Una nuova sanità nazionale

Il Foglio, nell’inserto del 26-27 settembre, pubblica gli interventi parlamentari che presentarono la nuova sanità, con il superamento delle mutue, con la legge  833 del 1978  che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale universale per tutti i cittadini fondato sul principio della prevenzione. La redazione del Il Foglio presenta così “1978, una nuova sanità nazionale”, corredandolo con gli interventi più significativi di quell’avvenimento politico-sociale, realizzato all’apice dell’azione terrorista delle Brigate Rosse.  

Questa la presentazione della documentazione – Nei giorni in cui il ministro della Salute Roberto Spe­ranza sta definendo il “piano della nuova sanità italiana”, come l’ha definito il segretario del Pd Nicola Zingaretti, e noi siamo qui, ancora in attesa di capire se il governo attiverà la linea di credito dedicata alle spese sanitarie prevista dal Mes, siamo andati a vedere il corso di un’altra importante riforma. Quarantadue anni fa infatti con la legge 833 è stato istituito il Servizio sanitario nazionale, costituito dal “complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mante­nimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione”. La legge 833 intende garantire a tutti il diritto alla salute, sostituisce il sistema delle mutue e in­troduce nei fatti l’idea di prevenzione. La riforma sanita­ria è già nel programma del terzo governo di Giulio An­dreotti, che ne anticipa gli intenti nel discorso con cui, nell’estate del 1976, chiede la fiducia del Parlamento. Alla Sanità (un ministero che è nato solo nel 1958) c’è un altro democristiano: Luciano Dal Falco. E’ lui che nel marzo del 1977 pre­senta alla Camera il disegno di legge. E’ però Tina Ansel­mi, che nell’Andreotti IV nato nelle ore del sequestro Moro passa dal dicastero del Lavoro a quello della Sanità, a seguirne poi l’iter parlamentare e infime l’approvazione, il 23 dicembre 1978, con una larga maggioranza (i voti favo­revoli furono 381, i contrari 70, gli astenuti 7). Un frutto del clima di collaborazione tra le forze politiche nell’anno drammatico dell’assassinio di Aldo Moro.

Giulio Andreotti e Tina Anselmi 1978 – La Presse –

Oggi la prevenzione è debole nel nostro paese, progressivamente svuotata per maldestre strategie nazionali e di tagli alla SANITA’ pubblica, da parte di governi con diverso orientamento (centro destra e centro sinistra).

Oggi la prevenzione, in epoca covid, nuovamente crescente, ancora senza vaccino e farmaci adeguati, significa in primo luogo strumenti e metodi di tracciamento. Il piano della nuova sanità annunciata dal ministro Speranza consentirà, ad esempio, di:

  • poter dire che la situazione è sotto controllo perchè sono applicate tutte le misure di prevenzione e non già per un oscillante andamento dei tamponi effettuati, che diminuscono quando crescono i contagi , per fare apparire un dato meno preoccupante della realtà?
  • utilizzare i finanziamenti agevolati del MES?
  • tutelare gli studenti che da poco hanno ripreso la scuola rendendo obbligatorio lo scaricamento di “Immuni” in forza del principio  che “non c’è libertà di contagiare un compagno di scuola seppure a propria insaputa perché si potatori del virus ma senza sintomi, cioè asintomatici”; per poi estenderlo a tutti i cittadini?
  • istituire in ogni scuola un presidio medico (anche con studenti di medicina all’ultimo anno) per misurare la temperatura all’ingresso, per fare tempestivamente tamponi e quant’altro necessario per la prevenzione;
  • potenziare i laboratori pubblici (con attrezzature e orari su tre turni) per processare i tamponi con sistemi meno costosi del privato (come indicato, ad esempio, da alcune Università italiane e dal professor Andrea Crisanti,direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova) ?
  • garantire l’operatività 24 ore per sette giorni delle Usca per ora in gran parte solo sulla carta? Le Unità Speciali di Continuità assistenziale sono formate da medici e il loro scopo è quello di assistere a domicilio i pazienti affetti da Covid-19 che non hanno bisogno di un ricovero. In questo modo vengono alleggeriti gli ospedali, mentre i medici di famiglia possono continuare a seguire i pazienti ordinari.
  • inserire i medici di famiglia (oggi professionisti con partita Iva convenzionati con il SSN) in organico del SSN assegnando funzioni e responsabilità evitando lungaggini e “giri” che ritardano le prestazioni?
  • dotare di terminali e collegamenti adeguati (telemedicina) 1000 comuni (i più lontani da Comuni con Ospedali o distretti sanitari) ? Questa proposta è stata avanzata settimane fa dal prof. Enrico Letta.

Come sono le risposte su questi punti della Cgil, Cisl, Uil? Sono punti prioritari? Per una mobilitazione mirata, per un “ a fondo” verso il Governo, per spingerlo ad assumere decisioni ormai urgenti e per deliberare l’utilizzo del MES.

In che misura (miliardi investiti) e in che tempi da risposta il PIano Sanità presentato dal Ministro Roberto Speranza alla commissione del Senato, che si propone di dare priorità alla cura e all’assitenza domiciliare , tassello primario per una medicina pubblica territoriale? ( v.allegato)

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