DIVENIRE UN PO’ TEDESCHI ? – nota Isril – globalmondo 20/1/11

Periodicamente si rinnovano gli interessi per il sistema tedesco di relazioni industriali, sull’onda dei successi riportati in quel paese e degli insuccessi registrati nel nostro. Alleghiamo la Nota n.2 dell’Isril che contiene una parte del saggio di Giovanni Graziani pubblicato nel 2009, negli Annali della Fondazione Pastore (2001-2007) che descrive le caratteristiche del sistema contrattuale tedesco. A questa parte sono anteposte alcune riflessioni della Redazione di Isril diretta da Giuseppe Bianchi. La nota si sofferma sulle caratteristiche della legittimazione che in Germania deriva dalla capacità di rappresentanza degli interessi, dalla riconosciuta autorità alle parti in materia contrattuale, dalla delimitazione della sfera di azione all’interno delle finalità storiche poste a tutela degli interessi rappresentati. Non c’è spazio per logiche assembleari perché tutti i percorsi decisionali sulla contrattazione sono interni alle organizzazioni e privilegiano gli iscritti

  • In allegato Nota n.2 -2011 Isril "Possiamo divenire un pò più tedeschi?"

Allegato:
Nota ISRIL N. 2 – 2011 – Possiamo divenire un pò più tedeschi.doc

2 commenti
  1. ferigo
    ferigo dice:

    L’articolo di Graziani è scritto in un linguaggio per iniziati ed è soprattutto datato. Fornisce informazioni esatte per quanto riguarda il doppio canale ( consiglio di fabbrica eletto da tutti, sezione sindacale composta dagli iscritti). Manca però un’informazione delle tendenze, delle strategie e delle proposte messe in atto dal sindacato tedesco a livello confederale e di categoria per superare " di Fatto " questa distinzione ( in particolare IG Metal ).L’obiettivo può essere così sintetizzato: arrivare ai due livelli e aumentare la copertura sindacale attraverso la sindacalizzazione e un mutamento di legge riguardante il salario minimo ( non ancora approvata ) e l’erga omnes. L’attuale normativa   è praticament bloccata ,come abbiamo visto negli articoli pubblicati sul sito, dalle organizzazioni padronali. Inoltre l’articolo è un po’ generico sulla mitbestimmung: dove si applica, come e soprattutto la tendenza a ridimensionarla magari attraverso i riferimenti alle direttive europee .Mi riprometto quindi nel terzo capitolo della serie di toccare questi temi.

    Se avete pazienza arriverà al prossimo aggiornamento del blog.

    In quanto a diventare più tedeschi. Si se impariamo a darci una strategia ( loro la hanno). Non so per quanto riguarda il resto (rapporto legge -contratto, rappresentanza, …). Sarà interessante discuterne alla fine.

    Toni Ferigo

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    • noname
      noname dice:

      "L’articolo di Graziani è scritto in un linguaggio per iniziati ed è soprattutto datato". In realtà l’articolo non è un articolo, ma un capitolo di un saggio scritto nel 2007, poi apparso nel 2009 e ripreso nel 2010 da Giuseppe Bianchi e da Sindacalmente nel 2011. Per questo è datato, ma non per colpa dell’autore (quando è stato scritto era attualissimo). Ed è scritto nel linguaggio (non da iniziati, che mi sa di massoneria, ma) in cui deve essere scritto un saggio di diritto comparato. In particolare il titolo non è mio, ma (credo) dell’amico Bianchi (io personalmente non credo ai modelli da imitare, ai benchmarking e al fatto che quello che si fa all’estero sia per ciò stesso meglio di ciò che si fa da noi). Quanto al merito delle critiche, mi permetto soltanto di rilevare che l’Ig Metall non vuole superare la distinzione fra i due canali (cosa che semmai hanno fatto i chimici); tanto che nel permettere l’apertura dei contratti (quelle che impropriamente in Italia chiamiamo "deroghe") ha tenuto ferma, di fstto e di diritto, la competenza contrattuale dell’organizzazione sindacale (l’accordo aziendale non può cambiare il contenuto del contratto sindacale); e comunque punta su strategie organizzative di valorizzazione dell’iscrizione.

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