L’anno delle piazze vuote

Democrazia remota dopo il sussulto delle Sardine

Lidia Baratta e  Francesco Maselli su www. Linkiesta.it  in “L’anno delle piazze vuote” raccontano  episodi accaduti nel periodo di lockdown, dopo che tanto si era parlato di un ritorno della partecipazione negli spazi pubblici (vi ricordate le sardine?). Con il coronavirus e il divieto di assembramento, è cambiato tutto. Chi ha provato a manifestare è stato multato, ma le limitazioni alle libertà collettive non possono continuare anche nella Fase 2.

Ristoratori all’Arco della Pace a Milano
Cruciatti / AFP

Il 7 maggio 2020, un gruppo di tassisti milanesi è arrivato davanti al Comune e alla Regione, ha esposto velocemente uno striscione e poi si è dileguato, per evitare una multa di 400 euro, come accaduto ai ristoratori per aver organizzato un presidio con le sedie piazzate a distanza all’Arco della Pace di Milano. Nessun è intervenuto per la movida sui Navigli che ha fatto infuriare, il giorno dopo, il Sindaco Sala.

Tra il primo decreto sicurezza Salvini, rimasto intatto con il governo Conte 2, e il divieto di assembramento imposto dalle misure anti-Covid, le manifestazioni e proteste sono di fatto impossibili. Chi ci ha provato, è stato multato. I due cronisti ricordano gli episodi di protesta dei commercianti di Roma che il 4 maggio, dei parrucchieri di Sanremo, i baristi di Pordenone e gli operai di Genova.

Francesco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, spiega che «il tema delle libertà collettive è molto delicato, e rischia di essere sottovalutato, un rischio che la democrazia non può accettare. La priorità è permettere la vita di ieri alle condizioni di oggi, e quindi adottare un principio semplice ma fermo: va regolato il come ci incontriamo, non il chi né il perché. Se parliamo delle manifestazioni in pubblico, per esempio, le autorità si devono porre il problema di far rispettare le distanze tra le persone che vi partecipano; in questo senso, è ragionevole che chiedano agli organizzatori di dimostrare che tutte le precauzioni verranno prese. Purtroppo al momento questo dialogo non c’è, e quindi accadono episodi come quello di Milano. Il governo dovrebbe intervenire subito per consentire la libera espressione ai cittadini, mentre finora questo tema è stato sottovalutato».  Per il costituzionalista è impossibile adottare provvedimenti univoci su tutto il territorio, viste le grandi differenze in termini di contagio tra regione e regione, ma è necessario dare delle linee guida (…) Un protocollo è necessario, anche perché sono molti i motivi di scontro tra governo e parti sociali, senza considerare che la crisi economica, ormai inevitabile, non ha ancora colpito

L’articolo descrive inoltre inediti e importanti atti di protesta, adattandosi alle regole del distanziamento,  andati in scena in Italia e nel mondo in questo periodo di lockdown.  

Vengono citati i cittadini di Tel Aviv, che il 19 aprile hanno protestato contro la possibile alleanza di centro-destra nella piazza Rabin a Tel Aviv; e poi quella del 24 Aprile di centinaia di giovani di Hong Kong in un centro commerciale. (…) Seguendo l’esempio israeliano, in Italia, il 28 aprile, settanta parlamentari e i consiglieri regionali del Lazio di Fratelli d’Italia – con mascherine tricolori – si sono «schierati» in piazza Colonna a Roma, di fronte a Palazzo Chigi, per contestare le misure del governo.

L’articolo si sofferma anche sul comportamento dei sindacati. Ricorda che (…) l’ultima minaccia di sciopero generale al governo da parte di Cgil, Cisl e Uil risale a fine marzo. Alla fine incrociarono le braccia per qualche ora soltanto i metalmeccanici di Lombardia e Lazio, prima dell’accordo con il governo e Confindustria sui codici Ateco autorizzati a non fermare le attività. Il 4 maggio i sindacati della scuola hanno tenuto una conferenza stampa unitaria virtuale con 138 partecipanti. E per il 13 maggio sono previste assemblee in videoconferenza per organizzarsi e chiedere un confronto alla ministra.

