Metalmezzadri 4.0

Metalmezzadri 4.0 e la siccitàL’insensatezza o la follia politica ha preso il sopravvento nella giornata del 20 luglio, in Senato quando M5S, Lega, Forza Italia non hanno rinnovato la fiducia al premier Mario Draghi. Anche le vicende del Papeete innescate da Matteo Salvini erano maturate nel mezzo dell’estate del 2018. Allora si formò un nuovo governo, il Conte 2; ora si va alle elezioni politiche il 25 settembre  in un quadro di forti divisione – esplicitate o occultate – sia tra i partiti sia tra i sindacati.

Il nostro “sogno di mezza estate” espresso qui https://sindacalmente.org/content/sogno-di-mezzestate/  subisce un brusco contraccolpo ma assume, alla luce di quanto accaduto, ancor più  attualità per costruire una strategia unitaria di un sindacato confederale in grado d’incidere nel sociale, nel rapporto con i lavoratori volte a battaglie vere per far mutare opinioni e non solo prenderne atto, e quindi contare nel confronto con le controparti, con il governo.

Pertanto pensiamo utile proseguire in quel “sogno” immaginando quanto potrebbe cambiare nel contesto sociale e economico se il sindacato unitariamente sapesse incidere su come, dove e perché produrre, nel quadro preoccupante e in certi settori già drammatico dello scenario del mutamento climatico e della siccità. In tale campo anche le scelte più coraggiose e innovative determinano risultati significativi solo nel medio e lungo termine, un riferimento temporale improprio per la tradizione sindacale accentrata sulla contrattazione per ottenere risultati sul presente.

L’impianto di desalinizzazione di Sorek, a circa 15 Km da Tel Aviv

Per fare “rimbalzare” qualche idea partiamo un po’ da lontano, con riferimento alla figura del “metalmezzadro” come configuratosi nel periodo della forte immigrazione interna all’epoca del cosiddetto “miracolo economico italiano”. Quella tipologia di lavoratore era in genere lontana dalle strategie del sindacato, pensava più ai campi che seguiva ancora che non al cottimo.

Pochissimi gli imprenditori  che posero l’attenzione dovuta per questi particolari lavoratori “metà coltivatori, metà metalmeccanici”. Di Adriano Olivetti si conosce della sua filosofia aziendale ma meno della sua politica per consentire che i lavoratori del canavese potessero essere bravi coltivatori dei loro terreni e qualificati operai in fabbrica. Alcuni risultati sono ancora ben vivi, in particolare in Val Chiusella.

Nei decenni seguenti all’industrializzazione le dinamiche sono profondamente cambiate sulla spinta delle innovazioni tecnologiche e delle energie rinnovabili, invertendo quella tendenza dell’abbandono delle valli e dell’agricoltura di montagna per il  richiamo delle grandi fabbriche dove, pur sotto padrone e sfruttati, si lavorava comunque al riparo e con un reddito certo. Cosa significò quell’esodo lo descrisse molti anni dopo Nuto Revelli con le numerose interviste raccolte nel libro “Il mondo dei vinti”. A tutti fu chiaro che il “progresso” aveva trasformato in manovali fordisti dequalificati, molti lavoratori della terra in possesso di comprovata professionalità per provvedere alla difesa del paesaggio e all’assetto idrogeologico del territorio, al mantenimento dell’equilibrio biologico e alla salvaguardia di foreste e montagne.

Le innovazioni a tutto campo hanno invertito la tendenza di allora, i giovani che sono ritornati all’agricoltura e anche alla montagna hanno esperienze professionali e studi alle spalle, sono diplomati e laureati.

Una tendenza che già sottolineava dieci anni fa Bruno Ugolini, un valente giornalista de L’Unità, nell’articolo “I nuovi contadini già metalmezzadri” (vedi allegato), notizie che purtroppo poco “rimbalzarono” all’interno del sindacato che proseguì sicuro nella sua tradizionale “marcia”.

Abbiamo scelto il titolo “Metalmezzadri 4.0” per interloquire con le scelte del sindacato dei metalmeccanici della Cisl che nel suo ultimo Congresso, al Lingotto febbraio 2022, tra le principali scelte per la contrattazione indica “..Siamo nell’età dei ‘colletti blu’, nuova figura tipica del lavoro metalmeccanico che realizza il superamento della storica separazione tra operai e impiegati …I colletti bianchi e le tute blu si sono ormai fusi in una figura di lavoratore ibrida, che mescola elevate competenze tecnico- specialistiche con capacità produttive e di lavoro in team. Sono i nuovi professionals, che svolgono lavori sempre più tecnici composti sia da competenze specialistiche che da abilità trasversali”. Forse è una visione troppo ottimistica, probabilmente riguarda una fascia ristretta di lavoratori, focalizzarsi su questo può trascinare nell’aziendalismo.

Pensiamo che per costruire una strategia confederale unitaria sia di grande aiuto analizzare quanto avviene e quanto deve cambiare nel decisivo settore primario l’agricoltura che nella sua trasformazione evoluzione è sempre più compenetrata da prodotti progettati e costruiti nel settore metalmeccanico (robot, droni, pannelli, pompe idrauliche e sottosistemi, logistica, trattori multi uso). Elaborare insieme progetti per contenere il 30% delle  emissioni di CO2 che proviene dal settore agricolo-zootecnico, per creare sistemi anti dispersione dell’acqua, di raccolta consapevoli che ben il 60% dell’acqua è destinata, oggi, al fabbisogno dell’agricoltura, per ridurre il 40% di dispersione dell’acqua potabile dispersa.

Ed anche per combattere l’inflazione è indispensabile intervenire nella filiera alimentare dominata dai grandi centri commerciali e multinazionali che realizzano super ricavi a danno degli agricoltori, di chi produce i beni.

La siccità può essere contenuta in Italia tenendo conto siamo circondati dal mare: è un punto centrale per una nuova strategia confederale unitaria, una condizioine decisiva da conquistare. Possiamo prendere esempio da quanto realizzto, da anni, da Israele (vedi allegato) per recuperare aree del deserto: grandi impianti di desalinizzazione. Abbiamo gran parte delle competenze per costruire tali impianti e per quelli di energia alternativa  (pannelli solari ora prodotti in prevalenza in Cina) che debbono essere al centro di una strategia sindacale sul cosa produrre. Da quanti anni mancano confronti e incontri tra sindacati dell’industria, del settore alimentare e Associazioni e Organizzazioni dell’Agricoltura? Articoli correlati al problema dell’acqua e della siccità in Italia si possono leggere con l’ultima newsletter del sito www.nuovi-lavori.it con questo link http://www.nuovi-lavori.it/index.php/home-newsletter

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