TRITTICO DE CECCO – V.Rieser – economia & politica –

Dopo un periodo di pausa, Marcello De Cecco ha ripreso a scrivere i suoi articoli quindicinali su "Repubblica/Affari e Finanza" del lunedì. Sono dei piccoli "classici" dell'economia politica critica, in quanto uniscono una forte capacità di astrazione, cioè di individuare le variabili rilevanti per ogni problema, sfrondando il superfluo, e un forte rapporto con la realtà sociale e politica, mettendo in rilievo le conseguenze sociali delle diverse scelte economiche. Per questo vale la pena di leggerli anche quando sembrano trattare di problemi molto tecnici, per "addetti ai lavori".

Riproduciamo qui gli ultimi tre articoli usciti.

Il primo riguarda in particolare la politica della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi: politica tecnicamente innovativa, ma inadeguata ad affrontare i problemi della crisi. Invitiamo soprattutto a leggere la parte sulla distinzione tra "paesi virtuosi" e "paesi peccatori" adottata dalla Germania come da Draghi, con la lucida analisi delle sue implicazioni sociali.

Il secondo riguarda il sistema bancario e il fabbisogno di credito delle imprese (specie, ma non solo, quelle piccole e medie prevalenti in Italia). E' interessante l'osservazione che il sistema tedesco fornisce un miglior sostegno creditizio alle imprese anche perché più articolato in banche locali legate al tessuto economico del territorio (questa osservazione ricalca quella fatta in passato da Sebastiano Brusco, critico verso processi di "concentrazione selvaggia" che distruggevano fecondi legami tra banca e territorio).

Il terzo è una spietata analisi/requisitoria sulle vicende dell'Ilva e della siderurgia italiana. Da esso emerge anche un'implicita rivalutazione della siderurgia pubblica: anche nella fase di declino, questa faceva più investimenti in ricerca e innovazione di quelli fatti dai Riva. Potremmo aggiungere che Taranto è una "rappresentazione sintetica" della parabola dell'industria pubblica italiana e degli effetti nefasti delle privatizzazioni. All'origine, Taranto era uno stabilimento innovativo e creava occupazione qualificata nell'area (anche attraverso l'indotto); il suo raddoppio, quando già si profilava un declino della domanda di acciaio, rifletteva la trasformazione dell'industria pubblica in un'arena dei giochi di potere tra gruppi diversi della DC e dintorni (a partire dagli anni '70); la sua privatizzazione ha prodotto gli effetti che De Cecco lucidamente descrive.

Allegati i tre articoli di Marcello De Cecco pubblicati su La Repubblica/Affari & Finanza

  • 13 maggio: l'ombrello di Draghi e la pioggia del denaro
  • 27 maggio: l'Europa e l'Italia e la sfida del credito
  • 3 giugno: pochi investimenti, zero qualità: così i Riva hanno ucciso l'Ilva

Allegato:
italia-germania_la_sfida_del_credito_de_cecco.doc
lombrello_di_draghi_de_cecco.doc
il_peccato_capitale_dei_riva_de_cecco.doc

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