sul sistema salute italiano, che va rilanciato con un forte impegno in termini di risorse. Il ministro Schillaci si è impegnato a dare continuità a questo cammino, preannunciando una nuova convocazione a luglio del tavolo, e annunciando anche la volontà di stanziare in legge di Bilancio risorse necessarie per rinnovare i contratti pubblici». >>

Ci permettiamo di disubbidire alle indicazioni dei vertici Cisl sul rifiuto – per noi antistorico e contrastante con la realtà – di una legge di sostegno per garantire con la norma dell’erga omnes un salario minimo dignitoso. Come pure disubbidiamo alle indicazioni di non partecipare alle iniziative che rivendicano il rifinanziamento della Sanità pubblica. Disubbidiamo per quanto potetete leggere nell’allegato “Siamo nello stesso mare ma con barche differenti” e con questi link . https://sindacalmente.org/content/la-regina-delle-riforme/ https://sindacalmente.org/content/tre-obiettivi-concatenati/

Segnaliamo l’articolo Chi va avanti e chi perde tempo che potete leggere qui https://www.il9marzo.it/?p=9547 che porta ad esempio e commenta il modello tedesco sul salario minimo.

1 commento
  1. salvatore mancuso
    salvatore mancuso dice:

    DAL MIO PUNTO DI VISTA DI EX SINDACALISTA
    Il potere del sindacato, conquistato in decenni di lotte per i diritti dei lavoratori e per la difesa dei più deboli, si é disintegrato in un minuto, di fronte alla potenza ed alla prepotenza del padronato che ha rivoluzionato il lavoro ed il modo di lavorare.
    Il padronato ha fatto questo, adottando le nuove tecnologie e cambiando i processi produttivi che risparmiano lavoro e ne cambiano i contenuti, creando disoccupazione di massa.
    Il vecchio sindacato é finito.
    Ci vorrà un nuovo sindacato, capace di ricostruire il potere perduto.
    Ci vorranno anni e anni per farlo.
    E non é scontato che riesca a realizzarlo.

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