CI VUOLE UNA VERA RIFONDAZIONE – M.Bentivogli – per una nuova primavera sindacale –

“Mi fa infuriare vedere che il sindacato non è più alla testa della battaglia per le riforme. Non si può lasciare a Renzi e a Marchionne la bandiera della modernizzazione: con loro noi della FIM-Cisl non giocheremo mai in difensiva e vogliamo sfidarli sul piano del cambiamento. Ma per aprire una nuova primavera sindacale non bastano le autocritiche: ci vuole una vera e propria rifondazione del sindacato”. Chi parla è Marco Bentivogli, 45 anni, segretario generale  dei metalmeccanici della Cisl e figlio di Franco, che successe a Pierre Carniti guidando, quarant’anni fa, la categoria più bellicosa del secondo sindacato italiano. Una voce sicuramente fuori dal coro come rivela l’intervista a FIRSTonline che potete leggere aprendo l'allegato.

Allegato

  • Sindacato da riforndare Marco Bentivogli su FIRSTonline

Allegato:
sindacato_da_rifondare_bentivogli.doc

1 commento
  1. Michele Buonerba
    Michele Buonerba dice:

    Quella che avete fatto a Marco la trovo un’intervista illuminante. Penso, come lui, che sia necessario un grande dibattito all’interno del sindacato se questo si vorrà ancora definire riformista. Lo schema delle relazioni industriali del Novecento, dal quale pare che una parte del sindacalismo italiano fatichi a staccarsi, è obiettivamente morto con l’entrata dell’euro nelle tasche delle persone. La tutela del potere di acquisto dei salari attraverso i contratti nazionali è finito con la moneta unica. Molti dei troppi CCNL, se venisse introdotto il salario minimo a 7,5 euro l’ora, farebbe emergere il fatto che i minimi contrattuali non sarebbero concorrenziali. riformare il sindacato penso significhi pensare anche alla rappresentanza delle professioni indipendente dalla forma di rapporto di rapporto di lavoro attraverso le quali la prestazione lavorativa viene offerta. In questo ambito le tradizionali parti normative dei CCNL possono essere mantenute solo,per le figure operaie. Per tutti gli atri servirebbe a mio parere un nuovo contenitore che vada oltre il contratto di settore, ma che, come detto, permetta di rappresentare i nuovi mestieri. Infine, in una società che invecchia rapidamente, ai lavoratori dobbiamo essere in grado di offrire quesi servizi che il welfare state, troppo sbilanciato sulle pensioni, non garantirà più ad una quota consistente di lavoratori. In questo ambito la dimensione ideale è quella territoriale. Si può realizzare attraverso un nuovo mutualismo che nel XXI scolo non può che essere bilaterale e territoriale.
    Ognuno di noi ha delle idee frutto della propria esperienza sindacale. Si tratta solo di metterle assieme in un grande dibattito, non infinito, al termine del quale prendere le decisioni necessarie a permettere al sindacalismo italiano di tornare ad essere protagonista. Michele Buonerba

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