,

DECONTRIBUZIONE PER GIOVANI, LAVORO AGILE, EFFICIENZA P.A. – Isril – Note n.27, 28,29 –

La nota n. 29 Isril (allegata) Non bastano le leggi per rendere più efficiente la P.A, è così presentata. C’è un freno alla crescita del paese. I tempi e i modi dell’intermediazione burocratica nel trasformare gli obiettivi delle politiche pubbliche in azioni e risultati. E’ il caso, ad esempio, delle politiche pubbliche in materia di nuova occupazione depotenziate dalla mancata riattivazione dei servizi per l’impiego.Il contributo allegato allarga l’analisi alle norme che regolano l’azione delle strutture burocratiche dove la cultura del formalismo giuridico prevale su quella del risultato. Ogni riforma della P.A. non può non tener conto dei caratteri distintivi dei processi amministrativi all’interno dei quali la tensione fra legalità e risultato non è stata ancora risolta. Una problematica estranea al settore privato ma impegnativa per il comparto pubblico che deve garantire al cittadino non solo efficienza ma anche imparzialità. La riforma della P.A. richiede una innovazione profonda nel modo di organizzare anche giuridicamente l’attività amministrativa perché si possa modificare il modo stesso di amministrare. Ben altro rispetto alla semplificazione di trasferire nel pubblico istituti ed esperienze di recupero efficientisco sperimentate nel privato. 

La nota n. 28 Isril (allegata) è così presentata. C’è un largo consenso intorno alla proposta del Governo di decontribuire il costo del lavoro giovanile. Un intervento certo utile, che però non può costituire la riconferma dell’illusione ottica che la variabile strategica per riallineare i nostri tassi di competitività e di occupazione alla media europea sia, soprattutto,  quella di agire sul costo del lavoro. Per quanto riguarda la componente giovanile dell’occupazione c’è bisogno di investimenti, di innovazione, di un miglior sistema educativo. Così come è necessario allargare le politiche per l’occupazione al di là dei confini del “lavoro dipendente”. L’economia digitale, con le sue proiezioni nel mondo dei servizi, darà vita a nuove forme di impiego, intermedie fra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Un mercato del lavoro giovanile emergente, legato allo sviluppo delle piattaforme digitali, che richiede analisi ed interventi atti a realizzare la neutralità concorrenziale fra le diverse forme di impiego. 

La nota n.27 (allegata) è così introdotta. Il contributo di Ciro Cafiero discute del lavoro "agile” che consente una discrezionalità del lavoratore nelle modalità del lavoro, in termini di luogo di lavoro, orario, strumenti utilizzati. Rispetto a tale istituto è aperta la questione se trattasi di una modalità diversa di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato o di una modalità di lavoro del tutto nuova, nel segno della disintermediazione e dell’autonomia di chi la esegue.

L’autore propende per la seconda interpretazione in quanto ritiene il lavoro agile assimilabile ad altre tipologie lavorative “freelance” in crescita, soprattutto nel settore dei servizi in rete. Quale sia la soluzione legislativa che verrà data al lavoro “agile”, Cafiero solleva un problema che non può essere eluso. L’affermarsi dell’economia digitale aprirà infinite porte: nuovi saperi, nuovi modi di produrre, di distribuire, di trasportare, cui saranno legati nuovi lavori e nuove tipologie di lavoro. Il fenomeno più appariscente è dato da quanti impiegati nelle consegne a domicilio.

Un canale provvisorio di reddito per molti giovani, molto modesto ma compensato dalla libertà di definire tempi e modi del loro lavoro. Ciò che loro chiedono è un nucleo di diritti per quanto riguarda salario ed accesso ad alcuni servizi di welfare, non barattabili con l’ingabbiamento in un rapporto di lavoro subordinato.

Una disciplina, scrive l’autore, che consideri il lavoratore come tale, e non in quanto dipendente, autonomo, o precario. Una sfida per il legislatore e per i Sindacati per fronteggiare i colossi del web, Amazon, al pari di Google, Facebook, Apple che tendono a porsi, come scrive G. Standing nel suo “corruption of capitalism” come “broker del lavoro” prendendo una rendita da ogni “transazione”.

Occorre prendere atto che il potere si va concentrando nelle aziende che controllano l’apparato tecnologico. Ricostruire un nuovo pluralismo degli interessi interni al mondo del lavoro, nel rispetto delle diverse identità lavorative è la condizione per evitare l’ulteriore frammentazione del mercato del lavoro.

Vedi allegati

Allegato:
nota_isril_n._28-2017_-_bene_la_decontribuzione_per_il_lavoro_giovanile_ma_.doc
nota_isril_n._27-2017_-_il_lavoro_agile.doc
nota_isril_n._29-2017_-_non_bastano_le_leggi_per_rendere_piu_efficiente_la_p.a.doc

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *