DIRETTIVA CUSTODI E PIANO ILVA – G.Leone – ambiente, sicurezza, lavoro

Aggiornamento sull’Ilva di Taranto. Alleghiamo 5 articoli di cui 3 dello stesso autore. E’ per noi inusuale ma questa volta si tratta di un giornalista (Gianmario Leone) che il Manifesto ha inviato a Taranto secondo le migliori tradizioni del giornalismo d’inchiesta. I titoli possono sembrare a volte “di parte” ma gli articoli espongono i fatti per poi accompagnarli con un giudizio. Dalla loro lettura si riesce a comprendere cosa stia avvenendo: la Procura di Taranto ed i custodi, nominati dal Tribunale, degli impianti sotto sequestro hanno definito i provvedimenti per lo stop di attività produttiva di determinati impianti, precisando che l'utilizzo degli impianti «è consentito all'unico fine della bonifica degli stessi in vista della loro eventuale successiva riutilizzazione a fini produttivi, adottando tutte le cautele tecnicamente necessarie per evitare, ove possibile, il deterioramento o la distruzione degli impianti medesimi».

Il CdA dell’Ilva ha deliberato lo stanziamento di 400 milioni per interventi sugli impianti ed aree.  A conclusione del tavolo istituzionale riunito a Bari venerdì 15 settembre, il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, ha dichiarato che dopo il provvedimento dei custodi, le materie prime stoccate nel parco minerali si sono ridotte passando da 2,5 milioni a 1,7 milioni di tonnellate, e che tale quantità assicurerà la marcia degli impianti solo per venti giorni.

La Procura di Taranto è però "insoddisfatta" del piano da 400 milioni di euro presentato dall'Ilva. Lo riferisce giovedì 20 settembre l'Agi, riportando il giudizio sul progetto illustrato lunedì 17 settembre dall'azienda. La valutazione della Procura –  spiega l'agenzia e vedi l'articolo allegato – riprende il confronto avuto  a Palazzo di Giustizia con i custodi responsabili delle aree sequestrate, quindi le conclusioni che gli stessi custodi hanno presentato alla Procura. A quanto si apprende, il piano presentato dall'Ilva segue lo stesso schema dei diversi atti di intesa che negli anni passati l'azienda ha sottoscritto col governo regionale pugliese – da quando Fitto era presidente della giunta -, ovvero, si sottolinea, progetti che poi non hanno trovato compimento. Quindi – aggiunge l'Agi – è arrivato il giudizio di insoddisfazione che potrebbe essere formalizzato in un atto della stessa Procura. Il piano del presidente, Bruno Ferrante, per la messa in sicurezza e rilancio dello stabilimento non sarebbe in linea con le richieste della Procura, da qui la "bocciatura".

Infine sono stati presentati i risultati di uno Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento. A Taranto, a causa dell’Ilva, è stata riscontrata una maggiorazione di mortalità ( rispetto la media) del + 30% per i tumori al polmone, del + 50 per malattie respiratorie.

Con la negativa la valutazione dei custodi sugli investimenti per riqualificare gli impianti sequestrati, si deve anche registrare la serrata polemica tra ambientalisti-governo sulla mortalità aumentata del 27%. Il ministro Clini ha affermato che i dati sono stati manipolati

Entro il 30 settembre deve essere approvata la nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) ministeriale per l’Ilva.

Per saperne di più leggi i quattro allegati

Allegato:
il_procuratore_chiarisce_lultima_direttiva_ilva.doc
direttiva_dei_custodi_e_piano_ferrante_19-9-12.doc
studio_epidemiologico_a_taranto.doc
chiudere_due_forni_ilva_custodi_18-9-12.pdf
i_custodi_bocciano_il_piano_ilva_la_stampa_20-9-12.doc

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