BERTOLASO, CHE SCHIFO ! – redazione – contro stato sociale 15/11/10

In Italia, paese delle grandi disuguaglianza, fanno spicco le super pensioni percepite da “figuri” pubblici che un giorno sì e l’altro anche fanno la morale al paese, ai poveri cristi, ai cittadini che protestano.L’ultimo caso riguarda Guido Bertolaso che ha utilizzato la finestra d’oro predisposta dal ministro Brunetta con il Decreto Legislativo 78 della manovra correttiva del maggio scorso. Un articolo di quel DL ha portato  – dal 2011, con la cosiddetta "finestra" mobile a 12 mesi dalla maturazione del diritto – l’età di pensionamento, a 66 anni per la pensione di vecchiaia e dopo 41 anni di lavoro per quella di anzianità. Bertolaso se ne va in pensione a 61 e la pensione sarà calcolata, al compimento dell’età giusta di legge, “come se fosse rimasto in servizio”. Serve l’indignazione ma non solo. La Cisl e Uil che già hanno ceduto autonomia per dar vita ad una pseudo concertazione con questo governo se ne sono accorte? Avendo dato via libera al Governo per quel provvedimento pensano, ora, di rimediare a questa schifezza?

Leggete l’articolo tratto da sbilanciamoci.info.

La finestra d’oro per  la pensione di Guido Bertolaso

 

La scorsa settimana Guido Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione civile nonché sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’emergenza rifiuti in Campania, ha annunciato il suo imminente pensionamento. Omaggi, sberleffi, critiche, bilanci. E una domanda: come fa Bertolaso ad andare in pensione a soli 61 anni? La finestra per il buen retiro gliel’ha aperta Brunetta, con il suo decreto del 2008 che permette ai dipendenti della pubblica amministrazione di essere “esonerati dal servizio nel quinquennio antecedente la data di maturazione dell’età massima contributiva di quarant’anni”. Lo stesso decreto (all’art. 72) detta poi le condizioni dell’esonero. E sono condizioni assai vantaggiose per il nostro. Infatti si stabilisce che finché non matura il diritto alla pensione – a 65 anni – il dipendente esonerato prenderà il 50% dello stipendio che aveva al momento di lasciare; ma la percentuale sale al 70% nel caso in cui si svolga attività di volontariato (cosa che il generoso Bertolaso ha già annunciato pubblicamente di voler fare, del resto è già nel ramo). Nello stesso periodo, sempre ex art. 72, il nostro potrà anche svolgere attività di lavoro autonomo retribuito per chi vuole. Ma il vero vantaggio del pensionamento arriva dopo: quando la legge stabilisce che, al momento del compimento dell’età giusta, la pensione sarà calcolata “come se fosse rimasto in servizio”. Cioè, come se fosse ancora Capo dipartimento (euro 179.723 annui) e contemporaneamente sottosegretario (retribuzione parificata a quella di un parlamentare). Anche se nel frattempo saranno cambiati – speriamo – governo e parlamento. Dunque grazie alla legge Brunetta, Guido Bertolaso, congela il tempo, e il magico momento che ha vissuto cumulando le due cariche. Momento magico che, dato il contesto politico, non sarebbe comunque durato a lungo. Chapeau.

 

Questo articolo è stato pubblica sul sito www.sbilanciamoci.info  da Fabio Petrianni
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