LA TASSA PIU’ ODIATA? – Tasi e Imu prima casa – riforma del catasto sine die –

Luca Ricolfi, su Il Sole e Panorama, in "Prima casa, quasi un atto divuto abolirla" espone e confuta le cinque principali obbiezioni sollevate contro i provvedimenti del governo Renzi, quindi spiega perchè, dopo le conseguenze delle decisioni dei Governi Monti e Letta, ha cambiato idea sulla tassa sulla prima casa. Luigi Vicinanza in “Populismo e riforme, la ricetta di Renzi” – Espresso –  afferma che l’abolizione della tassa sulla prima casa chiarisce la strategia elettorale del premier per fermare l’avanzata di Grillo e Salvini, in quanto la Tasi sarebbe la tassa più odiata dagli italiani.

Di questo avviso è pure Luigi Zingales, in “Perché la tassa sulla casa è la più odiata dagli italiani”, pubblicato sull’Espresso del 9 ottobre, ricorda che “Per molti proprietari l’abitazione non è un bene da comprare e rivendere. Ma qualcosa da tenersi stretto. Abolire l’imposta quindi porta consenso elettorale”. In tre punti analizza il perché e suggerisce una singolare proposta finale (…).

In allegato QUATTRO articoli.

Il vero nocciolo della questione, avendo lo sguardo politico-elettorale al medio termine, rimane l’insoluto nodo della riforma del catasto (l’ultima legge risale a trent’anni fa) che era stat prevista nella legge delega fiscale rilasciata al Governo Renzi. Però all’atto di trasformarla in decreti è stata stralciata e rinviata sine die, anche per lo stop del Senato del giugno 2015. (vedi nota allegata scaricata dal web). Eppure il decreto relativo ai criteri per l’aggiornamento, predisposto dai tecnici, era pronto. Le rivalutazione catastale -in ritardo di trent’anni- sarebbero risultate consistenti, gravando certamente sensibilmente sulla determinazione della rendita, che si assomma agli altri redditi, nella dichiarazione 730. Quindi possibili possibili effetti sul consenso elettorale.

E’anacronistica e ingiusta la politica fiscale italiana quando consente di tassare due volte (seppure con modalità diverse) lo stesso bene: come ad esempio la casa. Il superamento della Tasi per la prima casa e la trasformazione  dell’IMU debbono essere ben collegate alla riforma del catasto che determinerà una lievitazione delle rendite in senso generale e la trasposizione di molti immobili da categorie basse a categorie signorili e di lusso, in quanto lo sono da anni molti degli alloggi in edifici ristrutturati dei centri storici – ma non solo lì – rimasti ignoti per un catasto “fermo” e “”cieco” da decenni.

Il partito “del rinvio” o del “ben attivi” nel rivendicare per la riforma del catasto clausole di totale neutralizzazione rispetto ai nuovi criteri (invarianza non solo del gettito complessivo ma anche per ogni contribuente!) ha prevalso ancora una volta, senza determinare alcuna infuocata battaglia dai banchi del Parlamento, che invece esplodono con inusuale aggressività per  altri argomenti.

La maggioranza dei politici e dei parlamentari – a destra, a sinistra, al centro – ha nuovamente scelto di rinviare la riforma del catasto dopo gli appuntamenti elettorali, anzi dopo le elezioni politiche.

Intanto il Governo, a corto di flussi nell’entrate, taglia inopinatamente nella Legge di Stabilità parte dei fondi dedicati all’innovazione, all’informatica nella Pubblica Amministrazione. Un segnale in controtendenza con i tanti messaggi di agganciare la ripresa. Messaggi che svaniscono nella propaganda politica.

Nota – L'operazione di abolire la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, prevista e confermata per la imminente legge di Stabilità, non riguarderà le 40-45 mila abitazioni di prestigio (un po’ pochine, sempre per la questione del ritardo, della lentezza  della maggioranza dei catasti), dalle ville alle abitazioni signorili, dai castelli alle dimore storiche. La questione centrale rimane però, per Tasi e Imu, lo ripetiamo, l’essere e considerati "abitazione principale",  in ragione del loro classamento catastale. La parola chiave è "classamento": infatti "senza eccezioni per il classamento catastale" significa che le abitazioni catalogate come A1 (appartamenti signorili), A8 (ville di pregio) e A9 (castelli e dimore storiche), utilizzate come prima casa, e fino ad oggi tenute al pagamento dell'Imu (oltre che della Tasi dove i Comuni lo avessero deciso),  dovrebbero continuare a pagarle. Inalterate o con sconto o via di fuga?

Allegato:
populismo_e_riforme_vicinanza_espresso.doc
perche_la_tassa_sulla_casa_e_la_piu_odiata_dagli_italiani_zingales.doc
bloccate_al_senato_la_riforma_del_catasto_e_altro_dal_web.doc
prima_casa_quasi_un_atto_dovuto_ricolfi_il_sole.doc

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