Come sempre nel mese d agosto maturano le scelte politiche, e anche sindacali, che condizioneranno i mesi e l’anno che segue. Così anche per questo agosto 2023 con clamorose retromarce sugli annunci di mesi precedenti. Sono state già assunte e si stanno decisioni che renderanno dura e difficile la vita sociale e quotidiana a crescenti fasce di cittadini, di lavoratori, di disoccupai, di giovani e di anziani. Cala un po’ l’inflazione media ma non demorde quella del carrello della spesa sia nei supermercati sei in quelli rionali. La benzina con i suoi aumenti è un traino per rialzi continui sui “prezzi della quotidianità”, con la perdità di capacita d’acquisto per chi ha un reddito medio-basso, la povertà si sta estendendo per chi ha lavoro precario o non lo ha affatto, dopola cessazione del Reddito di cittadinza ora è in atto il taglio dei servizi universali con in testa la sanità.

Il gambero non cammina ma nuota all’indietro

Nelle difficile realtà in cui ci troviamo faremo come i gamberi che arretrano nuotando all’indietro di fronte a improvvise difficoltà o rischi?  “Sarà dura..la coperta è corta..” hanno già annunciato più ministri e opinionisti del “politicamente corretto” parlando della manovra di bilancio 2024, che sarà preceduta dal DEF da approvare in autunno. Affermazioni esplicite sono state fatte: le rivendicazioni sindacali vanno ridimensionate o rinviate, come pure  le promesse elettorali fatte dal centro destra. 

Alleghiamo alcuni articoli che fanno intuire come la “coperta corta” sarà ulteriormente tagliata perché, dopo tanti tam-tam e annunci di mezza estate, saranno minori le entrate nelle casse dello stato dalla lotta per l’evasione fiscale e saranno ridimensionati gli introiti per gli exra profitti delle banche (norma annunciata con non poca improvvisazione da Matteo Salvini, in una conferenza stampa dove erano asaenti Meloni e Giorgetti) per i quali c’è chi pensa ad una trasformazione in una formula da credito d’imposta che le banche potranno recuperare in alcuni anni. Una sorta di contributo di solidarietà da recuperare con gradualità.

E il sindacato? I vertici sindacali camminano sicuri  con le  loro numerose interviste con strategie che sembrano animate dal “essere uniti nel pensare di rimanere divisi”. Così divenda impossibile anche l’unità d’azione delle tre Confederazioni sempre più necessaria e urgente.

Chi ha le maggiori responsabilità?  Landini che “corre troppo” e perde l’aggancio anche con la Uil che poco ha detto nel mese di agosto? Oppure Sbarra che – nelle sue interviste annuncia tanti “si dovrebbe..” scritti da bravi goshwriter un po’ lontani dalla realtà quotidiana del nostro paese – ripete come un giuramento che “..vuole rimanere inchiodato ai tavoli del confronto con il governo…che considera un controsenso andare in piazza..”, non prendendo atto della gelata annunciata dal Governo e in particolare dal ministro Giorgetti? 

Non è certo possibile risolvere questi interrogativi con il tradizionale “giochino” chi buttare giù per primo dalla torre, ma ci sentiamo di dire che tra tanti errori – piccoli o grandi – di analisi e sulla ridefinizione di richieste unitarie del sindacato confederale, per intanto è bene non stare fermi, mobilitarci e marciare, anche a Roma il 7 ottobre con la tessera Cisl in tasca, sotto una delle tante bandiere che ci saranno.

Per saperne di più aprire gli allegati – Buona lettura

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