ACCORDO e ART.8 – T.Lettieri – sindacato & contrattazione 4/9/11

 Agli interventi già pubblicati in risposta alle tre domande su accordo unitario, decreto e art. 8 si sono aggiunte le osservazioni di Tonino Lettieri che riconferma e precisa quanto in precedenza scritto su eguaglianza&libertà.Ringraziando gli intervenuti la redazione proporrà quanto prima ( bella perifrasi ) iniziative per proseguire il confronto e far circolare utili opinioni.

 Tonino Lettieri : Un paio di osservazioni sulla contrattazione

1: Sono convinto che l’accordo interconfederale era un compromesso mirato a ristabilire un rapporto di interlocuzione innanzitutto fra le Confederazioni sindacali. I suoi sviluppi erano aperti a diversi possibilità più o meno coerenti con le esigenze di difesa dei due livelli di contrattazione collettiva.

Del tutto negativo deve essere il giudizio sull’art.8 che è un’iniziativa di governo mirante a utilizzare la contrattazione aziendale come strumento di disgregazione della contrattazione e a raggiungere l’obiettivo della vanificazione dello Statuto dei lavoratori. Il fatto che le confederazioni si siano impegnate a non praticare l’art.8, non toglie che esso costituisca uno strumento legislativo inaccettabile politicamente e anticostituzionale, come hanno testimoniato giuristi del lavoro schierati dalla parte dei lavoratori, in nome dei quali si è sviluppato il Diritto del lavoro nel corso del secolo passato. (Si vedano in proposito gli articoli di Romagnoli  e Rusciano sul www.eguaglianzaeliberta.it )

2. Più in generale, penso che si sta adoperando la crisi in America come in Europa per dare gli ultimi colpi al movimento sindacale. La liquidazione della contrattazione nazionale non è una modalità tecnica delle relazioni industriali, ma l’espressione più pericolosa della concezione neoliberista dei rapporti di lavoro.

E’ totalmente privo di senso sostenere che la globalizzazione esige un tipo di contrattazione centrata sulle singole imprese o unità produttive. Dal punto di vista dei lavoratori e dei sindacati è vero esattamente il rovescio. Il doppio livello teorizzato e praticato in Italia è coerente con l’esigenza di generalità e solidarietà dei lavoratori dal punto di vista salariale e normativo, senza per questo, come l’esperienza storica italiana ha inconfutabilmente dimostrato, impedire l’articolazione integrativa della contrattazione ai livelli aziendali.

Il fatto che i banchieri centrali cerchino di imporre, come nella fantastica lettera della BCE l’autonomia della contrattazione aziendale è solo una conferma dell’assoluta centralità di questo tema nel quadro dei rapporti sociali di potere.

Spero che il sindacato ritrovi la strada unitaria per difendere il proprio ruolo, evitando di cadere nelle trappole ideologiche la cui deriva è l’americanizzazione del sindacato, come dire la sua autoemarginazione.

 Domande

L’accordo interconfederale unitario del 28 giugno è stato seguito, a breve distanza, dall’art.8 della legge finanziaria. I contenuti dei due testi presentano notevoli diversità, anche per il fatto che il primo è stato sottoscritto unitariamente dai sindacati, mentre il secondo (deciso unilateralmente dal governo) ha incontrato l’opposizione della CGIL, ed è stato un tema centrale dello sciopero generale da essa proclamato il 6 settembre.

1. C’è chi sostiene vi sia una sostanziale coerenza tra i due testi. Ciò avviene da punti di vista diversi, e per certi versi opposti. In CISL e UIL, molti difendono ambedue i testi sostenendo che – in forme diverse – riconoscono l’autonomia contrattuale delle parti. In settori della CGIL, molti sostengono che l’accordo del 28 giugno ha aperto la via a una “logica delle deroghe”, sancita poi nell’art.8.  Al contrario, molti altri sostengono che l’art.8 contraddica le regole fondamentali stabilite nell’accordo del 28 giugno.

Tu cosa ne pensi?

Tra i due testi, prevalgono gli elementi di coerenza o le contraddizioni?

Quali sono in specifico gli uni e gli altri?

In ambedue i casi, si pone il problema di cosa dovrà fare ora il movimento sindacale – anche a fronte di molti altri aspetti della legge finanziaria, su cui quasi tutte le componenti sindacali sono critiche – e di quale sarà il suo grado di unità, visto che l’unità costruita attorno all’accordo del 28 giugno si è spezzata di fronte all’art.8 e ai modi in cui lottare contro la legge finanziaria.

2. Se pensi che tra i due testi ci sia una sostanziale coerenza:

– se ne dai un giudizio positivo, come pensi che possa costruirsi un’azione sindacale unitaria in questo ambito, in particolare volta a superare aspetti della legge finanziaria criticati da tutti i sindacati?

– se ne dai un giudizio globalmente negativo, quale pensi possa essere l’azione sindacale capace di sconfiggere ambedue i progetti, e come vedi le prospettive unitarie in proposito?

3. se pensi che i due testi sono in contraddizione tra di loro, perchè l’art.8 mette in discussione le regole stabilite dall’accordo del 28 giugno:

– pensi sia possibile costruire un’azione unitaria attorno alla difesa/applicazione dell’accordo del 28 giugno, e in quali forme? (ad es.: da un impegno comune a non applicare le “clausole derogatorie” dell’art. 8 a un’azione comune per imporre al governo di ridiscuterlo con le parti sociali)

– se non vi sono adeguate prospettive unitarie, quali possono essere le iniziative di quelle parti di sindacato che, avendo condiviso l’accordo del 28 giugno, si battono contro i contenuti dell’art.8?

 

 

 

 

 

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