COSIMO ‘U ZOPPO E MIMMO LUCANO – modello Riace a giudizio – Tribunale, Gip, Cassazione –

Del modello Riace per accogliere migranti e ripopolare le terre abbandonate, diventato noto in tutto il mondo, ora non rimane nulla. Dopo l’arresto del sindaco, il Viminale ha smantellato i centri per l’accoglienza. A fine maggio i cittadini di Riace torneranno alle urne. Ci sarà anche la Lega di Salvini con i suoi slogan su prima “legge e ordine” e poi “giustizia e solidarietà”? Il processo a  Mimmo Lucano e altri 26 collaboratori inizierà l’11 giugno. Il problema dell’accoglienza non è un fatto politico-sociale neutrale, di certo configgono principi e valori etici contro norme legislative, spesso in contrasto con la Costituzione.  L’accoglienza dei migranti – di chi fugge da guerre, dittature, da siccità epocali-  è il tema che più radicalizza e divide. Il sindaco di Riace si è a suo modo “autodenunciato” citando il proprio eroe d’infanzia, Cosimo ‘U Zoppu, l’antico ciabattino di Riace spesso incarcerato perché, regalando le scarpe ai poveri era «costretto» a rubare ai ricchi per campare. Così scrive Goffredo Buccini in “Il contrappasso di Mimmo Lucano, il Robin Hood calabrese che divide”. (v.allegato)

Simona Musco, su Il Dubbio, in “Mimmo Lucano rinviato a giudizio: «sono sconvolto, ma la verità si farà luce da sola» (v.allegato) ricostruisce la vicenda giudiziaria mettendo a confronto le diverse valutazioni del Tribunale del Riesame, del Gip e della Cassazione su presunti rati contestati a Mimmo Lucano.

Due su quindici sono i capi d'accusa rimasti a sostegno del rinvio a giudizio, ma altre iniziative della Procura di Locrì sono in arrivo per contestare l'abitabilità di vecchie case utilizzate per alloggiare i migranti. E altre ne troveranno pur di bollare come illegale quell'esperienza.

E il Sindacato? Alquanto defilato, come in altre vicende. Oltre ad esprimere la fiducia nella Magistratura non dovrebbe fare un passo in più? Ad esempio, considerando i ripetuti elogi fatti all’azione e all’insegnamento di Don Milani, potrebbe sostenere che le “irregolarità” imputate al Sindaco di Riace nell’accoglienza dei migranti, rientrano il quel precetto tanto caro a Don Lorenzo Milani “l’obbedienza non è sempre una virtù” in forza del quale difendeva il valore della obiezione di coscienza verso una norma o legge ritenuta ingiusta. Quella “disobbedienza” per essere adeguatamente difesa deve però essere resa pubblica, prima ancora che la magistratura o un dicastero ministeriale assuma l’iniziativa per reprimerla. E su questo c’è molto da riflettere su quanto accaduto a Riace e accade in Italia per l’immigrazione e il lavoro nero non solo nei campi.

in allegato articoli correlati pubblicati su Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, La Repubblica; La Stampa.

Allegato:
il_contrappasso_di_mimmo_lucano_buccini_corsera.doc
mimmo_lucano_rinviato_a_giudizio_il_dubbio_12-4-19.doc
mimmo_lucano_e_altri_26_a_giudizio_per_gestione_migranti_a_riace.doc
rinviato_a_giudizio_mimmo_lucano_fq_e_rep.pdf
lucano_rinviato_a_giudizio_la_stampa.doc
il_sistema_riace_a_proceso_messinetti_manif.doc

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