COSA CHIEDERE A PALAZZO CHIGI – L.Gallino e R.Mania –

Luciano Gallino inizia così il suo articolo di Domenica 23 giugno a commento della grande manifestazione sindacale unitaria a Roma.Vedere una piazza piena di lavoratori appartenenti alle maggiori confederazioni sindacali che manifestano il loro scontento per lo stato in cui versano l’occupazione e l’economia, mentre i segretari si alternano sul palco per chiedere che il governo assuma finalmente qualche iniziativa seria in tema di politiche del lavoro, è un buon segno per l’intera società – con una nube residua all’orizzonte che  periamo arrivi a dissiparsi. La marcia in ordine sparso dei sindacati italiani, durata un decennio, è costata cara ai lavoratori e all’intera economia. Lo attestano sia i dati sia molte diagnosi sugli effetti della crisi nel nostroPaese. Fra il 1990 e il 2009 la quota salari sul Pil si è ridotta di quasi il 7 per cento in Italia, ma solo del 5 in Germania, del 4 nel Regno Unito, e meno del 3 in Francia. I sette punti in meno andati al lavoro, che in moneta corrente valgono oltre 110 miliardi, sono andati ai profitti e alle rendite. Ma non si sono affatto trasformati in investimenti produttivi. Roberto Mania su Affari & Finanza del 24 giugno conclude un breve editoriale con questa constatazione «Serve unità, appunto. E servono idee. Anche quelle “vecchie” vanno bene. Come quella di ridurre l’orario di lavoro e la relativa retribuzione per difendere il lavoro che c’è, senza ricorrere alla deprimente cassa integrazione. Cgil, Cisl e Uil cominciano a dirlo. Farlo – d’intesa con la Confindustria – sarebbe quasi una svolta. E senza concertazione».

In allegato i due interessanti articoli

Allegato:
cosa_chiedere_a_palazzo_chigi_gallino_23-6-13.pdf
sindacati_torna_il_dialogo_ma_non_e_concertazione_mania.doc

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *