WELFARE AZIENDALE – un contratto su tre – premi di risultato e nuova frontiera –

Il ventaglio dei servizi «esentasse», incentivati con la contrattazione di secondo livello e territoriale, spazia dalle polizze sanitarie alla formazione, dagli abbonamenti per il trasporto alla previdenza complementare. In allegato l’articolo “Produttività: welfare in un contratto su tre” di Francesca Martini su Il Sole. Sono stati certificati, dal ministero del Lavoro, 12.711 contratti aziendali di cui 3.909 offrono ai dipendenti la possibilità di scegliere il welfare aziendale esentasse e benefit privi di contributi, in alternativa al bonus monetario in busta paga (tassato al 10 per cento).

Le aree possibili sono 12: dalla previdenza complementare ai voucher (privi di contributi previdenziali, su questo si riflette assai poco!) per acquisti, gite e palestra.

Qualcosa si muove, seppure i numeri sono ancora di nicchia,  anche per le nuove possibilità introdotte con la Manovra 2016 di convertire il premio (monetario) in benefit compresi nell’ambito di un piano di welfare aziendale, purchè sottoscritto (in ambito aziendale o territoriale) dai rappresentanti sindacali e dai lavoratori.

Il welfare aziendale collegato al premio di risultato, alla produttività, è la nuova frontiera del sindacato: se ne parla in ogni occasione come una sorta di toccasana di tante storture.

Ma è così nella realtà? La nuova frontiera sarà tale se la contrattazione di secondo livello saprà estendere “conquiste” di welfare aziendale (es. mensa, asilo, trasporti, presidi  sanitari decentrati, assistenza) usufruibili non solo per i dipendenti e famigliari, ma estendibili alle fasce di povertà certificate in un’area contigua all’azienda.

Sono già possibili opzioni di welfare allargato al territorio e alla comunità, ma per ora poco si conosce dai monitoraggi fin qui realizzati.

Il sindacato, in particolare le strutture confederali, potrebbero avere un gran ruolo per realizzare inchieste, monitoraggi e per formulare proposte di welfare territoriale che “saldino” chi lavora con chi il lavoro non c’è la più o lo cerca da tempo. E ciò richiede anche un ruolo degli EE.LL (Comuni e Regione).

Allegato:
produttivita_welfare_in_un_contratto_su_tre_martini_sole.doc

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