39 QUESTION TIME – Unione Europea – politica 8/11/11

BRUXELLES – Si materializza il commissariamento del governo Berlusconi da parte dell’Europa. Che a sorpresa all’Italia chiede una manovra aggiuntiva (sarebbe la sesta dell’anno) per garantire la tenuta dei conti pubblici dopo quella da 50 miliardi rocambolescamente varata ad agosto. Il tergiversare del Cavaliere e i conseguenti attacchi dei mercati ne hanno in parte già annullato i benefici. Bruxelles interviene con una con lettera spedita il 4 novembre dal commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, pubblicata su La Repubblica.it che alleghiamo.

Una prima pagina di introduzione in cui si danno al governo appena una settimana per rispondere (la scadenza è l’11 novembre), fretta che dimostra il deficit di credibilità del premier Berlusconi: nessun governo – nemmeno quello greco che beneficia di un programma di aiuti finanziari Ue-Fmi – è mai stato messo così alle strette dalle istituzioni comunitarie. "Vogliamo i dettagli delle misure promesse (da Berlusconi al summit Ue del 26 ottobre, ndr) compreso un piano d’azione concreto per la loro stesura, adozione e implementazione". D’altra parte l’inerzia del premier e la sua inaffidabilità (almeno percepita dai partner internazionali) sta mettendo a repentaglio la tenuta dell’intera zona euro e

con essa i risparmi di centinaia di milioni di cittadini europei. Segue un questionario di cinque pagine, trentanove punti 2 dettagliatissimi in cui si chiedono chiarimenti su ogni singolo aspetto della politica economica promessa dal Cavaliere per proteggere l’Italia dai mercati. Di più, si chiede di indicare i tempi di adozione da parte del governo e poi del Parlamento così come gli strumenti legislativi previsti per la loro attuazione, il loro impatto sul bilancio e la loro copertura. Insomma, una ufficializzazione per iscritto degli interrogatori ai quali Berlusconi è stato sottoposto negli ultimi due vertici europei di Bruxelles e al G20 di Cannes da parte di Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, dei responsabili delle istituzioni europee (Barroso e Van Rompuy) e del Fondo monetario internazionale (Lagarde).

Il primo punto del questionario è una vera bomba. Così recita: "Non riteniamo che il contesto economico assicuri il raggiungimento del pareggio di bilancio entro 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli obbiettivi sui conti pubblici (debito e deficit, ndr) nel 2012 e 2013. Sono già state pianificate nuove misure e se sì, quali? Ci saranno ulteriori tagli alla spesa pubblica?". Poi seguono trentanove punti ognuno dei quali contiene diverse domande estremamente approfondite su tutte le politiche promesse dal governo sotto dettatura dell’Europa (era la fine di ottobre e da allora a Roma quasi nulla si è mosso). Ricalcano le misure che da circa dieci anni Bruxelles ritiene indispensabili per far tenere all’Italia il passo dell’Europa e che non essendo state realizzate (nemmeno in parte) dal Cavaliere, da semplici raccomandazioni diventano diktat che limitano la sovranità del Paese, unico caso in Europa.

Si parte dall’aggiustamento dei conti pubblici, invocato dalla nascita dell’euro e sempre dribblato dalla coppia Berlusconi-Tremonti con le giustificazioni più disparate (dal mito del risparmio dei privati che avrebbe coperto il debito pubblico, alle schermaglie sulla validità delle previsioni economiche che da anni per l’Italia, in caso di crisi, indicavano un disastro annunciato). E via – solo per citarne alcune – con le domande sulle dismissioni, su come reperire i fondi per tagliare il debito pubblico di una quarantina di miliardi da qui al 2013, sulla riforma delle pensioni (confermata la necessità di intervenire su quelle di anzianità care alla Lega), su come si intende fare la riforma fiscale (in proposito la Ue chiede se sia nelle intenzioni dell’esecutivo reintrodurre l’Ici sulla prima casa), su come verranno recuperati e spesi i fondi Ue (in questo contesto si chiedono chiarimenti sul piano Eurosud di Tremonti), sulle infrastrutture, su come rimettere in piedi scuola e università, su come intervenire su mercato del lavoro, disoccupazione, liberalizzazioni, innovazione e snellimento della giustizia civile.

Tutti punti sui quali ogni tre mesi il governo (a prescindere da chi lo guiderà) dovrà fare rapporto alla Commissione Ue e alla Bce (il monitoraggio europeo è affidato alle due istituzioni insieme). Il primo responso arriverà all’Eurogruppo del prossimo mese, mentre parallelamente anche il Fondo monetario internazionale vigilerà sul rispetto degli impegni italiani. A tanto ha portato il governo Berlusconi, le cui promesse dettate dalla necessità di salvare la pelle ora vincolano chiunque lo sostituirà.

 di ALBERTO D’ARGENIO  8-11-11  La Repubblica

Allegato – la lettera Ue, il questionario in 39 domande al Governo

Allegato:
questionario_ue_al_governo.pdf

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