TITO BOERI, UN PRESIDENTE INPS AUTONOMO – piace poco a “vertici” e establishment – perche? –

Tito Boeri è un presidente dell’Inps con autonomia, anche perché da anni è uno studioso del welfare e del sociale in genere. Dice le cose come stanno e fa proposte per la previdenza e la ristrutturazione dell’Inps. Per quanto dice, spesso, è poco amato da governo, dalle dirigenze  di partiti e di sindacati, da quella dell’Inps, una dirigenza opaca nella selezione, tra le più consociative e clientelari. Francesco Manacorda lo intervista con una dozzina di domande ben selezionate alle quali Boeri risponde senza peli sulla lingua che fanno pensare al comportamento incoerente di gran parte dell’establishment del paese. E’ un’intervista preziosa per definire le priorità di un’genda sociale. Peccato che il Direttore o capo redattore che detta i titoli degli articoli abbia preferito scegliere quello che si addice alla polemica del momento, la polemica sui voucher utilizzati non solo marginalmente – afferma Boeri – dai sindacati (Cisl per 1,5 milioni di euro, la Cgil per 750 mila).

Tito Boeri, è a metà del suo mandato affidatogli a suo da Matteo Renzi. Sono stati due anni assai difficili, nella sede milanese dell’Inps, dove rilascia l’intervista, non è assistito né da segretarie né da uscieri. Cosa inedita all’Inps che vuole rendere più efficace e efficiente.

Il suo auspicio per i due anni che ancora gli restano alla guida del colosso della previdenza: "Chiedo che non mi vengano messi i bastoni tra le ruote: non ho mai minacciato le dimissioni, ma non ho timore a difendere le mie posizioni. Se anche mi dovessero cacciare ho il privilegio di poter tornare a un lavoro che amo e quindi non sono condizionabile". 

Sui voucher dice che è meglio modificarli anziché abolirli del tutto “..i voucher sono cresciuti di meno nei settori dove c'è più lavoro nero come tra i collaboratori domestici e in agricoltura, inoltre sono stati istituiti per retribuire lavoretti a studenti, pensionati..”.

La rioganizzazione dell’Inps piace a pochi e lui risponde così “…Le riforme organizzative della Pa sin qui sono state spesso accompagnate dal mantenimento del numero di dirigenti: noi invece riduciamo di un quarto i dirigenti di prima fascia; quelli alla direzione generale di Roma vengono più che dimezzati passando da 33 a 14. Rafforziamo la presenza dell'Inps sul territorio e creiamo spazio per nuove assunzioni di giovani laureati, magari anche che abbiano fatto esperienze all'estero e vogliano tornare in Italia. Ovvio che di fronte a questi cambiamenti si scatenino delle reazioni".

In allegato l’intervista di Francesco Manacorda con 13 domande. Dalle risposte di Tito Boeri si può comprendere la non poca reticenza e anche dosi d’ipocrisia (affermare un’idea e poi comportarsi in modo contradditorio ad essa) dei principali sindacali verso questo autonomo Presidente Inps.  Che ne pensate? Lasciate un vostro commento?

 

Allegato:
boeri_cambiare_i_voucher_non_abolirli_repubblica.doc

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