IL VALORE DI UNA TESSERA – redazione Il9marzo – per chi ce l’ha e per chi l’ha avuta –

Il valore di una tessera. La tessera sindacale ha un valore ed un costo. Il costo è quel che si paga per averla. Il valore è ciò che significa l’appartenenza all’organizzazione, in termini ideali ed in termini pratici, che la tessera rappresenta. In un certo senso, si può dire che vale la pena avere la tessere finché il costo non è nettamente superiore al suo valore. Poi c’è anche il caso della Fnp dove, come ha testimoniato pubblicamente Gianni Italia, magari c’è il costo tessera senza arrivare mai ad avere la tessera, ma questo ora non c’entra.

In questi giorni abbiamo ricevuto diversi messaggi in relazione all’iniziativa, in corso di organizzazione, di un comitato a sostegno del ricorso contro il commissariamento della Fp, contro le espulsioni, contro un congresso celebrato in maniera, diciamolo in termini prudenti, irrituale e quant’altro. In qualcuno di questi messaggi viene detto che si è pronti a dare la disdetta, o magari la si è già data, per usare i soldi a sostegno di questa iniziativa.

Ognuno è libero di procedere come preferisce. Per chi lo fa, o lo ha già fatto, questa scelta è degna di rispetto, per via del discorso sul costo e sul valore di cui sopra.

Ci preme solo precisare che questo sito non promuove alcuna campagna in tale senso. Noi non chiediamo e non chiederemo mai a nessuno di dare la disdetta. Sia perché non avremmo comunque titolo per farlo, sia perché, come ha scritto bene il giornalista Salvatore Tropea nella recensione al libro “Prender parola. Il metodo Scandola”, noi siamo ribelli per amore. Chi da fuori e chi da dentro in posizione scomoda, ma tutti consideriamo che la Cisl è la nostra casa. “Nostra” non nel senso che sia si nostra proprietà, perché questo semmai è il delirio di onnipotenza che attraversa le stanze di Via Po 21, ma nostra nel senso che le apparteniamo. Che questa è la nostra identità, e non ne cerchiamo altre.

Certo, a volte abbiamo l’impressione che ci possa essere più Cisl fuori dall’organizzazione che dentro a quella cosa che viene gestita come un “brand” da vendere con il “marketing associativo” (per usare un vocabolario caro a Giovanna Ventura). E vediamo che esistono esperienze associative sindacali autentiche che hanno casa in altri luoghi. E capiamo che a volte c’è più amore per la Cisl in chi non rinnova la tessera perché non la riconosce più rispetto a chi la rinnova per avere questo o quel servizio, che potrebbe avere anche da un’altra parte (e con meno “buffi” da ripianare nelle società dei servizi).

Ma la nostra scelta non è quella di andarcene, la nostra scelta è combattere, anche quando ci spingono fuori. “Bisogna impegnarsi, bisogna combattere”, secondo le parole di Fausto Scandola.

E allora ciò che importa non è lasciare la tessera, o neanche tenerla per quel che vale. Quel che importa è saper dare noi a quella tessera, che abbiamo ancora o che abbiamo avuto, un po’ di quel valore che tante vicende recenti le hanno tolto.

Per questo sosteniamo e partecipiamo all’iniziativa del costituendo comitato di solidarietà con le iniziative giudiziarie in corso.

 

1 commento
  1. Luigi Gastoldi
    Luigi Gastoldi dice:

    Non darò mai la disdetta della tessera Cisl. Sono un pensionato e non pago la tessera alla Fnp. Lo stesso importo lo verso come tessera individuale alla mia Categoria di appartenenza. Almeno finché rimarrà questo gruppo dirigente nazionale in Fnp. Luigi Gastoldi

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