Il carcere, Nicoletta e gli altri

Le nostre prigioni: più emergenze, ora anche quella sanitaria!

Nicoletta Dosio, dal 30 Marzo, dopo tre mesi, non è più nel carcere delle Vallette ma a Bussoleno in rigida detenzione domiciliare, a seguito della disposizione di ordine generale contenuta nel decreto legge del 17 marzo scorso. Livio Pepino commentando il fatto sul sito volerelaluna.it  (v.allegato) ricorda le parole dell’ultimo messaggio di Nicoletta prima della scarcerazione:

«Nessuno può conoscere davvero il carcere, se non chi lo vive. Nessuno può immaginare le storie degli ultimi, la desolazione delle esistenze recluse, le violenze subite nel tempo, che diventano colpa per chi si ribella, e prigione. Nessuno immagina le vite senza nome costrette in questi momenti ad aspettare in catene l’epidemia che, nel silenzio e nell’indifferenza generale, si è già insinuata oltre le mura e tra poco farà strage. In carcere tanti continuano ad entrare (anche malati, ai quali non vengono praticati controlli sanitari), e pochissimi escono. Il sovraffollamento delle prigioni ‒ anche a Torino ‒ è insostenibile, vergognosa violazione di qualsiasi diritto, di ogni principio minimamente umano. Nelle sezioni c’è angoscia e richiesta di aiuto, volutamente ignorata da una classe politica cieca e sorda».

Per conoscere altri aspetti di quadro delle annose emergenze del sistema carcerario ed ora della minacciosa pandemia coronavirus, alleghiamo l’articolo “Trasparenza, sovraffollamento e misure sanitarie urgenti” di Gabrio Forti e Francesco Centonze pubblicato su La Stampa.

Livio Pepino ha pubblicato su volerelaluna, l’articolo (v.allegato) “Le nostre prigioni: l’indulto necessario” considerando questa iniziativa politica parlamentare la soluzione operativa per porre rimedio ad una situazione sempre più esplosiva sia sul piano sociale sia sanitario. Ma su questa ipotesi le forze politiche sono al momento divise.