ACCOGLIENZA AL PALO – Sprar: solo un Comune su sette – solo paura?..e poi da Virle al sussidiario –

La Stampa del 20 ottobre dedica due pagine (allegate) per raccontare l'Italia che frena bruscamente sull'accoglienza dei migranti. Soltanto 1017 Comuni (sui 7978 d’Italia) hanno aderito ai progetti governativi Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, per garantire 31.400 posti, distribuiti sul territorio, consentendo così la chiusura dei maxi-centro, nei fatti carceri con casi di loschi affari mafiosi. Mario Dellacqua commenta l'infelice ordinanza del sindaco di Virle, poi ritirata su iniziativa del Prefetto.(v.allegato) .

Intanto, giorni fa, la Commissione dell’Europarlamento (v. allegato) ha approvato le linee guida per riformare l’accordo di Dublino: stop al criterio del primo approdo, ricollocamento automatico dei migranti, sanzioni a chi viola il patto. Ora le linee guida dovranno essere confermate dall’Assemblea di Strasburgo e recepite dai singoli governi.

I cronisti de La Stampa descrivono quanto avviene nel nostro paese, meno virtuoso di certe narrazioni, e poi raccontano le esperienze di tre Comuni molto diversi: Gorino, Catania, Novara.

Nel frattempo esplode la polemica per alcune righe sui migranti contenute in un sussidiario della quinta elementare.(vedi allegato). In Italia la politica ha perso credibilità anche per l’imperare dell’ingannevole “politicamente corretto”, ovvero la tendenza a edulcorare la realtà, non descrivendo i fatti per quel che sono, per poi commentarli anche con punti di vista diversi. E ciò sembra ripetersi nella polemica per quelle frasi sui migranti. Questo è il testo del capitolo incriminato: "E' aumentata la presenza di stranieri provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nordafrica. Molti vengono accolti nei centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge. Nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti".

I censori di questo testo – tra cui anche politici, amministratori, ministri – per dare senso alle loro dure critiche hanno di fatto trasformato il significato di due parole dirimenti di quel testo: i “molti” sono diventati “tutti”; il “talvolta” e diventato “un sempre”, distorcendo, a nostro avviso, anche  letteralmente il significato delle frasi contenute nel sussidiario. Come per ogni testo si può sempre migliorare il lessico, anche in questo caso, ma la polemica esplosa con titoli quali “Bufera su un sussidiario delle elementari: i profughi sono clandestini e minacciano il benessere degli italiani” (nel caso La Repubblica, (vedi allegato) è distorcente e alimenta quanto di negativo serpeggia nel nostro paese, che poi determina il fatto che solo 1 Comune su 7 abbia finora accettato di aderire al progetto Sprar del Viminale.

Ripetere che l'immigrazione è una risorsa è una consolazione per non riconoscere che è prevalentemente un problema soprattutto quando non sono programmate politiche nazionali, con adeguati  fondi, per  l’accoglienza (case, formazione, lavoro sociale). Dire che la clandestinità è permanenza non autorizzata dalla legge è far capire cosa sia oggi la legalità in Italia. Un insegnante  o un libro di testo possono, è forse utile, che si pongono in contrasto con quanto deliberato dal Parlamento italiano? Dichiarare che la clandestinità non può essere considerata un reato,  quando è conseguente di una condizione umana non scelta dalla volontà soggettiva del soggetto migrante ma spinta da eventi economici e militari drammatici, è compito primario della politica (non certo della scuola) per coniugare legalità e giustizia sociale. E’ compito di tutte le istanze e forze sociali, tra queste i sindacati, che concorrono a formare la Politica di un paese, quella con la P maiuscola.

Cosa manca alla politica italiana dell'accoglienza? Non certo le buone intenzioni, che tali in molti casi rimangono.

Cos’è indispensabile, per far cambiare il vento di quella che è una rivolta strisciante all'accoglienza di rifugiati e migranti?

Molti punti – per definire piani credibili di accoglienza, non scaricando totalmente la gestione sui Comuni – sono stati indicati da Milena Gabanelli in “Via d’uscita”, una puntata di report del 2016, ripresi nella sua intervista di pochi giorni fa su Il Foglio (vedi articolo su questo blog)

E poi, da tempo, manca un’iniziativa sindacale confederale unitaria, una grande mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil, iniziando con una campagna di sensibilizzazione territoriale degli oltre 12 milioni di iscritti, oggi in gran parte tiepidi o refrattari a promuovere l’accoglienza nei Comuni dove risiedono, certo anche a causa della mancanza di progetti credibili..

 

 

 

 

 

 

Allegato:
sprar_solo_un_comune_su_sette_stampa.doc
a_gorino_novara_catania_esperienze_stampa.doc
rifugiati_cambiare_dublino_accordo_eu_corsera.doc
ritirata_unordinanza_infelice_a_virle_dellacqua.doc
bufera_su_un_sussidiario_delle_elementari_repubblica.doc
clandestini_sul_libro_di_quinta_elementare_redattore_sociale.doc

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