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APPRENDISTATO NON DECOLLA -Buriana su scuola e lavoro-non ci azzecca il sindacato-perchè?

L’apprendistato pur essendo il più conveniente contratto d’ingresso al lavoro non decolla. Perché? Alberto Orioli, su Il Sole, (v.allegato) spiega le possibili cause tra queste in primo piano il groviglio delle norme e delle procedure (nazionali e regionali). La scuola-lavoro con le sue variegate sperimentazioni ha determinato un gran buriana, anche proteste di piazza degli studenti. Sabino Cassese, nell’intervista a Carlo D’Onofrio, su Conquiste del Lavoro, ricorda che “noi seguiamo l’andazzo per cui fatta la legge, si pensa che siano cambiate le cose…”. (v.allegato)

Su questi due grandi problemi sorge un grande interrogativo? Ci azzecca il sindacato?

I dati dimostrano che il bonus della decontribuzione non cannibalizza l’incentivo legato ai contratti di apprendistato come invece si denuncia da tempo in Parlamento e fuori. L’apprendistato resta di gran lunga lo strumento di maggiore convenienza economica, anche rispetto alla decontribuzione più generosa. Eppure non decolla. Sono considerazioni di Orioli. Perché allora la contrattazione nazionale e quella di secondo livello influisce poco (rare sono le eccezioni positive) su un tema così grande e importante per l’occupazione giovanile? Eppure la condizione di apprendimento permanente, ormai è ineludibile, a fronte dei mutamenti rapidi dell’economia, dei sistemi produttivi e dei servizi, della mobilità e dei cambi di lavoro.

Si avverte gran confusione tra funzione-finalità dell’apprendistato, della formazione duale, della scuola-lavoro. Molta, molta nel sindacato, distanze tra sindacati della scuola e quelli dell’industria, dei servizi, della PA. L’unità è costruita su frasi di grande generalità utili per le convergenze “di facciata”. 

Forse la vera causa di questa “nebbia e confusione” è individuabile in questa domanda/risposta di D’Onofrio-Cassese.

Domanda D’Onofrio –Più in generale, la scuola italiana sembra da tempo mancare di un criterio orientativo, un'idea guida in grado di ridefinirne la missione. Si succedono le riforme ma non si riesce a mettere rimedio ad uno scadimento qualitativo che si riflette poi su tutta la società, anche sulla classe dirigente. Perché? E' solo della politica la colpa?

Risposta Cassese – Le uniche idee innovative nella scuola sono state, nell’ultimo secolo, quelle di Gentile (la riforma che porta il suo nome) e di Bottai (il piano della scuola), seguita dalla scuola media unica (1962) e dalle proposte di De Mauro. Oggi un ministro attento dovrebbe preparare degli stati generali della scuola, per interrogare il mondo della scuola e la società civile sugli obiettivi del sistema scolastico. Altrimenti, la scuola resterà una struttura per dar lavoro agli insegnanti piuttosto che per formare gli allievi (e la società).

Lo scarso ricorso all'apprendistato da parte di molte aziende è sottolineato da Claudio Chiarle, seg.gen. Fim-Cisl To e Canavese, che manifesta il suo stupore e replica ai "lamenti" della "tavola meccanica" di imprenditori riunitosi a Villarbasse (To). (v.allegato)

Infine, consigliamo la lettura dell’e-book (allegato) Dall’alternanza scuola-lavoro all’integrazione formativa  a cura di Emmanuele Massagli, edito da Adapt Press  Un libro molto utile, con numerosi link per scaricare testi, materiale formativo e articoli, tra questi quello di Marco Bentivogli, dal titolo : "Fare insieme, per una alternanza di qualità".

Per maggiore informazione aprire gli allegati

Allegato:
lapprendistato_va_liberata_dal_groviglio_delle_regole_orioli.doc
scuola_lavoro_non_basta_una_legge_intervista_cassese_donofrio.doc
stupore_per_quanto_detto_dal_tavola_meccanica_chiarle.doc
e-book_alternanza_lavoro_massagli.pdf

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