VAL SUSA: NIMBY E IL BANDITO GIULIANO – T.Ferigo – politica & eventi 20/6/11

Finalmente ! Con l’articolo del direttore di Conquiste del lavoro del 31 Maggio si fa chiarezza sulla malattia che impesta la Val Susa .Superando – era ora!- anche nel sindacato, la divisione tra discipline, nell’analizzare i fatti di Chiomonte la diagnosi medica si intreccia con quella sociologica, l’antropologia con la politica e l’analisi storica. Che differenza con le piatte dichiarazioni standard di altra stampa sindacale ancora ferma alle categorie del secolo scorso. Qui si respira l’aria della modernità. Edgard Morin al confronto è un apprendista.

Che questo avvenga su un quotidiano sindacale è un fatto straordinario. Premia il costante impegno di Conquiste per togliere l’informazione sindacale dal “gossip”, soprattutto sul Primo ministro, o da questioni di bassa cucina come la libertà di stampa, e elevarla all’analisi sistemica della complessità.

La sintesi,grazie alla raffinatezza degli strumenti, non può non essere di alto livello scientifico: Bonanni ha ragione nell’usare il termine fascismo a proposito dei No Tav. Nel citarlo, Guzzardi al fine d’evitare di voler fare da spalla al segretario generale, usa una bella perifrasi: “ non appare pertanto peregrina la condanna di…“.

No non è peregrina e la diagnosi del direttore responsabile lo dimostra. I No Tav soffrono della sindrome di “nimby”, l’uso dell’inglese è d’obbligo, detta anche volgarmente in italiano localismo o “ padroni in casa nostra” come dice un Ministro della Repubblica.

Sindrome è un termine medico, in particolare psichiatrico. Niente di nuovo si dirà. E’ da circa 15 anni che, in val Susa, ne sono colpiti. La malattia per fortuna non è uscita dalla valle se non per contagiare il Ministro sopracitato quando parlò di “opera faraonica”. Ma appena avuto un collega di partito alla Presidenza della Regione Piemonte è subito guarito.

Se nel frattempo il Tav, opera indispensabile ,non è stata realizzata, si sono cambiati innumerevoli progetti , non si contano i rinvii, si è respinta qualsiasi proposta alternativa, sia di merito che di metodo, è causa di questo impedimento psichico. Guzzardi ,aggiungendo valore diagnostico, ci informa che siamo di fronte ad una patologia “anche esasperata” e spiega i fattori scatenanti di una così grave situazione sanitaria. Qui emerge l’interdisciplinarietà.

Psicologia: paura e disinteresse. Antropologia culturale: mancanza di educazione educativa adeguata. Filosofia: mancanza di etica,gap di coscienza civile, Economia utilitaristica: “ cosa ci date in cambio”.Un groviglio di vipere che produce la cultura fascista del “me ne frego”. Per cui Bonanni ha visto giusto e “ just in time”. E’ la sindrome che spinge a tirare sassi sui lavoratori edili.

Ma, ribadisco, non vi venga in mente che Girardi scriva per trovare giustificazioni teoriche a Bonanni. Non siate meschini. Non fate gossip.Il segretario non ha bisogno di questo. Già aveva individuato i fascisti tra i cobas. Il direttore lo fa invece ,per dovere civile e soprattutto denunciare il pericolo imminente, la deriva, richiamare la CGIL a non aver paura dello scavalco a sinistra, e denunciare il carattere insano delle farneticazioni dei malati.

Cosa sostengono questi poveretti ? Che nessuno dei 660 sassi tirati da un gruppo non numeroso sulla autostrada ha sfiorato un lavoratore edile mandato dalla ditta d’appalto di notte per mettere in piedi in “ zona Cesarini”il cantiere. Una zona Cesarini che viene continuamente spostata.

Che , come testimoniano iscritti alla CISL da più tempo di Bonanni, il lancio, da loro apertamente criticato, era verso due riflettori puntati sulla strada all’uscita di un tunnel.

Che il “ noi reagiremo” si è ridotto ad una manifestazione di 200 ( Conquiste ha scritto di 1000) persone a Susa, la maggior parte proveniente da altre regioni. Senza la presenza non solo di Bonanni ma anche dei segretari CISL di Torino e Piemonte.

Che al presidio di Chiomonte , certo non mancano “teste calde”, ma la grande maggioranza è costituita da gente “normale”: maestre , lavoratori degli enti locali, della poca industria presente, associazioni cattoliche, studenti., qualche sacerdote, persino il macellaio ecologista vicino di casa mia.. Molti impegnati nel volontariato.

Che vi sono ingegneri, economisti dei trasporti ( magari insegnanti alla Cattolica di Milano ), persino ex segretari della CISL torinese critici del progetto.

Che c’è anche chi pensa che sarebbe stato bene non arrivare alle zone Cesarini e discutere le proposte per evitare il “ no pasaran” contrapposto al “ dobbiamo passare anche se non ci sono soldi per la carta igienica nelle scuole”. Ma il non pasaran lo dissero gli antifascisti in Spagna.

Insomma le solite osservazioni critiche a priori: non è esatto, non è vero,ci insulti etc….

Diversivi : frutto di una sindrome non curata. a cui l’articolo di Conquiste toglie forza L’ora è grave e non possiamo fermarci alle sottigliezze. Lo dimostra la storia con la S maiuscola.. Qui si raggiunge l’apice. E’ la prima volta nel dopoguerra che si tirano 660 pietre, sulla testa o sulla strada ,non fa differenza per impedire di lavorare. Non siamo di fronte ad esempio a picchetti anche criticabili come quelli a suo tempo organizzati dallo stesso segretario attuale della CISL, quando era funzionario della FILLEA-CGIL. Chiomonte ci rimanda a Portella della Ginestra ,al 1° Maggio di 60 anni fa quando, il bandito Giuliano, spinto dalla mafia e dai latifondisti, sparò sul corteo sindacale. Certo precisa Girardi “ non paragonabile per in contesto e improponibile anche nella tragicità delle conseguenze.”. Parole sante. A Portella ci fu qualche morto dal momento che Giuliano sparava con il mitra sui lavoratori. A Chiomonte nessun morto e nessun mitra l’obiettivo dei sassi era la strada. Portella è in Sicilia dove la mafia finanziò Giuliano, Chiomonte è in Val Susa dove qualche anno fa qualche imprenditore edile fu condannato e si parlò di “mafia di Bardonecchia”. Corre voce che il loro interesse per la TAV non siano peregrine.

Infine va rimarcata la novità del linguaggio usato dal direttore di Conquiste e lo stile. Non è facile trasferire analisi così complesse in un articolo breve ,immediatamente comprensibile a chi legge un giornale sindacale.

Girardi c’è riuscito. Niente sindacalese nel pezzo ma definizioni rigorose: “ comunità umana “, specificazione necessaria perchè c’è’ sempre il rischio di confondere un Comune o una comunità montana con una comunità animale; “microcollettivo”: “ gap di coscienza”;”titolarietà nazionale”. Se le frasi sono un po’ lunghe, mancano virgole e si perde il fiato….anche Cicerone non era perfetto.

Per concludere una amara considerazione critica ma, naturalmente,costruttiva.

Di fronte a tanta chiarezza e ricchezza di informazioni sono inspiegabili battute circolanti negli ambienti CISL del tipo “ Tanto Conquiste non lo legge nessuno”.

Se è così ,molto male . Prima di tutto perché un giornale non letto è uno spreco di denaro pubblico. Secondo perché può essere un sintomo che qualche sindrome alligni. Magari quella dello struzzo.

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