LA GRAN MANFRINA SI E’ ROTTA – redazione – politica & eventi – 8/8/11

La manovra triennale 2011-2014 è stata approvata in poche ore, con un dibattito insufficiente, in un falso clima di coesione, sotto la minaccia dei mercati certamente. Tutta quella fretta in nome del bene comune – ma pensando ed operando per tutelare quelle delle tante caste e delle libere professioni “chiuse” ( come ha clamorosamente testimoniato il comportamento degli avvocati parlamentari in quota Pdl) – non ha portato credibilità né al governo né al parlamento e neppure al paese. Tanta fretta in nome dell’emergenza per scadere nella tragedia-commedia verso l’Europa che aveva capito solo una cosa: il rinvio ad un futuro governo ( dopo la fine di questa legislatura) delle decisioni più consistenti per l’equilibrio dei conti.

 

Manovra del tutto insufficiente per la Eu e lesiva del futuro per i giovani e per il nostro paese per il suo marcato carattere recessivo ed iniquo socialmente su chi sopporta maggiormente i costi. Il taglio ai costi della politica ( che comprende anche il ridimensionamento dei lauti compensi di parlamentari e dintorni e rinviato) come pure l’aumento delle aliquote fiscali per le rendite finanziarie alla media europea. Poiché sono stati abbondanti gli autoelogi governativi e di quelli filo governativi per tale manovra, pensiamo sia cosa utile allegare il punto di vista critico espresso da studiosi come Luciano Gallino, Ruffolo, Rodotà. Per quanto riguarda il mancato taglio dei costi della politica alleghia l’articolo di Rizzo-Stella.

 

Così c’è stato un primo richiamo della Ue e dai mercati ( differenziale in ascesa tra Bund e Btp, che vuol dire aumento in progressione del conto sugli interessi del debito contratto) e per quanto riguarda la politica nazionale, in poche ore e di nuovo di corsa, un vasto schieramento di associazioni e sindacati ( forze sociali) hanno redatto un testo di poche righe per dire al governo che quanto approvato dal Parlamento era insufficiente ed occorrevano scelte più coraggiose fin dal 2011, a partire dal taglio dei costi alla politica.

 

Ed è arrivato così il confronto Governo e Parti Sociali (36 sigle) con scambio delle rispettive agende di priorità: 8 punti per il Governo e sei punti per le parti sociali ( illustrati a nome di tutti dal Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, non certo seconda a lesinare critiche a questo governo). Quest’ultimo fatto a generato scandalo ed una veemente accusa ( dall’ala contestativa di Rinaldini) verso Susanna Camusso per aver conferito delega alla Marcegaglia di parlare per conto della Cgil. Che tempi! Che può reggere di una convergenza sindacale Cisl, Uil e Cgil così labile. Ma è ancora Raffaele Bonanni il più lesto a smarcarsi …per seguire i riformisti del governo che, come si sa, hanno i loro sponsor nei ministri Sacconi e Tremonti.

Potrebbe cambiare il copione questa volta?

 

Lo scambio delle agende con un arrivederci a settembre non è stato ben recepito dalla Ue e tantomeno dai mercati finanziari che hanno smesso di credere alle affabulate relazioni del ministro Giulio Tremonti e si sono stufati delle barzellette del Premier Berlusconi. Il rischio dell’insolvenza del nostro Governo, qualunque esso sia, a rimborsare i Titoli di Stato alle loro scadenze comporterebbe ripercussioni ben più elevate del caso della Grecia. L’allarme non è poi così fuori luogo stante il fatto che il nostro debito era il 120% del valore dell’intero PIL nazionale nel 1994 ( fine della Prima Repubblica) ed è tale oggi. Si era ridotto con Prodi e Paolo Schioppa. Abbiamo ricostruito l’andamento del debito pubblico del periodo della Prima Repubblica  dal 30% del 1950 al 120% del 1994. ( vedi tabella allegata)

 

Così siamo giunti al terzo atto con la lettera di Tricher e Draghi al Premier che a tutt’oggi non è stata resa pubblica con la sollevazione indignata di Mario Monti, vedi articolo “Insolita fermezza e durezza” sul nostro sito.  

 

In allegato

  • Gli otto punti del Governo illustrati alle parti sociali
  • I sei punti presentati al Governo dalle parti sociali
  • Gli articoli sulla manovra in prima versione di Luciano Gallino, Stefano Rodotà, Giorgio Ruffolo ed Eugenio Scalfari.
  • Articolo di Rizzo-Stella sui tagli da subito alla politica

Allegato:
Gli otto punti del Governo.pdf
I sei punti delle Parti Sociali.pdf
Assalto frontale alla Costituzione e al lavoro_Rodotà_7-8-11.doc
Il momento è grave, la manovra è peggio_Ruffolo_7-8-11.doc
La polmonite americana_Scalfari_7-8-11.doc
Il minum dei tagli ai costi della poltica_Rizzo e Stella.doc
La crisi pagata da meno abbienti_Gallino.doc

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