CINA: LOTTE E CLASSI SOCIALI – Pl.Paolillo – rubrica terza puntata –

Uno sguardo sulle attuali lotte dei lavoratori in Cina e una analisi sulla “morte e resurrezione” del concetto delle classi sociali nella Cina odierna. Come preannunciato nel precedente numero di Sindacalmente, in questa terza puntata volgo lo sguardo sulla Cina partendo da un interessante articolo sulla moltiplicazione di scioperi di massa degli operai -prevalentemente di origine contadina-  in alcuni grandi complessi industriali che lavorano soprattutto prevalentemente per noti marchi occidentali o in filiali di multinazionali occidentali.

L’articolo in questione, intitolato “In Cina la rabbia cerca i sindacati” è stato pubblicato nel numero di settembre dell’edizione italiana de Le Monde Diplomatique, a firma di  da Han Dongfang, fondatore del primo sindacato indipendente cinese già a fine anni ’80.

La lettura di quest'articolo mi ha riportato alla memoria un interessante saggio intitolato “La ridefinizione del discorso sulla classe in Cina” scritto qualche anno fa da due giovani sociologhi cinesi, Pun Ngai  e Chris King-chi Chan.

Il testo, aiuta a capire la composizione sociale di questa nuova componente della classe operaia cinese formata già allora da oltre 120 milioni di lavoratori provenienti dalle campagne sulla quale si è in gran parte basato la trasformazione della Cina nella “fabbrica del mondo” .

Inoltre, aspetto non secondario nell’ambito di questa rubrica, i due studiosi analizzano dettagliatamente il percorso di revisione ideologica attuato, a partire dagli anni ’80, dalla nuova classe dirigente cinese guidata da Deng  Xiaoping per giustificare teoricamente agli occhi del popolo cinese -e far dunque  diventare  “senso comune”- il passaggio della Cina al capitalismo nell’era della Globalizzazione (le cosiddette “politiche riformiste della porta aperta”)[1].

Prima di passare al commento dei due testi succitati, ritengo doveroso indicare al Lettore, che affronto il tema con molta modestia, conscio della mia limitatissima conoscenza della realtà così complessa di questo  immenso paese così diverso per storia -non solo recente- sistema politico, sociale ed economico, dimensioni, etc… .Sono altresì conscio del fatto che due soli testi (più alcuni altri da me consultati) non siano sufficienti per trarre conclusioni generali.

Nondimeno, penso che ciò non inibisca la possibilità di condividere con il Lettore l’abbozzo di tesi alle quali si può giungere sulla base di un'attenta analisi dei testi, alla luce delle proprie conoscenze e della propria cultura ed esperienza politica.

Ritengo che sia comunque utile esprimere la propria analisi ragionata, per favorire una riflessione tra i Lettori i quali, forse  non giungeranno alle stesse conclusioni o confuteranno le tesi esposte sulla base di una loro più profonda conoscenza della materia o basandosi su altre argomentazioni.

Se ciò accadesse sarei il primo ad essere soddisfatto avendo raggiunto lo scopo di aver suscitato un dibattito tra i nostri Lettori che altrimenti, probabilmente, non si sarebbe aperto.

Pierluigi Paolillo

Rubrica “Analisi della composizione di classe delle società e lotte di classe”- terza puntata –

Allegati           

  • In Cina la rabbia cerca i sindacati  Le Monde Diplomatiche
  • La ridefinizione del discorso sulla classe
  • Uno sguardo sulla Cina


[1] Vedi pag. 7 del saggio

 

Allegato:
in_cina_la_rabbia_cerca_i_sindacati_le_monde_diplo_sett._2014.pdf
la_ridefinizione_del_discorso_sulla_classe_in_cina.pdf
uno_sguardo_sulla_cina_pp_23.10.2014.doc

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