LA CISL AUTONOMA….DAI LAVORATORI – lettera pubblica – 23/1/10

Nota. Questa lettera è stata ampiamente ripresa su L’Unità di Martedì 26/1 da Bruno Ugolini, e su La Stampa del 1° febbraio da Marina Cassi.      E’ chiaro come la luna piena che la Cisl Confederale è diventata autonoma …dai lavoratori, dalle loro pressanti richieste. Cosi è accaduto in questi giorni per la riforma fiscale. I fatti sono lì. Forse per eccessivo autocompiacimento della propria autonomia. L’autonomia del sindacato, per promuove partecipazione e protagonismo degli iscritti e delle strutture, deve risultare “…un modo di pensare, di analizzare, di decidere, di agire, di reagire; è un attitudine che matura nel profondo della coscienza di ciascuno, che si alimenta della capacità quotidiana di rivivere, soffrire, ed interpretare la condizione operaia. Tende a morire quando il legame con la classe lavoratrice si allenta; si esprime nella sua pienezza quando tale legame si rinsalda e si approfondisce.L’autonomia, quella vera, è un fatto di costume e un fatto di cultura”. (Eraldo Crea, Congresso del 1969).

I fatti . La Cisl Confederale ha detto e ripetuto ai suoi iscritti, ai lavoratori, ai pensionati che è necessaria “..una forte riduzione del prelievo sui redditi da lavoro e da pensione”, che per renderla credibile è contestuale acquisire nuove entrate per il bilancio dello Stato con “…un nuovo mix tributario tra imposte dirette ( da capitale, rendite finanziarie, patrimonio e proprietà)  e indirette (consumi)..”. Sono parole, scritti e mozioni dell’ultimo Congresso Cisl (2009). Per i pensionati era stato definita – dopo molte insistere – una proposta ( recepita unitariamente) per conquistare un nuovo paniere Istat per i pensionati, con una cinquantina di voci focalizzate sulle “3A” Alimentazione, Abitazione e Assistenza, cioè consumi non comprimibili, per i quali l’inflazione reale è del 30-40% superiore a quella registrata dall’Istat. E poi la sacrosanta richiesta della restituzione del fiscal drag almeno per i redditi medi e bassi.

Ora Raffaele Bonanni bacchetta come velleitario Guglielmo Epifani perché sostiene ancora la richiesta di una restituzione seppure graduale del fiscal drag. Si deve anche cambiare – dice ora il quartier generale di Via Po – l’impostazione generale del fisco italiano trasferendo più tasse sui consumi (IVA) e riducendo l’aliquota Irpef fino a 200.000 euro. Bisogna puntare alla progressività delle imposte puntando sull’IVA.  E subito un maxi assegno per le famiglie numerose e con anziani mettendo insieme i vari contributi e detrazioni. Questo è l’annuncio dato da Bonanni nel salotto buono di Porta a Porta, del 13 gennaio, alla presenza del ministro Tremonti che lo ha elogiato per “la sua lungimiranza”. Ora questo nuovo messaggio rimbalza con sfumature diverse nella Cisl senza apparenti reazioni. Il Bonannipensiero sostanzialmente ha dato un assenso alle due aliquote di Tremonti-Berlusconi suggerendone una terza oltre i 200.000 €., quando verrà il tempo. E’ normale tutto ciò? Per ora basterebbe il maxi assegno che per l’aria che tira potrebbe essere una “presa per i fondelli” del tipo della social card.  Affermare che “ ..è giusto che chi più consuma più paghi attraverso l’IVA., che  questa è la nuova e vera progressività” è una dichiarazione incauta. Trasferire le tasse dal reddito, dal patrimonio ai consumi ha sempre prodotto l’effetto di colpire i consumi popolari, i ceti popolari.  Altra cosa è identificare una griglia di beni di lusso ( es. auto e moto costose, fuori strada, imbarcazioni, arredi di valore, tipologia di abitazioni) per certificare stili di vita che comportano un determinato livello di reddito per tassarlo con aliquote irpef progressive. Di questo scriviamo da qualche mese sul blog sindacalmente.org per risvegliare un pò di passione per la perduta unità d’azione che tanto servirebbe nella fase che stiamo attraversando.

Bonanni ripete che la direzione di marcia del governo è giusta ma deve fare di più. Non è giusta per nulla! Il Governo ha abolito la tassa di successione e l’ICI anche per i grandi patrimoni. Agli Enti Locali sono stati tagliati i trasferimenti di risorse. Bonanni è lungimirante agli occhi di Tremonti ma si allontana dalle richieste impellenti dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, degli immigrati regolari e non. Autonomo certamente di ritenere la miglior cosa possibile seguire il tremontipensiero e il sacconipensiero, a rischio però di trovarsi autonomo….dai lavoratori? Nelle tante strutture categoriali e territoriali della Cisl solo allineamenti o bisbigli critici? Si teme forse il ripetersi di dimissioni “spintanee” come quella di Antonio Uda, il segretario “urlante” dei pensionati che sosteneva con determinazione proprio l’istanza  per un nuovo paniere costituito da tipologie di consumi non comprimibili. Bonanni pensa di essere stato lungimirante, anche in questa circostanza, mettendo la mordacchia alla vivace categoria dei pensionati. Basterà questo per imporre il nuovo corso e tenere allineati milioni di iscritti e svariate centinaia di dirigenti a tempo pieno che costituiscono l’ossatura degli organismi deliberanti? Chissà.

