Cisl 4 – contrattazione e legislazione di sostegno

Pubblichiamo due articoli di ex-dirigenti CislSavino Pezzotta e Marco Bentivogli – che ora non hanno più “nè arte nè parte” – ne ambiscono averla – per le “cordate” interne alla Cisl per la cosiddetta governace dell’organizzazione (c’è chi maliziozamente la definisce Comitato d’affari) e della definizione degli organigrammi, ovvero quel capitolo che ritorna costantemente alla mente, condizionandone l’operato, alla maggioranza dei 4.324 componenti delle segreterie territoriali e verticali (dati 2019-20). Esiste un’altra Cisl oltre lo Sbarrapensiero? Come idee certamente sì e non è poco! Come dialettica aperta e pubblica, ricordando la tradizione della Cisl, la meta appare un po’ lontana, anche per questo è importante mettersi in cammino. Molti hanno già abbandonato la tessera, altri pensano di farlo, noi la teniamo ancora stretta; con o senza tessera la battaglia unitaria per le idee è sempre possibile, compresa quella di aumentare la produttività in conseguenza della riduzione dell’orario di lavoro anziché, come avviene in Italia, incentivare lo straordinario. Esperienze pilota avviate in Europa e altri parti del mondo lo confermano, ma in Italia ben poco si conosce e poco si fa! In genere nelle poche esperienze l’iniziativa è opera delle Direzioni Aziendali.

Savino Pezzotta in “Il primato della contrattazione e la legislazione di sostegno” con sottotilo “Riflessioni sulla necessità del salario minimo legale per alcuni milioni di lavoratori non tutelati dalla contrattazione”, scrive << …Come più volte ho affermato sono d’accordo sulla necessità di introdurre per legge un salario minimo per superare l’ingiustizia sociale che riguarda alcuni milioni di lavoratori pagati 4-6 euro all’ora, o anche meno, non organizzati nel sindacato e non tutelati dalla contrattazione per vari motivi. Nello stesso tempo confermo fedeltà alla  mia cultura e esperienza sindacale nella Cisl che privilegiano la contrattazione rispetto agli interventi legislativi. Sono però convinto che una tradizione come quella cislina non debba essere ipostatizzata e irrigidita, ma  incardinarsi nel presente storico e pertanto di richiede di essere interpretata e non essere trasformata ed utilizzata in un “ipse dixit” come ripetono i vertici della Cisl.(…) Oggi se si vuole affrontare concretamente la questione salariale si deve prendere atto che nel  la nostra quotidianità, nel territorio, nei nostri vicini di casa ci sono persone che operano in lavori impegnativi o faticosi e  poco pagati. E’ un contesto sociale  che genera profonde disuguaglianze tra chi vive del proprio  lavoro, una  questione non solo economica ma etica e politica. (…)

Inoltre – dopo aver sottolineando che il minimo salariale erga omnes è un passo necessario- credo sia necessario non fare passare l’illusione che con il salario minimo per legge  si possa risolvere una volta per tutte la questione del lavoro poco pagato e tutelato. Come associazione “Prendere parola”, ad esempio a tale riguardo, abbiamo formulato precise proposte per trasformare la precarietà dei lavori a tempo determinato che genera un reddito annuale povero,  garantendo nel contempo la necessaria flessibilità alle imprese ma sempre con lavoratori coperti da un CCNL e con contratto a tempo indeterminato; e poi è indispensabile  bloccare la cascata dei sub-appalti. Non abbiamo ricevuto risposte dalla Cisl, anche in tale campo non è sufficiente la sola contrattazione. (…) >>

Per leggere il testo completo pubblicato sul Blog “In ricerca” un clic su questo link https://savinopezzotta.wordpress.com/

Marco Bentivogli in “ Sul salario minimo non è il momento di arrocarsi”, su Domani del 4 luglio, risponde alle domande di Daniela Preziosi << …Il salario minimo come soglia di decenza e di garanzia può, come in altri paesi, dare forza al sindacato. Utile come primo controllo. Ma attenzione, crescono i finti lavoratori autonomi: autonomi a parole, in realtà le aziende li fanno lavorare come dipendenti Se i lavoratori guadagnano meno dell’importo di questa soglia – e succede, c’è chi prende anche meno di tre euro – allora l’azienda va chiusa. Poi si verifica a quale contratto collettivo fa riferimento perché i contratti nazionali devono rimanere il riferimento per il giusto salario.(…) La contrattazione si svolge in virtù della rappresen tanza. non è un’investitura divina. Per questo bisogna applicare l art.39 della Costituzione e fare una legge sulla rappresentanza. anche per associazioni datoriali (…) Meloni e Salvini credono che le ragioni delle imprese siano connesse agli slogan e all’ap plausometro delle convention di categoria. Dovrebbero capire che le aziende che si nutrono di lavoro povero non sono solo indecenti sul piano della dignità ma fanno dumping alle aziende sane e virtuose. Le opposizioni, a partire dal MSs. che è stato al governo per tutta la scorsa legislatura. dovrebbero raccontarci i motivi del loro risveglio tardivo. Tuttavia una posizione comune non guasta. A patto che non ci si unisca sugli slogan.(…) >> 

Il testo completo dell’intervista a Marco Bentivogli è in allegato.

Articoli correlati – Che le idee espresse da Savino Pezzota e da Marco Bentivogli abbiano un fondamento valido per l’economia e per contrastare le diseguaglianze lo si può riscontrare leggendo le dichiarazioni di Gian Maria Pietro Gros (Ad di Intesa San Paolo) e di Carlo Bonomi presidente di Confindustria. Vedi i due allegati

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