A parti rovesciate

Ha suscitato un gran clamore, una ridda d’interventi, molte contrarietà, la stand ovation riservata al premier Mario Draghi all’Assemblea della Confindustria, dove ha proposto un patto sociale per fare avanzare il paese. Si è anche scritto e detto che quell’atto sanciva la messa in angolo della politica, dei partiti, dei sindacati. E’ davvero così? E’ più vicino alla realtà pensare che siano gli stessi partiti a diventare marginali – rispetto la politica con la P maiuscola – con il loro gioco elettoralistico che induce ad agitare bandierine di identità pretestuose o effimere; che siano gli stessi sindacati costretti ad “alzare la voce” in carenza della mancanza di una vera e propria piattaforma e strategia realmente unitaria per una riforma degli ammortizzatori sociali, che per avverarsi richiede un vero confronto con la Confindustria ( con i rappresentanti dei padroni, si diceva un tempo!) per predisporre un percorso convincente a provvedimenti legislativi. Pare che i sindacati preferiscano da mesi a “saltare” questo passaggio negoziale, questo confronto pur utile.

Certo in Italia cammina la propensione per modelli di democrazia rappresentativa presidenziale, e ciò avviene per l’insipienza e per la responsabilità principale dei partiti politici che da anni hanno ridotto il Parlamento a sede di competizione elettoralistica anziché agorà di confronto vero sul merito dei problemi e quindi capace di elaborare leggi chiare per essere attuate senza il perenne rinvio a decine di decreti attuativi… che a loro volta determinano per la loro parziale trasformazione in indicazionioperative la catena delle riforme a metà, uno stato di fatto che a volte peggiora la situazione di fatto, deformando lo stesso concetto di riforma.

recente incontro governo-sindacati

E’ una nostra opinione che sempre più si rafforza e non convince pertanto il lapidario giudizio espresso in “La solita Confindustria: questo patto non sa da fare!” dalla sinistra Cgil (vedi allegato) – che da tempo ha dato vita a una propria interessante rivista – che tra altre cose mette in guardia sul fatto che la Confindustria “…si  identifica, sostiene il “partito” di Draghi e non certo la nostra democrazia parlamentare, divenuta un orpello al servizio di un esecutivo diretto dal tecnocrate liberista…”.

Ci siamo anche posti questa domanda: come sarebbero stati i commenti se Mario Draghi si fosse presentato di fronte ad un’Assemblea nazionale di Cgil-Cisl-Uil (perché non viene convocata?) pronunciando le stesse parole? Pensiamo che si sarebbero registrati grandi applausi, forse anche con alzata in piedi come avviene con facilità nei Congressi; certamente sarebbero stati del tutto diversi i commenti in forza della convinzione (tutta da verificare ai nostri giorni) che il sindacato esprime livelli di democrazia interna superiore a quella delle sedi istituzionali o altri corpi intermedi.  E’ ancora davvero così? Oppure il sindacato confederale è attratto sempre più da un suo agire che possiamo definire “governite”, ovvero di conquistare e diffondere immagini di legittimazione di ruolo perché si siede a quel tavolo? Anche quando, come oggi si avverte sempre più, esprime una sommatoria di richieste ma non una strategia unitaria e ben poco dice sul come realizzarle e quali risorse e priorità di spesa scegliere. E poi altre domande prprio sul capitolo della sicurezza e dei morti sul lavoro: non risulta dai comunicati che sia stato posto con forza un tema cruciale, con il raffprzamento dell’Ispettorato del lavoro (che sottolineiamo ha compiti limitati sulla sicurezza del lavoro) il grande punto di debolezza del nostro sistema è l’impoverimento dei medici e tecnici per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro che operano nelle ASL alle quali sono appunto conferiti tali compiti ( gli organici sono stasti dimezzati in dieci anni) e poi sono centralizzati anziche decentrati nel territorio. Perchè a fianco di Draghi, oltre al ministro Brunetta e Orlando, non c’era anche il Ministro della Salute, che indirizza anche l’attività di prevenzione a tutela della salute? Ricordiamo che l’Emilia-Romagna la Regione che probabilmente spende di più per la prevenzione e sicurezza sul lavoro impegna poco più dell’ 0,5% del suo bilancio a tal fine. Si parla giustamente di Ispettorato del Lavoro, ma colpevolmente si dice assai poco, spesso nulla, sulle ASL che hanno il compio primario per la prevenzione della salute e dei rischi.

Alleghiamo i seguenti documenti e link per più informazione sollecitando i nostri lettori all’espressione del senso critico, anche se possibile rilasciando un commento nella sottostante apposita finestra.

  • La relazione di Carlo Bonomi all’Assemblea della Confindustria per conoscere cosa ha detto e cosa ha proposto.
  • I sette principali problemi sociali e occupazionali che attendono risposte – Articolo di Valentina Conte_Repubblica
  • Il commento dei sindacati dopo l’incontro del 27 settembre con Mario Draghi e i ministri Brunetta e Orlando.
  • La solita Confindustria: questo patto non sa da fare_Sinistra Cgil
  • Draghi e il destino dei partiti_Follini

Il patto sociale è già scritto;c’è una pagina bianca:il lavoro Raffaele Morese così inizia. Draghi ha riscosso grandi consensi intorno alla proposta di Patto Sociale, a partire dall’Assemblea di Confindustria. Anche chi si è dimostrato freddino, come Landini, non l’ha rigettata. Come lui, tutti vorranno “vedere cammello”. Nessuno boicotterà. Non siamo nel 1992/93 quando in ballo c’era da stabilire chi e cosa doveva essere restituito e si profilava un Patto di lacrime e sangue. Quello proposto da Draghi è un Patto a prendere. Il che non vuol dire che sarà un ballo di gala. E’ già ampiamente definito. La cornice è stata stabilita a Bruxelles con il Next Generation EU (NGEU), molto generoso con l’Italia in termini di soldi messi a disposizione, ma con regole e condizioni non rigide ma sicuramente rigorose. le priorità sono state adattate alla realtà italiana Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). le priorità sono state adattate alla realtà italiana e la rimodulazione fatta dal Governo Draghi, al primo testo varato del Governo Conte 2, non ha avuto particolari contestazioni né sociali, né politiche. (…) http://www.nuovi-lavori.it/index.php/sezioni/2093-morese-283

Ecco s’avanza il partito unico dei padroniMarco Revelli sul Manifesto esprime una granitica certezza, una visione senza dubbi su cosa è avvenuto all’Assemblea della Confindustria: “….In effetti il 23 settembre, al Palazzetto dello sport di Roma, è nato il «partito unico dei padroni» intorno al suo leader massimo e indiscutibile, l’ex banchiere di Stato Mario Draghi. E nello stesso momento, con la proclamazione del medesimo a suo capo carismatico e titolare naturale di un Esecutivo sintetizzato nella sua persona, è stata preannunciata la nuova forma di governo definibile come «Premierato Assoluto» (nulla di più lontano dal dettato costituzionale).(…) per continuare aprire l’allegato.

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