LE “BALLE” DI BONANNI E CARTA CANTA – protocollo produttività – sindacato

Sul mancata accordo per la scadenza del 18 novembre, per un’azione di sponsor a Monti in quel giorno a Bruxelles, Raffaele Bonanni aveva manifestato il suo disappunto. Ora nel perdurare di un difficile negoziato unitario ( la solita Cgil che s’impunta!!) perde la pazienza e va un po’ sopra le righe. Prima gli sfugge un “ sono tutte balle” quelle della Camusso poi nell’intervista a La Stampa del 11 novembre argomenta un po’ di più : “ Sono sconcertato, dicono che con l’accordo si diminuisce il salario? Lo si aumenta. Dicono che si cambiano le regole sull’inflazione degli aumenti salariali? Non è vero. Dicono che ….”  Non conosciamo gli ultimi testi scambiati dalle delegazioni trattanti ma solamente quello diffuso da alcuni siti, noi lo abbiamo tratto da quello de La Stampa, con la sottolineatura che su quel testo Confindustria e Confederazioni avevano  convenuto. Poi le PMI ed altre associazioni imprenditoriali avevano posto riserve e chiesto correzioni ( più penalizzanti per il sindacato), poi si era detto che la Confindustria e le PMI ed altri avevano trovato la convergenza. Poi, poi…..come sempre la nota di cronaca su “Camusso che abbraccia Landini”.  

Non abbiamo fonti di documentazioni sugli ultimi testi quindi pubblichiamo quello originario della presunta unità tra Confindustria e Confederazioni, quello che a rigor di logica dovrebbe essere il migliore per il sindacato. Ci limitiamo all’ultima pagina quella che indica i cinque possibili contenuti per un accordo di produttività che aspiri alla detrazione fiscale del 10%.

Punto 8) Contenuti degli accordi di produttività,  pagina 8 ultima del protocollo diffuso giorni fa

L’aliquota fiscale di vantaggio sostiene l’autonomia collettiva nella individuazione di misure idonee ad incrementare la produttività ed i salari.

La predetta aliquota si applica al “salario di produttività” che il lavoratore percepisce in applicazione di accordi collettivi di secondo livello stipulati per l’incremento della produttività.

Per “salario di produttività” si intendono quelle voci retributive previste da accordi collettivi di secondo livello stipulati per conseguire un recupero e/o un incremento di produttività.

Per “accordi per la produttività” si intendono accordi collettivi di secondo livello – territoriali o aziendali – (‘) che a fronte della introduzione di un salario di produttività prevedano l’attivazione contestuale di due o più delle seguenti “misure di recupero e/o incremento della produttività”(2):

a)  fungibilità delle mansioni nell’ambito dell’organizzazione aziendale con possibilità di assegnazione del lavoratore a mansioni anche appartenenti a diversi livelli di inquadramento;

b)  incremento del normale orario di lavoro effettivo alla soglia legale delle 40 ore settimanali, mediante l’incremento del più ridotto normale orario di lavoro settimanale attualmente definito dalla contrattazione collettiva e/o la rimozione di vincoli contrattuali che non consentono una prestazione di lavoro effettiva pari alla soglia contrattuale teorica di 40 ore;

c)   modelli flessibili e multiperiodali dell’orario di lavoro che, fermo restando il rispetto dell’orario settimanale effettivo di 40 ore calcolato come media in un periodo di 12 mesi, consentano all’impresa, informate le rappresentanze sindacali, una programmazione mensile delle prestazioni sia per quanto riguarda la quantità che la collocazione dell’orario;

d)  introduzione di una distribuzione flessibile delle ferie mediante una programmazione aziendale anche non continuativa delle giornate di ferie eccedenti le due settimane;

e)   introduzione, anche mediante nuove tecnologie, di sistemi idonei a contemperare il fondamentale diritto alla riservatezza del lavoratore con il diritto del datore di lavoro al controllo della produttività.

(1) Per i soci lavoratori delle cooperative, i c.d. ristorni sono riconducibili alla nozione di accordo collettivo nella misura in cui siano collegati ad incrementi di produttività.

(2) Previste nel CCNL ovvero negli accordi collettivi di secondo livello.

Rassicurante? Non aumenta forse l’orario a parità di salario? Nelle pagine precedenti si afferma che l’indice Ipca può essere sottoposto a revisione ( riduttiva) per conseguenza della condizione economica. O no?

Intanto la Federmeccanica nell’ultimo incontro con Fim e Uilm per il rinnovo del CCNL ha proposto “in caso di crisi per ragioni economiche e per le start up, la possibilità di accordi aziendali per “differire” o “rimodulare” le tranche degli aumenti definiti a livello di contratto nazionale..”.Chiaro.

in allegato il testo reso noto giorni fa e l'ultima intervista di Raffaele Bonanni

Allegato:
documento_produttivita_parti_sociali.pdf
laccordo_salta_se_la_cgil_si_chiama_fuori_bonanni_11-11-12.pdf

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