TRAFFICO D’ARMI – T.Ferigo – nell’area del golfo –

Industria militare:gli affari della Francia con paesi arabi. Il presidente francese non ha lesinato, anche recentemente, la sua denuncia in pubblico delle responsabilità del traffico d’armi con i paesi dell’area del golfo. Per il momento non si vedono conseguenze alle dichiarazioni del presidente francese. Forse ha contato anche la decisione della Svezia d’interrompere il commercio di armi con l’Arabia saudita. Alla ministra svedese non è stato possibile parlarne all’incontro della lega degli stati arabi. Nessun commento da parte dell’Unione Europea.

La realtà sembra però muoversi ben lontana dalle dichiarazioni e intenzioni del presidente francese.

L’aereo da caccia rafale, conosciuto per la sua tecnologia avanzata aveva, da diversi anni, il piombo nelle ali. Non era facile trovare acquirenti, persino l’esercito francese rinviava prendeva tempo a rendere operativo il contratto per 11 aerei all’anno. E’ questo però ormai un fatto del passato. Oggi ci pensano alcuni paesi, non solo arabi, a risolvere il problema. Oltre all’Egitto e al Qatar, altri sembrano interessati a questo aereo caccia.

L’India vuole 36 aerei, la Malesia e interessata all’acquisto, anche l’Arabia saudita, specialmente dopo l’arrivo al governo dei “duri”, sembra non avere più solo gli USA ma anche la Francia come ammodernatori del suo esercito.

Il presidente francese non ha perso tempo e il 4 maggio, ha volato a Doha, passando per Riad, per ratificare contratti, in compagnia del suo ministro della difesa e il rappresentante dell’azienda produttrice, la Desassult Industrie. Tra gli accordi vi è l’impegno dell’Arabia Saudita a fare da intermediario per vendita di armi al Libano, ( l’Arabia compra e trasferisce al Libano).

Per l’azienda aeronautica Dessault  è un grande affare. Non solo può continuare a produrre a pieno ritmo con i suoi 7000 dipendenti ma anche annunciare lavoro per 400 imprese di componenti. Se tutti i contratti trovano conferma saranno più di 80 aerei venduti nel 2015. Il presidente francese ha salutato questo nuovo successo dell’export nazionale”.

Ma aldilà dei successi dell’diplomazia economica, è un cambiamento politico a 180 ° quello operato dalla Francia vendendo i suoi rafales al Qatar. Dopo aver criticato duramente l’emirato, arrivando sino all’accusa di finanziare gruppi terroristi in Siria, Irak e Libia, Hollande non ha resistito al suono dei petrodollari per colmare il deficit statale.

Per il Qatar è un successo politico. ‘Emiro ha sottolineano l’importanza dell’aiuto della Francia nella lotta a Saddad. Esperti militari non ritengono comunque che aerei super tecnologici siano di grande aiuto nei conflitti in Siria. E’ invece probabile il conflitto latente con l’Iran accusato di voler destabilizzare gli emirati del golfo.

Nel momento che gli USA puntano ad una relazione storica con l’Iran, l’Arabia saudita e gli emirati puntano a buone relazioni con la Francia, che rimane il più’ determinato oppositore all’accordo sul nucleare iraniano.

E’ il commercio d’armi che detta politica o l’inverso? Si tratta di realpolitik economica di breve periodo? Solo il tempo può dirlo. Certo parlare di embargo d’armi nei confronti della Libia ha ben poco senso in questo panorama, tenendo conto che l’Italia è storicamente stata, dopo la fine dell’embargo ONU  ai primi posti nella vendita di armi alla Libia. Prodi presidente CE cercò di fissare un limite alle esportazioni senza grande successo. Inoltre se si parla di embargo vuol dire che armi si stanno vendendo e non sono solo fucili.

Toni Ferigo – Notizie raccolta dai quotidiani Al Watan e l’Opinion di Algeria e Tunisia

 

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