LO SCANDALO CSEA:CORSI E CONSULENZE FANTASMI – deleghe e mancati controlli

Il caso, anzi lo scandalo del Csea, la società di formazione professionale a capitale misto pubblico-privato, è un caso isolato, la cosiddetta mela marcia? Oppure è l’identikit del metodo in auge in altre aziende partecipate da enti locali? Ovvero una modalità di controllo inefficace da parte dell’azionista pubblico sui bilanci e sulla gestione ed in particolare sui falsi in bilancio come ad esempio – nel caso Csea – consulenze e corsi professionali gonfiati o non realizzati. Se gli imbroglioni e i corrotti sono regolarmente scoperti solo per opera della magistratura, ciò significa che o la competenza dei membri del Consiglio di Amministrazione è scarsa oppure gli stessi sono complici attivi o taciti degli atti illeciti. Il Vice Sindaco di Torino, Tom Dealessandri, che gestisce da anni la delega per le aziende partecipate dal Comune può essere ritenuto corresponsabile di quegli illeciti, di quell’opaca gestione dei Consigli di Amministrazione? Direttamente no, indirettamente ovvero politicamente sì. Come pure il Consiglio Comunale che ha scelto e ratificato i nominativi dei membri spettanti per i Consigli di Amministrazione. Sarebbe interessante conoscere quante volte questi membri dei CdA hanno relazionato al Consiglio Comunale che li aveva delegati. Siamo convinti che il tutto avvenga perché l’autonomia dei ruoli ( rivendicata a propria difesa dai vari protagonisti) è da tempo sinonimo di separatezza e di delega incontrollata. E’ un nostro parere.

La commissione d’indagine sul caso Csea che è stata approvata Lunedì 19 febbraio, quasi all’unanimità, dal Consiglio Comunale ha senso se ricostruendo la cronistoria si soffermerà su quanto sopra richiamato verificando l’azione esercitata dai membri dei Consigli di Amministrazione Csea designati dal Comune, dal Vice Sindaco, dal Consiglio Comunale. La commissione varata dal Consiglio Comunale ha suscitato discussioni è polemiche: non è una commissione d’inchiesta in quanto è già operante sul caso la Magistratura; tra i criteri di lavoro della commissione pare esserci anche quello di non interrogare alcuno ma solamente consultare documenti e definire un quadro interpretativo dei fatti. E’ chiamata a rispettare il segreto dei lavori fino al termine del tempo che gli è stato assegnato (giugno 2013) quando dovrà esporre le sue conclusioni al Consiglio Comunale. Se la Commissione non affronterà il nodo consulenze (chi li conferisce, chi esamina il merito delle stesse, come si definisce il loro valore, a chi vengono affidate) ed il nodo dei corsi professionali ben difficilmente potrà venir a capo del vero problema che inquina la politica con i tanti conflitti d’interessi.

Per saperne un po’ di più alleghiamo gli articoli pubblicati il 17-18-19 febbraio sulle pagine torinesi de La Repubblica.

Allegato:
il_crac_csea_un_disastro_annunciato_giustetti.pdf
csea_e_corsi_fantasma_al_sud_giustetti.pdf
caro_vice_sindaco_alza_il_velo_boffano.pdf

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