UNA DIVERSA GOVERNABILITA’ – A.Serafino – il dopo voto –

Perché ha stravinto il Movimento 5 Stelle? Perché la sinistra è cosi debole? Perché le mani pulite del liberista Monti non lo hanno salvato dal flop elettorale? Perché Berlusconi né ha vinto né a perso? Perché Bersani è arrivato primo ma sono due “vittorie di Pirro”?

Si dibatte per trovare risposte e nel contempo “assicurare governabilità al paese per non offrirlo preda alla speculazione dei mercati”. Se si pone attenzione alle dichiarazioni post voto sembra che nessuna forza politica sfugga a questo imperativo. Ben diverse sono le analisi per dare risposte a quanto avvenuto nel segreto delle urne.

Abbiamo selezionato ed allegato alcuni primi articoli: Barbara Spinelli, Mario Deaglio e Ezio Mauro scrutano il nuovo quadro politico e mettono a fuoco alcuni nodi che hanno determinato il grande successo del Movimento 5Stelle con tanti giovani e donne. Luca Ricolfi scrive su “perché la sinistra non impara dai suoi errori” e Flavio Pellis s’interroga sui motivi che hanno fatto perdere cinque punti a Bersani a favore di Grillo nell’ultima settimana precedente al voto.   

Per quanto riguarda l’insuccesso elettorale della lista Ingroia Rivoluzione Civile scrive parole di fuoco Guido Viale – promotore di “Alba” e poi di “Cambiaresipuò” – in un lungo articolo “Sotto le toghe nulla”.

Alleghiamo inoltre gli articoli di Asor Rosa e Marco Rovelli ( lo scrittore) che analizzano alcune peculiarità del Movimento 5Stelle premettendo “infinite sono le cose che avremmo dovuto capire e non abbiamo capito…. Ci sono rivendicazioni proprie della sinistra”. Scoperte interessanti certamente ma un po’ tardive (come da tempo succede alla sinistra anche per quella che si autocertifica alternativa) per costruire un ponte ma possono ben infastidire per il tentativo di “mettere il cappello” su quanto avviene nei movimenti popolari e di base, specie se conseguono un vistoso successo, dopo la gran fatica e la gran energia profusa per regegre ad attacchi, sospetti ed anche malfamanti etichettature. In tale contesto l'aggancio non può avvenire dall'oggi al domani senza reali assicurazioni di cambiamento, non con sole parole che è come scrivere sull'acqua.

Abbondano gli articoli e le dichiarazioni in cui ricorre il tradizionale frasario zeppo di “ Non abbiamo previsto, non siamo stati capaci di intercettare..” ma poco viene analizzato del più incredibile  successo nella storia della politica online. Così il sito Business Insider descrive i risultati del Movimento 5 Stelle e da giorni alimenta le discussioni sul web per evidenziare le differenze con la politica tradizionale.

Dopo una campagna elettorale tanto astiosa e delegittimante tra i principali protagonisti sembra  improbabile il riproporre una maggioranza stabile per un governo tecnico, o per una grande alleanza sull’asse Pd-Pdl. In politica non si può mai dire, ma sembrano soluzioni non praticabili. Si discute di un governo di minoranza del Pd che costruisca la maggioranza parlamentare su alcune leggi indilazionabili ( a partire da una legge elettorale che cancelli il “mostro” attuale) ricordando quanto accade in Italia nel lontano 1976 ( vedi allegato, articolo di Domenico Rosati) con il III Governo Andreotti, governo della non sfiducia e delle astensioni inventato da Aldo Moro per rispondere al terremoto elettorale ( il sostanziale pareggio tra DC e PCI, si ebbero non due perdenti ma “due vincitori”) che determinò condizioni di evidente ingovernabilità in quanto l’idea di una cooperazione tra le due forze antagoniste trovava molte resistenze ideologiche, storiche e pratiche. Il monocolore democristiano non ebbe in Parlamento il sostegno dichiarato delle altre principali forze politiche, il Pci e il Psi, che tuttavia, astenendosi, consentirono che il Paese fosse governato pur in una situazione che, in astratto, non consentiva la nascita di una maggioranza definita. Influì molto anche la svolta a sinistra del PSI con la nuova segreteria di Bettino Craxi.