R.Bresciani,Gc.Bussone,A.Buzzigoli,F.Cartella,S.Caldarola,G.Cometto,C.Daghino, M.Dellacqua,A.Fiammotto,T.Ferigo,G.Giacometto,G.Mainardi, A.Marcolungo, A.Michelizza, G.Migone,G.Montanari, M.Negarville, F.Pessana, G.Sampò, T.Serlenga, A.Serafino, R.Tos, A.Tridente.

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3 commenti
  1. noname
    noname dice:

    Caro Adriano, sono Giovanni Di Nino (Sulmona/AQ) tuo vecchio amico insieme con lo scomparso Franco Bonfini. Leggo per caso su l’Unità di oggi di questo sito organizzato da te e dall’altro mio vecchio amico Tridente (ricordo che siamo a cavallo degli anni ’69/75) e, soprattutto, la vostra lettera a Bonanni. Anche io, come vecchio fimmino, mi trovo abbondantemente spiazzato dal silenzio assenso (a volte omertoso) di questo segretario Generale di fronte a tanti problemi (penso, ad es. agli infortuni sul lavoro, specie nell’edilizia, settore di sua provenienza sindacale) e penso anche ai problemi del fisco: silenzio quasi mortale sullo scudo fiscale, sull’evasione annua di 200 miliardi di euro, sulle sparate (meglio, cazzate) del piccolo Brunetta e di tal Sacconi che sta devastando la legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, ha depotenziato gli ispettorati del lavoro. Per questo ed altro non posso che condividere la vostra (e mia) sacrosanta ribellione contro un sindacato ormai notarilizzato, fatto di salamelecchi ed inchini (pensa un po’ di fronte ad una Gelmini, altra "esperta" in massacri sociali, o lo pseudo-poeta Bondi, lo stesso 3monti grande "inesperto" in economia ma provetto conoscitore di paradisi fiscali in grado di prendere per i fondelli tutti gli onesti contribuenti, e via cantando). Adesso il buon Bonanni parla di "comitato misto…) per affrontare una riforma fiscale che, se si farà, sarà ad immagine e somiglianza del grande inbonitore di Arcore, "ascoltate le parti" (come sempre, quelle che stanno al giochino) e buona notte al secchio! Sono proprio finiti i tempi di Cesarone Del Piano che dettagliava punto per punto le proposte di riforme e non si cafeva certo guidare dalle sirenette del potere politico ed imprenditoriale. Tenete duro, Adriano & C (a proposito se puoi, salutami anche Franco Aloja): Ciao da Sulmona.

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  2. noname
    noname dice:

    Oggi 27 gennaio, il capo dell’ufficio stampa della Confederazione replica alla lettera dello "sparuto" gruppo di ex sindacalisti della Cisl. Cioè voi. Ribadisce, con un bla-bla-bla tradizionale la democrazia interna (sarei curioso di "vedere" un solo verbale congressuale territoriale o una lista congressuale che non sia "bloccata", sarei anche curioso di sapere quanti "segretari territoriali" sono in carica da oltre tre mandati,da anni ed anni: diciamo con l’avvento di Marini e dei suoi poco degnissimi successori, ivi compreso il frate (pensate, non ricordo neppure il nome!) che oggi milita nel partito di Casini, cioè un cristiano-che-più-cristiano-non-si-può e che ha avuto la bella idea di lanciare come suo successore il suo ambasciatore di Casa della Libertà presso Sacconi, Bonanni Andrea (purtroppo, mio corregionale). Certi signori mi riportano alla mente il personaggio di Taide (Dante, Inferno): si rovesciava addosso, continuamente, gli escrementi nei quali era sommerso, tranquillamente. Non si accorgono che questo sindacato, al dilà dei numeri che vengono forniti, è destinato a sparire.Cordiali saluti, e. per ricordare qualcosa di me: Giovanni Di Nino: ex segr. Prov. Fim (AQ) quando Adriano Serafino venne a Sulmona dove Fiat ha costruito uno stabilimento, ex Segr. Reg. Fim Abruzzo, ex componente Segreteria Regionale CISL Abruzzo, ex Consigliere Nazionale CISL (Carniti Segretario). Tornato a lavoro, in ENi: Rsu Femca-Cisl, Segr. prov. Femca Macerata, firmato un CCNL del Settore Gas Acqua, oggi, tornato in Abruzzo) componente CE Femca Abruzzo. Continuo a dire la mia con lettere pubblicate su Repubblica, l’Unità, il Centro (Gruppo L’Espresso. Mia e-mail: lyddin@tin.it

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  1. […] In allegato potete leggere una Lettera aperta di 13 anni fa, scritta da una ventina di iscritti Cisl torinesi, che contestava alcune scelte dell’allora bonannipensiero. Conteneva riflessioni sull’autonomia sindacale e sul pericolo di trasformarla in autarchia del vasto gruppo dirigente a pieno tempo del sindacato. Pertanto il titolo scelto “La Cisl autonoma…dai lavoratori” intendeva sollecitare un franco dibattito. Fu pubblicata su L’Unità e su La Stampa. Alcuni punti sono ben attuali. https://sindacalmente.org/content/la-cisl-autonoma-dai-lavoratori-lettera-pubblica-23-1-102/ […]

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