Un attento sguardo è rivolto al mondo dei precari. (…)  Chi era precario prima, in attesa del rinnovo di contratti o stabilizzazioni, ha continuato a chiedere il rispetto dei propri diritti. I rider delle consegne a domicilio, tra i pochi a popolare le strade delle città durante il lockdown, hanno protestato e ottenuto con una sentenza del Tribunale di Firenze il riconoscimento del diritto ai dispositivi di protezione. E il primo maggio hanno anche lanciato una piattaforma sindacale nazionale. Gli operatori dei call center hanno scioperato da Nord a Sud chiedendo di poter lavorare in smart working. E da qualche giorno, i dipendenti di Almaviva di Milano e Palermo sono in stato di agitazione dopo che Sky ha ricordato che il 30 giugno scadrà il loro contratto d’appalto.

I due cronisti si ricordano del prima del lockdown. (…) E pure le Sardine, protagoniste delle piazze italiane del mondo pre-Covid, si sono dovute riadattare. «Ci è mancato l’elemento principale, come se togliessi l’acqua ai pesci rossi», dice Jasmine Cristallo, coordinatrice calabrese del movimento. «Siamo nati perché c’era il desiderio di riportare i corpi in piazza. È evidente che ora abbiamo un problema, ma siamo stati comunque molto operosi in questo periodo». (..)

Infine una riflessione sulle scadenze elettorali. (…) Il momento più complesso da gestire arriverà quando si tornerà a votare. Nel 2020 era previsto il referendum costituzionale, rinviato sine die e, secondo il decreto “Cura Italia” da organizzare entro il 22 novembre. Al voto sono chiamate 6 regioni, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto, rinviate in una domenica compresa tra il 6 settembre e il primo novembre, e 1.145 comuni, anch’essi rinviati a una domenica compresa tra il 20 settembre e il 13 dicembre. Inoltre, in 147 comuni, i cosiddetti superiori, è possibile il ballottaggio, così come in Toscana.  Questo pone una serie di problemi concreti: le campagne elettorali saranno molto diverse, difficile vedere comizi partecipati, strette di mano, iniziative porta a porta. Sarà anche complicato immaginare un solo giorno per votare: è possibile smaltire le fisiologiche code in meno di 24 ore? Cosa accade se tra il primo e secondo turno i numeri del contagio aumentano? Il governo francese, dopo aver deciso di permettere lo svolgimento del primo turno delle elezioni amministrative è stato costretto a rinviare i ballottaggi a data da destinarsi e a permettere l’insediamento dei sindaci già eletti, creando un’attesa che avrà un effetto inevitabile sull’esito elettorale. (…)

Consigliamo la lettura completa di questo lungo articolo; può sollecitare idee per il mondo sindacale confederale che si “accontenta” di essere consultato, prima dei Dcpr, senza incidere più di tanto sia per ottenere un più veloce iter delle casse integrazioni, sia per “conquistare” finalmente un’ampia regolarizzazione dei migranti e del lavoro nero, sia per sperimentare turni di lavoro di sei ore in modo da articolare i flussi sui trasporti pubblici per osservare la principale norma del distanziamento, sia per avviare l’indispensabile tracciatura (App) dei contagiati e degli asintomatici, sia ancora per la diffusione reale ( e non solo annunciata!) delle mascherine e  l’effettuazione di test. I segretari confederali possono acquisire ben maggior forza di persuasione verso il governo se “inventano” forme di partecipazione – on line o in piazze con distanziamento – delle tante migliaia di Rsu e Rls che possono anche influire sull’opinione pubblica, di più di alcuni talk-show.