Lula vs il “Trump dei tropici”

Perché Lula-Bolsonaro è la sfida che riguarda tuttiIl «Trump dei tropici» non vuole le sanzioni alla Russia con lui al vertice in fumo 3,7 milioni di ettari d’amazzonia; l’ex presidente Lula aveva ridotto la deforestazione dell’80%Milena Gabanelli e Francesco Battistini, nel Dataroom su Il Corriere della Sera del 29 settembre, presentano il contesto e i dati ambientali e socio-economici in cui si svolge la campagna elettorale in Brasile.

Così inizia il Dataroom < Preservare il Brasile è «un affare» che riguarda tutti. Il 2 ottobre si vota per il nuovo presidente. La sfida è tra Bolsonaro, il «Trump dei Tropici», che è contro le sanzioni alla Russia, e Lula, con lui la deforestazione dell’Amazzonia si è ridotta dell’80 per cento. Lo chiamano il Paese verde-oro, dai colori della bandiera. E in effetti in pochi altri luoghi al mondo la difesa del verde vale quanto l’oro. Perché il 60 per cento dell’Amazzonia si trova in Brasile.

La più grande foresta pluviale della Terra custodisce il 20 per cento delle acque dolci e il 70 per cento della biodiversità di tutto il nostro pianeta. Immagazzina 123 miliardi di tonnellate di carbonio. E di tutte le specie d’alberi presenti in natura, più d’un quinto cresce qui. Preservare il Brasile è una questione d’equilibrio della Terra. Dunque è un affare anche nostro sapere chi governerà questo immenso polmone verde.

La sfidaIl 2 ottobre si vota: 156 milioni di brasiliani sceglieranno il loro trentanovesimo presidente. Dal 1988, quando finì il ventennio della dittatura militare, è la nona volta. Ma in un Paese che pure ha vissuto una storia fatta di golpe e d’impeachment presidenziali, non s’era mai visto uno scontro così duro fra i due principali candidati: il presidente uscente Jair Bolsonaro, di destra, che alcuni sondaggi danno al 38%, contro l’ex presidente di sinistra Luiz Inàcio Lula de Silva, semplicemente Lula, al 48. Per vincere serve il 50 per cento più uno dei voti, ma in corsa ci sono anche un candidato laburista accreditato al 7 per cento e un conservatore, al 4. L’eventuale ballottaggio è fissato al 30 ottobre.

Due visioni del mondo – Bolsonaro, 67 anni, tre matrimoni e cinque figli – uno dei quali è stato il parlamentare più votato nella storia del Brasile – è un ex capitano dell’esercito che elogia i bei tempi della giunta dei generali e ha nominato ministri otto militari. Lula è un ex sindacalista che al governo portò pure qualche nostalgico della rivoluzione russa. Dai diritti Lgbt all’uso delle armi, dall’assistenza sociale alla tortura, i due sono divisi su tutto. Lula rinfaccia a Bolsonaro, che s’è dichiarato no-vax e negazionista, d’avere causato oltre 660 mila morti di Covid con le sue «scelte genocide». Bolsonaro accusa Lula, finito in carcere per una storia di tangenti, di nepotismo e d’avere guidato «il governo più corrotto della storia brasiliana». È così da anni. Ma stavolta c’è un tema più urgente d’altri, su cui si gioca la sfida: la difesa dell’ambiente. (…) per proseguire aprire l’allegato

Tito Tirado – Professore in Giurisprudenza, King’s College London – sul sito https://theconversation.com/ affronta i problemi della pesante eredità che lascia Bolsonaro anche nel caso di una sua probabile sconfitta, con timori di rifiuto del risultato elettorale e comportamenti, anche con violenze, simili a quellimessi in campo da Donald Trump.

Così inizia. < I brasiliani affronteranno una delle elezioni più importanti della loro vita il 2 ottobre 2022, dopo quattro anni di crescente polarizzazione e violenza politica sotto il presidente Jair Bolsonaro. Sebbene le imminenti elezioni siano incentrate sulla corsa presidenziale, i brasiliani voteranno anche per i governatori e i membri delle camere legislative federali e statali. Per tutti questi ruoli, c’è una divisione politica. Ci sono candidati allineati con Bolsonaro, quelli che sostengono il candidato principale dell’opposizione, l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva (noto come Lula), e quelli che propongono una terza via. Molti suggeriscono che queste siano le campagne elettorali più polarizzate e violente nella storia contemporanea del Paese . Nel momento in cui scrivo, Lula è pronto a vincere le elezioni , con alcuni sondaggi rispettabili che si aspettano che vinca al primo turno delle elezioni. Tuttavia, Bolsonaro – e la maggior parte dei suoi sostenitori – credono che l’attuale presidente sarà rieletto.

Emulando l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Bolsonaro ha detto molte volte che potrebbe non rispettare i risultati elettorali e che non ci si deve fidare del sistema di giustizia elettorale.Se Lula vince, dovrà affrontare una serie di ostacoli per ripristinare il rispetto per le istituzioni nazionali brasiliane e lo stato di diritto democratico. È probabile che prima del suo insediamento le istituzioni brasiliane dovranno già fare i conti con Bolsonaro, suscitando scetticismo sui risultati se non andranno per la sua strada. Ciò potrebbe variare dalle proteste contro le “frodi elettorali” ad azioni più violente (simili a quelle sul Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori di Trump). (..) per proseguire aprire l’allegato

Vedi anche precedente articolo con questo link https://sindacalmente.org/content/lula-for-president/ e l’allegato “San Paolo città aperta sfida il clan Bosonaro” di Federico Nastasi su Il Manifesto

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