RISPOSTE AL RATING DECLASSATO – redazione- finanza & rating 15/1/012

Al rating declassato di Standard & Poor’s l’Europa può e deve reagire. Il rating è un’opinione sulle aspettative future. Nel caso è anche una manovra politica di indebolimento della zona euro. Le agenzie di rating che oggi influenzano la finanza, in particolare quella occidentale sono americane. La “doccia gelata” di venerdì 13 gennaio scuote la costruzione fragile e poco efficace del Fondo Salva Stati creato dai 27 paesi della Comunità Europea ( di cui solo 17 nell’area euro).

L’Eu deve saper superare la logica e declassamento a raffica dei paesi dell' Eurozona, Francia in testa, c'è il Fondo salva-Stati. O, più esattamente, la logica deel Fondo Salva Stati (Efsf) costruito ( per il freno posto dalla Germania) fissando un limite preventivo, quantificato al centesimo di euro, all' impegno dei singoli Paesi negli interventi a sostegno dell’euro, dell’acquisto di titoli dei debiti sovrani ad interessi ragionevoli. Senza la tripla A francese, infatti, la capacità di prestiti del Fondo salvaStati è seriamente compromessa. E nel 2012 i paesi membri della Ue dovranno  "vendere" circa 1.200 miliardi di Titoli di Stato per il rinnovo dei loro debiti pubblici, di questi circa 400 miliardi sono italiani. In un simile contesto il ricorso alle elezioni anticipato da alcuni personaggi politici di rilievo italiani è un vero azzardo ed un rischio per la nostra economia.

Le decisioni che l’Eu deve assumere sono urgenti. L’Italia, ad esempio, deve poter vendere, collocare ad interessi non proibitivi circa 150 miliardi di titoli di stato ( Bot e Btp) entro aprile 2012. Un punto percentuale in più sugli interessi ( spread) significa per il bilancio dello Stato circa 16 miliardi in più. Con due punti siamo alla vanificazione della manovra Monti; per questo si è utilizzato la metafora della tela di Penelope. Lo spread sarebbe l’attività notturna di Penelope che disfa quanto prodotto di giorno. Le banche raccolgono la loro liquidità dal mercato privato ad un tasso proporzionale a quello dei titoli di stato con scadenza a dieci anni, oggi per l’Italia oscillano sul 6,5%.

 

Il rating delle agenzie non è certo un dato oggettivo, essendo un’opinione ed una valutazione su dati di riferimento anche molto discutibili come ad esempio i Credit Default Swap (Cdf), titoli speculativi che scommettono sull’affidabilità degli Stati a rimborsare i loro debiti. Quindi anche interessati a creare un'immagine di inaffidabilità superiore al reale per lucrare.Questi titoli, a metà gennaio 2012, erano quotati a 490 che significa, all’incirca, il rischio d’insolvenza  assegnato da Standard & Poor’s  all’Italia con la tripla +BBB.

 

Mettere al bando quei titoli? Almeno per la stima del rating? Sarebbe un'eresia per il mercato libero o piuttosto la salvaguardia dei principi di questa teoria economica? Quanti altri i titoli "truffaldini" da buttare fuori dal mercato o da neutralizzare non includendoli nelle stime? Si deve e si può reagire!

 

Maurizio Ricci in un chiaro articolo su La Repubblica analizza tre aspetti dello scenario post declassamento: il meccanismo attuale del Fondo Salva Stati, il nodo tedesco e le tre alternative.

 

Federico Rampini nell'articolo "Ultimo avviso alla Merkel" afferma che " la più potente delle agenzie di rating rafforza l´impressione che ci sia un vasto mondo di interessi e di poteri (prevalentemente angloamericani) che ormai ragionano sull´ipotesi di ricostituzione di una piccola Europa omogenea, un mini-euro o neo-marco centrato sul nocciolo duro della Germania più i suoi satelliti di sempre". Lo scenario è pertanto incluso nelle previsioni. S&P, anzi ce chi sostiene che lo voglia  accelerare con “l´auto-realizzazione delle profezie”. L'articolo contiene altre interessanti considerazioni sul  del fondo salva-Stati e sull eperduranti titubanze o blocchi della Merkel. 

Il fondo salva-Stati, uno degli ultimi argini contro la dissoluzione dell´eurozona, deve raccogliere capitali sui mercati attraverso l´emissione di bond. Questo sarebbe – secondo Rampini – l'avviso alla Merkel da parte di S & P.

 

Eugenio Scalfari nel tradizionale domenicale analizza "Quelle scomode verita e comode bugie"

 

Franceco Piccioni  su Il Manifesto  espone le ragioni delle agenzie di tating che bocciano la cura di ferro franco-tedesca

 

 

Allegati

  • L’Europa Salva Stati a corto di munizioni di M.Ricci La Repubblica  
  • Ultimo avviso alla Merkel di F.Rampini La Repubblica
  • Il rating – conflitti d'interesse, grafico e commento La Repubblica del 15 gennaio
  • Rating secondo Wikipedia
  • I 10 punti deboli dell'Unione Europea da La Repubblica del 15 gennaio
  • Quelle scomode verità e comode bugie   di Eugenio Scalfari
  • Le agenzie di rating bocciano la cura franco-tedesca_Piccioni

Allegato:
L’Europa SalvaStati a corto di munizioni_Ricci.doc
ULTIMO AVVISO ALLA MERKEL_Rampini.doc
Il rating.pdf
Rating secondo Wikipedia.doc
10 punti deboli dell’Eu.pdf
Verità scomode e comode bugie_Scalfari.doc
Le Agenzie di rating bocciano la cura di ferro franco_Piccioni.doc

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