DENTRO E DIETRO LE STATISTICHE – disoccupazione – tre punti di vista –

È incredibile, la capacità dei governanti di manipolare i fatti pur di non dirci come vanno le cose. Negli ultimi giorni l’Istat ha fornito i dati sulle forze di lavoro nel terzo trimestre, e ha anticipato i dati provvisori di ottobre. Dati drammatici, ad avere il coraggio di guardarli in faccia. E invece no, immediatamente dopo la diffusione delle cifre Istat si è scatenata la corsa a travisarli. E’ così che abbiamo appreso che i dati trimestrali dell’Istat ci presentano «una sostanziale e progressiva crescita degli occupati nell’ultimo anno», quantificata in 122 mila occupati in più. E che anche l’incremento della disoccupazione, pari a 166 mila disoccupati in più, non ci deve preoccupare perché «va messo in relazione alla crescita del numero di persone che cercano lavoro». Come dire: se aumenta il tasso di disoccupazione è perché la gente è meno scoraggiata e «più persone tornano a cercare lavoro».

Così l'inizio dell'articolo “Disoccupazione mai così alta nella storia d’Italia” di Luca Ricolfi su La Stampa del 30 novembre. vedi  allegato.

L’articolo di Luisa Grion “Ecco i nuovi occupati…” su La Repubblica dello stesso giorno punta la sua attenzione sulla crescita di occupati con l’orario flessibile imposto e non per libera scelta. Si sofferma, si può dire, sulla “bottiglia mezza piena”. vedi allegato

Il commento del M5S Parlamento, postato sul blog di Grillo, utilizza i dati per portare una pesante critica al governo Renzi accusato di aver fatto nulla di efficace. Allega un grafico che fotofrafa lo spread, quello che conta pesantemente, della disoccupazione in Italia e in Germania. vedi allegato

 

Allegato:
disoccupazione_mai_cosi_alta_ricolfi_30-11-14.doc
dietro_le_statistiche_grion_30-11-14.doc
tutti_a_casa_m5s.doc
dietro_i_numeri_tabella_30-11-14.doc

1 commento
  1. franco trinchero
    franco trinchero dice:

    I dati Istat, elaborati sulla base dei criteri Eurostat, tendono a sottostimare l’occupazione ed a sovrastimare l’occupazione.
    A parte gli “scoraggiati”, tra i disoccupati non vengono considerati tutti coloro che, pur essendo alla ricerca di un lavoro, non hanno effettuato azioni attive di ricerca nei 30 giorni precedenti la rilevazione, oppure che per motivi vari (famigliari, necessità di assistenza ecc.)non sono immediatamente disponibili al lavoro. Periodicamente la Regione Piemonte diffonde dati che tengono conto anche di costoro, determinando il dato della disoccupazione “allargata”, che risulta superiore di 2,5-3 punti percentuali rispetto al dato Istat.
    Per quanto riguarda gli occupati, la statistica non tiene conto della consistenza del lavoro che c’è. Da alcuni anni la Provincia di Torino fa uno studio interessante e cioè la stima del volume di lavoro generato dalle nuove assunzioni. Raffrontando il primo semestre 2008 con il primo 2014, emerge che mentre gli avviamenti al lavoro si non ridotti del 20% (cioè ogni 100 avviamenti nel 2008 se ne hanno 80 nel 2014), il volume di lavoro attivato di è ridotto del 55% (ogni 100 giornate nel 2008 ce se sono 45 nel 2014), per effetto di lavori temporanei sempre più brevi, part time sempre più miseri ecc. franco trinchero

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