CAMUSSO A TUTTO CAMPO – rassegna – sciopero generale 6/5/11

Camusso, sciopero generale contro la deriva. I nuovi tagli del governo, gli ondeggiamenti della Confindustria, le richieste a Cisl e Uil: riflessioni a tutto campo verso il 6 maggio. "La nostra è una dimostrazione di responsabilità, cambiare è possibile". L’esecutivo "teme i referendum". Publichiamo l’intervista a cura di Rassegna. Intanto la Cisl e la Uil annunciano una prossima loro iniziativa nazionale con mobilitazione il 18 giugno, sabato, a Roma. Iniziativa  a sostegno delle richieste per una riforma integrale ( epocale!) del fisco, misure per la crescita e la non autosufficienza. Lo hanno annunciato i segretari generali delle due confederazioni, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, nel corso di una conferenza stampa congiunta. La mobilitazione segue l’iniziativa, già in calendario, del 21 maggio, in occasione della quale Cisl e Uil riuniranno i propri delegati. Una mobilitazione che sarà "di sabato – ha spiegato  Raffaele Bonanni “perché abbiamo promesso a noi stessi che finchè c’è la crisi non facciamo scioperi”.  E’ una scadenza alquanto lontana, intanto Cisl e Uil raccolgono firme per “liberare la benzina dalle tasse” ma il governo decide – in questi giorni- ben diversamente. Lo sciopero generale ha una sua efficacia se costruito unitariamente nel paese su precise rivendicazioni che siano comprese e conosciute da un’ampia base popolare e che obblighi la politica governativa “ a scendere a patti”. Lo sciopero per avere grande adesione deve essere usato sempre come “extrema-ratio”, a maggior ragione quello generale ed in tempi di crisi economica. Ma l’affermazione di Raffaele Bonanni è cosa ben diversa da questo ABC del sindacalista: è una promessa, ben strana, di un sindacalista che pensa che la crisi economica italiana ( inflazione che alza la cresta e recessione che perdura) non sia anche figlia di mancate scelte del Governo e della Confindustria.  Che non si ponga un rimedio efficace perché non si cambiano alcune scelte da loro operate. Bonanni pensa alla crisi economica come un’entità manovrata da  “mano invisibile” già teorizzata da famosi economisti del passato oppure una sorta di “ grande vecchio” che non si sa dove sia.

"Lo sciopero generale è una dimostrazione di responsabilità, perché il paese è in una straordinaria difficoltà", sia nell’economia sia nelle campo delle istituzioni. Così la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, durante l’audioforum su RadioArticolo1 del 3  maggio. Alla domanda se lo sciopero generale del 6 maggio servirà a cambiare qualcosa, "il primo risultato da ottenere – sottolinea – è fermare la deriva: c’è bisogno di mettere uno stop, si deve indicare che è possibile cambiare". Lo sciopero sarà fatto anche per chiedere alla Confindustria, "che ondeggia su alcuni giudizi", di prendere "una linea chiara" nella stagione degli accordi separati.

La conversazione tocca una serie di domande degli ascoltatori e spazia su vari temi, a partire dai referendum sull’acqua e sul nucleare: "Nel tentativo del governo di renderli non attuabili – afferma Camusso – da una parte c’è una violazione delle regole, una lesione delle norme, dall’altra un problema di democrazia, cioè l’idea che il governo possa fare e disfare a piacimento. Credo che sia anche una questione di paura del giudizio fuori dalle aula parlamentari". Per la Cgil è fondamentale avere un piano energetico: "Vuol dire che la strada del nucleare, e lo abbiamo detto già al congresso (del 2010, ndr), non è quella da seguire. La scelta del governo di metterli nel cassetto è nella logica che caratterizza tutta la sua politica economica: annuncio e rinvio", per non bloccare tutti gli interessi e tenerli in attesa. "Analoga operazione avviene per l’acqua, un bene che non può essere privatizzato".

Altro argomento d’attualità, l’immigrazione. Camusso chiede "una modifica alla nostra brutta legislazione", perché "se sei straniero e perdi il lavoro, non hai più diritto al permesso di soggiorno, cioè non hai più strumenti per sopravvivere e in più diventi un estraneo. Le persone che arrivano, prima di tutto hanno bisogno d’accoglienza. Fa un po’ orrore che il presidente francese Sarkozy spieghi a Berlusconi che loro accolgono ogni anno 50mila persone e noi lanciamo allarme per qualche migliaio", un fatto "che ci ha anche esposti a giudizi non positivi in Europa". 

Si parla anche di conti pubblici. "È sullo sfondo, tutti lo sanno, ma non diventa un’esplicita discussione: il nuovo patto di stabilità è punitivo per l’Italia. La sensazione è che il governo dica da un lato rinvia tutto al 2014, ma che dall’altro stia già facendo qualcosa: la manovra di quest’anno taglierà ‘linearmente’, come dicono loro, sui servizi per i cittadini, senza dichiararlo, e soprattutto facendo apparire tutto questo come una forma di risanamento. Ma così si colpiscono i lavoratori più deboli, è anche qui un problema anche di democrazia". Infine un passaggio sui rapporti con gli altri sindacati legato alla richieste della confederazione di Corso Italia su democrazia e rappresentanza. Le nuove regole, chiarisce Camusso, non impedirebbero l’esistenza di opinioni diverse. È invece la pratica degli accordi separati che "ha sottratto ai lavoratori la possibilità di decidere". La Cgil ha proposto un confronto a Cisl e Uil ma finora non se n’è fatto nulla. "Le differenze – osserva Camusso – sono ancora profonde, la strada è ridare voce ai lavoratori, anche con opinioni diverse".

In particolare sul rapporto con la Cisl, chiarisce Camusso, "sicuramente all’origine della divisione c’è l’accordo separato" nel pomeriggio del 30 ottobre 2008, subito dopo la manifestazione unitaria contro i tagli alla scuola. Poi l’intesa con il governo sul modello contrattuale del gennaio 2009 e tutto ciò che ne è seguito. "Si aggiunga un’antica ragione di differenza sull’idea del sindacato di parlare all’insieme dei lavoratori. E poi la più profonda: nel mondo che è cambiato, la funzione della contrattazione collettiva resta la principale del sindacato o no? Noi ne restiamo convinti, la sensazione è che per le altre confederazioni prevalga l’individualità. Per questo è difficile da risolvere, e per questo serve mettersi d’accordo su come lavorare insieme".

 

 

Questo il testo dell’intervista di Susanna Camusso su www.rassegna.it 
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