Barbara Spinelli in “La pentola scoperchiata” contesta le semplificazioni sul populismo Ovvero quest'accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l'ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Parola un po' irrisoria, quando il termine oggi preferito non è governo ma l'inafferrabile governance tecnica. Si sono accartocciate come foglie, queste frasi fatte, trascinate da un vento che non sappiamo dove andrà ma sappiamo da dove viene, sempre che si voglia reimparare non solo la politica, ma anche la geografia di un'Italia così poco perlustrata, e compresa.”

Nel suo articolo ricorda la dichiarazione di Mario Monti al Corriere della Sera del 27 luglio 2012: "Esiste un aspetto di 'generazione perduta', purtroppo. Si può cercare di ridurre al minimo i danni, di trovare formule compensative di appoggio, ma più che attenuare il fenomeno con parole buone, credo che chi (…) partecipa alle decisioni pubbliche debba guardare alla crudezza di questo fenomeno e dire: facciamo il possibile per limitare i danni alla generazione perduta, ma soprattutto impegniamoci seriamente a non ripetere gli errori del passato, a non crearne altre, di 'generazioni perdute'". Non facile – aggiunge Barbara Spinelli – per tale generazione, votare senza far deflagrare questa disinvoltura.

Quanti si sono allineati esplicitamente o tacitamente a questo realismo liberista-montiano?

Pressochè l’intero arco costituzionale. Gran parte della cultura accademica.

Ora si discute maggiormente sui tratti originali del movimento di Grillo e delle idee più generali di cui è portatore il Movimento 5Stelle. Intanto i nuovi eletti ( riferisce un articolo di La Repubblica del 27 febbraio) al Parlamento si sono suddivisi lo studio del Regolamento di quella macchina istituzionale tanto lenta quanto in efficace, ancora di tradizione sabauda. Naturalmente proporranno modifiche radicali per potere decide consultandosi e decidere poi senza andare alle calende greche come oggi succede. In questi anni a Turno i grandi partiti hanno invocato modifiche alla Costituzione ma ben si sono guardati dal modificare il Regolamento per garantire presenza e assiduità ai lavori, alle Commissioni.

E si comprende allora perché il Movimento 5Stelle ora insista per esportare al Parlamento il  modello della Regione Sicilia di cui parla il Presidente Rosario Crocetta (vedi allegato).

Al di là del Tevere le dimissioni di papa Ratzinger hanno aperto una nuova era per la missione ed il governo della chiesa cattolica, un evento eccezionale di portata al momento incommensurabile.

Al di qua del Tevere sarà ben possibile, con il vento del rinnovamento del Movimento 5Stelle,  sperimentare un modello di funzionamento istituzionale che riconsegni al Parlamento il ruolo previsto dalla Costituzione e limiti il mortificante utilizzo dei decreti legge e voti di fiducia.

I protagonisti dell’antipolitica sono i militanti del Movimento5Stelle o chi detiene e mal gestisce le deleghe elettorali ed istituzionali ricevute?

 

 

Allegato:
la_pentola_scoperchiata_spinelli.doc
la_crepa_tra_giovani_e_vecchi_deaglio.pdf
la_sede_vacante_mauro.doc
la_sinistra_che_non_impara_dagli_errori_ricolfi.doc
sotto_la_toga_niente_viale.doc
sinistra_trapassata_marco_rovelli.doc
governare_la_crisi._moro_1976_rosati.doc
grillo_uno_di_noi_biorcio.doc
dopo_il_voto_e_adesso_pellis.pdf
appoggio_esterno_in_sicilia.doc
vi_spiego_il_modello_sicilia_crocetta.doc
ll_movimento_5stelle_e_internet_il_sole.doc

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